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Antonio Asturi

Antonio Asturi

a cura di Giuseppe Zingone

Antonio Asturi, nasce a Vico Equense, il 2 novembre 1904 ed ivi muore il 3 gennaio del 1986, la sua fama, la sua notorietà, sono ben radicate a Castellammare, il nostro sito custodisce con amore e gratitudine la bella foto davanti all’ingresso dell’antiche Terme del pittore vicano, donataci dalla Signora Serafina Asturi.

Asturi alle Terme Stabiane (foto gentilmente concessa dalla sig.ra Serafina Asturi)

Asturi alle Terme Stabiane (foto gentilmente concessa dalla sig.ra Serafina Asturi)

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Elena d’Aosta riflessioni

Elena d’Aosta riflessioni

di Giuseppe Zingone

Elena d'Orléans, duchessa d'Aosta, dipinto di Giacomo Grosso

Elena d’Orléans, duchessa d’Aosta, dipinto di Giacomo Grosso

È sempre strano quando si ricostruisce un evento storico, notare quelle piccole differenze che rendono gli avvenimenti sempre nuovi ed affascinanti, tanto da diventare elemento di discussione e ricerca nel momento in cui questi dati balzano all’occhio di altre persone.

Di Elena d’Aosta o d’Orleans (quando era ancora nubile), come libero ricercatore, ci siamo già occupati in ben due articoli, quello del direttore Maurizio Cuomo, L’addio alla Duchessa d’Aosta; ed il mio: La Duchessa d’Aosta Elena d’Orleans.

Alcune considerazioni

Una delle prime considerazioni che vorrei fare è proprio quella legata alla casa Savoia. Con l’unità d’Italia, nel bene o nel male tutti gli italiani fanno riferimento alla casa regnante, i nuovi personaggi della vita sociale e politica del nascente paese unitario, si sentiranno un sol popolo. Accomunati da una stessa bandiera, lingua, religione sia pur con le dovute differenze.

Castellammare di Stabia non farà eccezione: per ogni varo ed ogni visita, di re, regine, principi e principesse, la città delle acque si vestirà a festa. Sono numerosissimi gli articoli che nelle nostre pagine narrano della presenza dei nomi “jet set” nazionale ed internazionale che soprattutto d’estate prendevano d’assalto la nostra città. In meno di cento anni, il popolo dimenticherà tutto; la nuova costituzione repubblicana entrata in vigore il 1º gennaio 1948, li oblia per sempre, la dinastia savoiarda ed i giornali calano il sipario sui loro nomi.

Elena d’Aosta trascorre i suoi ultimi momenti terreni nel palazzo di Quisisana, in un sorta di assordante silenzio, come nelle tristi immagini del suo feretro dell’Archivio Luce.

Alla sua morte però, Napoli e i napoletani le tributeranno gli onori che la duchessa aveva ampiamente con il suo esempio meritato sul campo. Infine la città partenopea accoglierà le sue spoglie, nella basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio, a Capodimonte.

Indagini sulla data di morte

L’altro dubbio che mi è stato sottoposto dal Direttore Maurizio Cuomo è proprio la data di morte attestata al 21 gennaio 1951, da quasi tutto il materiale giunto fino a noi. In pratica è capitato, che la grande maggioranza di coloro che hanno battuto la notizia, hanno dato per buona una delle prime notizie ufficiali della dipartita della duchessa e poi come in una sorta di tam-tam, hanno reiterato l’errore fino a quando l’errore è divenuto la notizia ufficiale.

Purtroppo è un errore comune: Vedi ad esempio la data di nascita di Raffaele Viviani nato il 9 gennaio 1888 a volte confuso con il giorno 10, gennaio, giorno in cui il padre si presentò all’anagrafe, ancora più grave, quella di Ettore Tito, nato il 15 e non il 17 dicembre 1859.

Troppo spesso, oggi ci si accontenta e si da per scontato ciò che si trova in rete, conferendogli anzi il ruolo di assoluta verità, senza andare a confutare altre fonti. Insomma come avevamo già scritto nei sovracitati articoli, la duchessa Elena d’Aosta, muore il 20 Gennaio del 1951 alle ore 23.15.

Qui in basso ulteriori spunti d’interesse sull’argomento.

Giornale di Trieste, duchessa d'Aosta

Giornale di Trieste, duchessa d’Aosta

La salma di Elena d’Aosta sarà tumulata a Capodimonte

Napoli, 22

La salma della Duchessa d’Aosta Orleans dalla villa Quisisana di Castellammare di Stabia sarà trasportata, mercoledì mattina, in forma privata, a Napoli, dove, alle 11, avrà luogo nella Cattedrale alla benedizione con un solenne ufficio funebre al quale presenzierà il Cardinale Ascalesi. Successivamente la salma verrà traslata nel Tempio dell’Incoronata, a Capodimonte, particolarmente legato ai ricordi napoletani di Elena d’Aosta.

