'O juoco d''e nucelle

‘O juoco d”e nucelle

‘O juoco d”e nucelle
( Il gioco delle nocciole )

'O juoco d''e nucelle

‘O juoco d”e nucelle

Fino agli anni ‘60, era tradizione, per la maggior parte dei ragazzini, dei vari quartieri e rioni di Castellammare, giocare con le nocciole durante il periodo delle festività natalizie. Era un gioco semplice e senza grosse pretese, bastava avere soltanto una buona coordinazione oculo-manuale e naturalmente le nocciole. Ci si riuniva in gruppo, poi ogni partecipante doveva preparare il suo carrillo formato da tre nocciole poste una accanto all’altra sormontate da un’altra nocciola. I carrilli, così preparati, si mettevano insieme su uno spiazzo del cortile o della strada, poi si faceva ‘o tuocco cioè la conta e il designato dalla sorte, postosi ad una determinata distanza, tirava il primo colpo con una nocciola più grande delle altre chiamata menangola, e cercava di colpire e di far cadere il maggior numero di carrilli, che naturalmente vinceva. Dopo di lui si ripeteva la conta e così si andava avanti fino ad esaurimento delle nocciole poste in gioco. I ragazzini, le nocciole che servivano per giocare, le tenevano in sacchetti di varia foggia e materiale, io ricordo che avevo un sacchetto di lana, lavorato all’uncinetto, che mi aveva preparato mia nonna Luigia.

Nei ricordi di Bonuccio Gatti

 

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