Archivi tag: stabiese

Proverbi stabiesi

Proverbi stabiesi

a cura di Maurizio Cuomo

Al fine di preservare i vecchi detti stabiesi da una probabile estinzione generazionale, ne raggruppiamo a seguire alcuni tra i più noti.

Proverbi stabiesi

Proverbi stabiesi

Ultimo proverbio inserito:

Chi fatica oro e ramme nun se more maje ‘e famme

(Chi lavora oro e rame non muore mai di fame)

L’amico Vincenzo Santaniello, orafo stabiese, ricorda questo detto, raccontatogli dalla nonna, di certa chiarezza, indica che queste due categorie di lavoratori, attraverso la loro arte, portano a casa il pane quotidiano indipendentemente dalle difficoltà della società in cui vivono.


Archivio proverbi stabiesi: Continua a leggere

Omaggio a Don Carlo Schizzo

Omaggio a Don Carlo Schizzo

di Rodolfo Armenio

Don Carlo Schizzo

Il sacerdote Don Carlo Schizzo

Don Carlo nacque a Caivano il 12 aprile del 1919: era il quinto di sette fratelli. Dopo aver frequentato l’Istituto ginnasiale del Sacro Cuore di Frattamaggiore, iniziò il Seminario Diocesano, preparandosi con impegno alla teologia. Continua a leggere

Pitture nostrane

Pitture nostrane

( La rubrica raccoglie la vita e le opere di pittori stabiesi e non
che hanno dato vanto alla Città di Castellammare di Stabia )

Pitture Nostrane è uno spazio dedicato alla celebrazione dell’arte e degli artisti che hanno lasciato il segno nella storia pittorica di Castellammare di Stabia.

Attraverso la vita e le opere di pittori stabiesi e non, questa rubrica vuole rendere omaggio a chi, con il proprio talento, ha dato lustro alla città, raccontandone la bellezza, la cultura e le tradizioni.

Alcune tra queste rappresentazioni paesaggistiche sono da considerarsi dei veri e propri capolavori storici, ogni opera diventa testimone di un’identità perduta nel tempo.

Un viaggio tra colori e pennellate che ci permette di riscoprire Castellammare attraverso gli occhi di chi l’ha dipinta.

Pitture nostrane

Pitture nostrane

“Il blu cobalto del mare che all’orizzonte si fonde con un terso cielo turchino, il verde smeraldo del Faito ebbro di pioggia dopo un improvviso temporale estivo, il sole che al tramonto fa capolino nel golfo con mille sfumature vermiglie tutt’intorno, uno scorcio suggestivo rubato al quotidiano vivere del centro antico, una tavolozza in cui un pennello viene intinto e si ubriaca dei più ricchi e variegati colori, questo e tanto altro ancora è Castellammare di Stabia agli occhi di un pittore, città incantevole incastonata tra i monti ed il mare, che da sempre ha ispirato l’operato di prestigiosi paesaggisti e ha dato i natali a numerosi maestri di questa nobile arte…”.

Maurizio Cuomo


Pitture nostrane: le gallerie disponibili:

Ciro Birrese

Castellammare di Stabia (miscellanea)

Umberto Cesino

Guglielmo Cirillo

Catello Coda

Catello D’Amato

Gaetano De Riso

Francesco Filosa

Claudio Morelli

Antonio Serrapica

Gerardo Trattelli


 

Antonio Bulifon, libraro all'insegna della Sirena, MDCLXXIV

Né ammice né compare

A Castiello a Mare né ammice né compare

di Giuseppe Zingone

Antonio Bulifon, libraro all'insegna della Sirena, MDCLXXIV

Antonio Bulifon, libraro all’insegna della Sirena, MDCLXXIV

Ѐ Giangrazio a proferire le parole “A Castiello a Mare né ammice né compare”, si tratta di un affermazione tratta da “Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille” opera di Giambattista Basile del 1634. IL Pentamerone del Basile scritto in dialetto napoletano, ebbe in Europa grande successo, tanto da essere un punto di riferimento per le fiabe riscritte nei secoli successivi, come la gatta Cenerentola, (Cenerentola) rivisitate da Perrault e dai fratelli Grimm, oltre all’opera teatrale di Roberto De Simone.

Continua a leggere

Il naviglio borbonico varato a Castellammare

Storia e Ricerche

Il naviglio borbonico varato a Castellammare

Le principali navi da guerra costruite nel Regio Cantiere di Castellammare fino al 1861

a cura di Antonio Cimmino

Il naviglio borbonico varato a Castellammare

Il naviglio borbonico varato a Castellammare: l’Armata di Mare

Tra le acque del Golfo di Napoli, Castellammare di Stabia si affermò, fin dal XVIII secolo, come un fulcro nevralgico della cantieristica navale. Qui, sotto il vessillo del Regno delle Due Sicilie, nacquero le più imponenti navi da guerra dell’Armata di Mare. Grazie alla perizia dei maestri d’ascia stabiesi e alla lungimiranza della monarchia borbonica, il Regio Cantiere navale divenne una vera e propria fucina di potenza e prestigio.

Antonio Cimmino, storico appassionato e profondo conoscitore della tradizione marinara stabiese, accompagna il lettore in un viaggio tra vele, cannoni e scafi possenti. Attraverso una serie di agili schede, egli ricostruisce la genesi delle principali unità navali costruite a Castellammare fino al 1861, anno che segnò la fine dell’indipendenza borbonica e l’inizio di una nuova epoca.

Cimmino non si limita a elencare dati tecnici; al contrario, restituisce voce e dignità a ogni bastimento varato. Così, nave dopo nave, emerge il profilo di una flotta che fu non solo strumento bellico, ma anche simbolo di una nazione orgogliosa del proprio mare.

In conclusione, la rubrica curata da Antonio Cimmino non solo documenta, ma illumina una pagina fondamentale della storia navale italiana. Le navi costruite a Castellammare non furono semplici imbarcazioni: esse solcarono i mari come testimoni di un’epoca, forgiate con sudore e maestria in una città che ha sempre guardato all’orizzonte.


Schede disponibili:

Vascello Partenope (1786)

Vascello Archimede (1795)

Vascello Capri (1810)

Vascello Vesuvio (1824)

Brigantino Valoroso (1837)

Avviso a ruote Sirena (1859)

Pirofregata Borbona (1860)


Per approfondimenti scrivere a: cimanto57@libero.it