Archivi tag: Castellammare di Stabia

G. B. Pacichelli ” Regno di Napoli in Prospettiva….” (coll. Gaetano Fontana)

Castello da mare: 15 novembre 1085

Castello da mare: 15 novembre 1085

nascita ed evoluzione del nome cittadino

articolo del prof. Giuseppe D’Angelo tratto da: “I luoghi della memoria”

G. B. Pacichelli ” Regno di Napoli in Prospettiva….” (coll. Gaetano Fontana)

G. B. Pacichelli ” Regno di Napoli in Prospettiva….” (coll. Gaetano Fontana)

E’ dell’anno 1085[1] (e non 1086, come riporta tutta la letteratura locale, e non solo locale) il primo documento che parla di Castello da mare. Successivamente compare la forma Castrum maris de Surrento[2] ed infine Castrum maris de Stabia, anche nella variante Castrummaris de Stabia.[3] Quindi dal sec. XIII e fino al sec. XVIII si ha Castrummaris de Stabia e Castel­lammare di Stabia. Nel secolo successivo nei documenti troviamo soltanto Castellammare e dal periodo francese (1806‑1815) Castellamare con una “m”.[4]
Sennonché con Delibera Consiliare del 4 novembre 1862, “considerando che questo Comune ha origine dall’antica Città di Stabia” si chiese al re il cambiamento in Castellammare di Stabia; ma il Decreto Reale del 22.1.1863 n. 1140, per un errore materiale, approvò il nome di Castellamare di Stabia con una sola “m”. E bisogna giungere al 1912 (Delib. Cons. Comun. del 31 maggio) per riottenere Castellammare di Stabia, con due “m” questa volta.[5]
Dopo pochi anni, però, nel 1922 (Delib. Cons. Comun. del 16 dicembre) il Comune pensò di mutare il nome in Stabia; si decise si sottoporre la questione a referendum popolare consultivo, cosa che “regolarmente” non avvenne.
Nel 1935 la Società “Dante Alighieri”, con un’arruffata relazione (…secondo le direttive del Duce…; …nell’interesse della diffusione della lingua nazionale…) fece propria la proposta del 1922, ma una nota riservata della Prefettura di Napoli, del 3.11.1937, (… per non sollevare vespai, viste le differenti opinioni etc. si prega non farne più niente …) bloccò ogni iniziativa. Un tentativo, senza esito, fu fatto anche nel 1961.[6] Come si vede, una storia molto tormentata.


Note:
[1] Il prof. Catello Salvati, studiando il documento edito da FILANGIERI RICCARDO, Codice Diplomatico Amalfitano, Napoli, 1917-Trani, 1951, pp. 128-8, e da questi attribuito all’anno 1086, si avvide che non vi era la dovuta corrispondenza tra giorno mese ed anno con l’indizione. Difatti il documento è datato 15 novembre 1086 9a indizione; mentre la nona indizione inizia il 1 settembre del 1085 e termina il 31 agosto del 1086. E’ evidente, quindi, che l’atto va retrodatato e collocato al 15 novembre dell’anno 1085.
[2] Fascicolo Angioino 92, fol. 8: in inquisitione facta castrorum imperialium tempore Frederici II in castris Principatus (…) Castrum maris de Surrento et castrum Scafati possunt reparari (…); (Traduz. “Nell’inventario dei castelli imperiali, all’epoca del re Federico II di Svevia dei castelli del Princi­pato, [vi sono] il Castello a Mare di Sorrento e quello di Scafati che devono essere riparati”) Registro Angioino 1274, B, n. 149, fol. 256v: pro raparatione Castri ad mare de Surrento, 21 Julij 1275.
[3] Registri Angioini, passim.
[4] ASC, passim.
[5] ASC, Registro delibere Consiglio, anno 1862 e 1863; ASC, Busta 305, inc. 13, doc. 1.
[6] ASC, Fascc. vari, in part. Busta 305.13.1‑2; Busta 305.13.3.

Corderia anno '90

( Amarcord fotografico )

Il calcio a Castellammare

(amarcord fotografico)

Corderia anno '90

Corderia anno ’90

 

 

 

 

 

In piedi: Mario Finizio, Guglielmo Sabatino, Giovanni Cesarano, Franco Cecere, Renato Savelli, Antonio Vanacore, il direttore Giuseppe Valerioti, ammiraglio in pensione Giuseppe Mernone, Accorciati: Franco Cobuzio, Attilio Porzio, Luigi Savonese, Aniello Martinelli, Antonio Lucchisani, Alfonso Del Gaudio.

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lettere alla redazione

Lettere alla Redazione (anno 2023)

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Giovedì, 25 maggio (Danilo Pellegrini da Venezia)

Commento all’articolo: “Il Cantiere navale di Castellammare e le sue navi

Cerco notizie o possibilmente foto di cantiere dei due battelli fanale costruiti dal Cantiere navale di Castellammare di Stabia, varati rispettivamente nel 1919 e nel 1921. Di uno dei due conosco tutto, la sua vita operativa e l’ingloriosa fine, ma quale è dei due ? Del secondo invece, mai andato in opera come battello fanale è stata cambiata la destinazione d’uso, non è mai stato completato o altro? Grazie a chi mi risponderà o mi indicherà le possibili fonti di ricerca.

Danilo Pellegrini – Venezia.


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Guglielmo Cirillo (le pitture)

Guglielmo Cirillo (archivio liberoricercatore.it)

Guglielmo Cirillo (archivio liberoricercatore.it)

Guglielmo Cirillo nato a Castellammare di Stabia il 16 maggio 1901 da Vincenzo e Leonilde De Martino. Fin dall’infanzia il suo gioco preferito era disegnare con la carbonella, nascosto per delle ore sui tetti del suo cortile, a privati (frazione di Castellammare di Stabia). Nella gioventù si adopera per far fronte alle necessità della famiglia numerosa (nove fratelli – sei femmine e tre maschi), svolgendo molti mestieri: operaio ai Cantieri Navali, ai Cantieri Metallurgici, all’Avis e per ultimo si arruala nella Guardia di Finanza – partecipa durante la guerra alla Campagna d’Africa. Ma il suo amore per la pittura lo porta ad abbandonare ogni attività lavorativa per dedicarsi esclusivamente all’arte. Cirillo un autodidatta di non comune talento (così lo definisce il critico d’arte barone Piero Girace).
Viene definito il pittore “ vagabondo ” – il pittore “ solitario ” – il pittore delle “albe ” e dei “ tramonti ”.Negli anni Sessanta, viene chiamato a Torino dallo zio, il celebre Maestro, Direttore d’Orchestra, Rodolfo De Martino, autore e compositore di molte opere e canzoni tra cui “ Chiesetta alpina ”, per collaborare all’attività imprenditoriale del Maestro ed è a Torino che riscuote il successo ed il riconoscimento alla sua vena pittorica e alla sua freschezza artistica. Il critico d’arte, Napolitano, così si espresse nel suo articolo, visitando la mostra personale alle Terme Stabiane: “…bravo Cirillo, continua, con la medesima fede il viatico dell’arte, che è sempre cosparso di spine; e fra non molto il tuo nome sconosciuto sarà collocato – come una rivelazione – a quelli dei migliori pittori del nostro tempo”. Non è un presagio, ma una certezza. Il grande critico fu buon profeta. Guglielmo Cirillo muore a Castellammare di Stabia il giorno 11 novembre 1987. Continua a leggere