Nella seconda notte di veglia, quattro suore si sono alternate accanto alla salma che giace nel modesto lettuccio, ai piedi del quale c’è un solo cero acceso. Per tutta la giornata di ieri e stamane un pellegrinaggio di visitatori ha fatto riempire di firme il registro posto in portineria.

Il Prefetto di Napoli ha recato ai familiari le personali Condoglianze del Presidente del Consiglio on. De Gasperi.1


La Civiltà Cattolica

A Castellammare di Stabia, nel castello di Quisisana, alle 23,15 del 20 gennaio, moriva la Duchessa di Aosta Madre, Elena di Francia, assistita dalle nuore Irene di Grecia, vedova di Aimone di Savoia, ed Anna di Guisa, vedova di Amedeo di Savoia, morto prigioniero di guerra a Nairobi nel Kenia.

Figlia del Conte di Parigi e di Maria Isabella di Spagna, nata in Inghilterra il 13 giugno 1871, sposò il Duca Emanuele Filiberto il 23 giugno 1895, stabilendosi poi a Torino, dove, il 21 ottobre 1898, nacque il suo primogenito, il Duca Amedeo, e il 9 marzo 1900 il Duca Aimone. Trasferitasi a Napoli nel 1905, per motivi di salute, nè provando grande giovamento dal clima più mite della città partenopea, fu consigliata di vivere per qualche tempo in regioni tropicali. Intraprese allora tre viaggi africani, di cui narrò le vicende in due libri.

Scoppiata nel 1911 la guerra libica la Duchessa Elena fu infermiera crocerossina in una nave ospedale, fino a quando la salute glielo permise; e durante la guerra europea fu nominata ispettrice generale delle infermiere della Croce Rossa. Nell’ultima guerra ebbe a piangere la morte del primogenito, poi, nel 1948 quella di Aimone e caduta la Monarchia, lasciò la reggia di Capodimonte e visse ritiratissima nel Castello di Quisisana.

Amata dal popolo napoletano, ebbe sontuosi funerali nella Cattedrale, assistendovi l’E.mo Card. Arcivescovo. Ora la sua salma riposa nella cappella dell’Incoronata, vicino alla tomba di suor Maria Landi, sua amica e consigliera, e compagna nelle opere di carità cristiana.2

Articolo terminato il 7 aprile 2025


Per eventuali approfondimenti si consiglia la lettura di:

La Duchessa d’Aosta Elena d’Orleans

L’addio alla Duchessa d’Aosta

  1. Giornale di Trieste, martedì, 23 gennaio 1951, pag. 5.
  2. La Civiltà Cattolica, anno 102, volume 1, 3 Febbraio 1951, quaderno 2415, pag. 359-360.

Proverbi stabiesi

Proverbi stabiesi

a cura di Maurizio Cuomo

Al fine di preservare i vecchi detti stabiesi da una probabile estinzione generazionale, ne raggruppiamo a seguire alcuni tra i più noti.

Proverbi stabiesi

Proverbi stabiesi

Ultimo proverbio inserito:

Chi fatica oro e ramme nun se more maje ‘e famme

(Chi lavora oro e rame non muore mai di fame)

L’amico Vincenzo Santaniello, orafo stabiese, ricorda questo detto, raccontatogli dalla nonna, di certa chiarezza, indica che queste due categorie di lavoratori, attraverso la loro arte, portano a casa il pane quotidiano indipendentemente dalle difficoltà della società in cui vivono.


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Don Catello Castellano

Personaggi stabiesi

Don Catello Castellano

di Giuseppe Zingone

Don Catello Castellano

Don Catello Castellano

Premessa

Mi dispiace notare che tra gli Stabiesi illustri manchi la figura del Monsignor Catello Castellano tra i tanti episodi della sua vita va ricordato l’encomio nel libro del generale A. Diaz durante la grande guerra l’allora sac. Castellano si fece togliere senza anestesia lembi di carme dal braccio per guarire la gamba di un soldato.

Altresì va ricordata l’opera svolta durante l’epidemia di spagnola il comune regalò al sacerdote un orologio d’oro con dedica.

Il Monsignor Castellano era stato insignito dell’onorificenza di commendatore e grand’ufficiale dell’ordine dei santi Maurizio e Lazzaro. E potrei continuare. Così scriveva il Signor Petruzzellis Giuseppe attraverso la nostra rubrica Personaggi Stabiesi il 14/07/2024. Continua a leggere

Francesco De Bourcard

Francesco De Bourcard, Castellammare

di Giuseppe Zingone

L’industrializzazione ha dato tanto alla città di Castellammare di Stabia, si pensi alla cantieristica, alle miriadi di piccole e grandi attività che nel corso dei decenni hanno sfamato migliaia e migliaia di famiglie non solo locali, ma anche del circondario. Nel contempo l’ha anche profondamente mutata e violentata, da paesello, diviene città e ce ne accorgiamo ogni qualvolta ci troviamo davanti un suo dipinto, una foto, una descrizione che ci fa sospirare e sognare.

Francesco De Bourcard

Francesco De Bourcard, Castellammare

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