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1904 – Vittorio Emanuele (Corazzata)

1904 – Vittorio Emanuele (Corazzata)

Articolo tratto da: Corriere Illustrato della Domenica 

Anno VI n. 48 del 18 Ottobre 1904

1904 - Vittorio Emanuele (Corazzata)

1904 – Vittorio Emanuele (Corazzata)

1904 - Vittorio Emanuele (Corazzata)

1904 – Vittorio Emanuele (Corazzata)

Note:

Il Vittorio Emanuele era una pre-dreadnought della classe Regina Elena (anche nota come classe Vittorio Emanuele). Impostato nel 1901, varato nel 1904, fu completato nel 1908 prestando servizio fino al 1923 e trovando impiego durante la guerra di Libia e la prima guerra mondiale.

A cavallo tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo le relazioni italo-francesi erano ancora piuttosto turbolente, così come lo erano state fin dalla nascita dello Stato unitario italiano. In particolare nei primissimi anni del Novecento l’Italia si era venuta a trovare in netta inferiorità navale rispetto alla potenza transalpina. Per ovviare a ciò, mentre più potenti navi da battaglia italiane erano in costruzione, al colonnello del Genio Navale Vittorio Cuniberti, venne affidato dalla Regia Marina il compito di realizzare una classe di corazzate leggere, veloci e soprattutto dal costo contenuto, viste le deboli finanze italiane. Cuniberti accettò la sfida e progettò una classe di corazzate maneggevoli e ben bilanciate.

Il Vittorio Emanuele era la seconda nave impostata, impostata nel 1901 come la capoclasse Regina Elena; due anni dopo iniziò la realizzazione del Roma e del Napoli, che differivano dalle prime due per le sovrastrutture più leggere, in quanto non erano equipaggiate per imbarcare un ammiraglio ed il suo stato maggiore.

All’epoca del progetto, Cuniberti, noto soprattutto per essere stato il padre universalmente riconosciuto della corazzata monocalibro, cioè le Dreadnought, aveva già le idee più che chiare su come dovessero essere le moderne navi da battaglia, in Italia non ebbe modo di realizzare i suoi rivoluzionari progetti, a causa delle difficoltà di bilancio statale, ma applicò ugualmente le sue grandi capacità per fornire il Paese del massimo possibile in campo navale con i soldi che c’erano. Egli fece di necessità virtù e il Vittorio Emanuele fu un bastimento molto ammirato da tutti gli esperti di costruzioni navali militari dell’epoca.

fonte wikipedia

La nave corazzata Duilio

1876 – Duilio (Corazzata)

1876 – Duilio (Corazzata)

Tratto da: Illustrazione Italiana

anno III n. 33 – 11 giugno 1876

Duilio (Corazzata)

1876 - Duilio (Corazzata)

La corazzata Duilio (Tratto da: Illustrazione Italiana – anno III n. 33 – 11 giugno 1876)

Nota:

La Caio Duilio fu una corazzata della Regia Marina che insieme all’Enrico Dandolo faceva parte della classe Caio Duilio, e prestò servizio dal 1880 al 1909. Con i suoi 4 cannoni da 450 mm in due torri binate e la velocità di 15 nodi, al momento della sua apparizione fu, per le caratteristiche di velocità, protezione ed armamento, unanimemente riconosciuta come la corazzata più potente in servizio.

La nave venne costruita su progetto di Benedetto Brin, direttore del Genio Navale, venne realizzata nel Cantiere navale di Castellammare di Stabia dove il suo scafo venne impostato il 24 aprile 1873. La nave, varata l’8 maggio 1876, venne completata il 6 gennaio 1880.

La corazzata Caio Duilio non ebbe mai occasione di misurarsi in battaglia. Erano gli anni della Belle époque e tra le potenze europee si viveva il lungo periodo di pace sotto il quale montavano le tensioni che sarebbero esplose solo nel 1914.

Il 6 marzo 1880, poco dopo l’entrata in servizio, uno dei cannoni principali venne caricato due volte per errore, cosa possibile dato il laborioso ed incerto metodo di caricamento dalla bocca, provocando lo scoppio della canna.[2]

Il servizio della corazzata si svolse interamente nel Mediterraneo dove compì anche crociere di visita ai paesi rivieraschi e talvolta venne inviata nel Mediterraneo Orientale quando occasioni di tensione o di difesa degli interessi nazionali lo richiedevano. A parte l’indubbio potere dissuasivo nei confronti della Francia, praticamente la Caio Duilio non ebbe uno sfruttamento politico della sua poderosa presenza sui mari e, date le condizioni politico-economiche dell’Italia dell’epoca che non poteva, o non sapeva, sviluppare una pur vagheggiata politica estera di potenza, proprio in quegli anni il governo italiano rifiutò l’invito inglese di partecipare all’occupazione del Canale di Suez, non spostò di fatto l’equilibrio navale nel Mediterraneo.

Al contrario della Enrico Dandolo, rimodernata nel 1894, la Caio Duilio non fu rimodernata e quando venne ritirata dal servizio, nel 1900, passò a compiti di nave scuola timonieri e mozzi, successivamente fu utilizzata come batteria di difesa costiera. La nave, posta in disarmo il 20 ottobre 1906, fu radiata il 27 giugno 1909 e demolita nello stesso anno.

fonte: wikipedia

Le navi varate a Castellammare

Le navi varate a Castellammare

a cura di Gaetano Fontana

cantiere castellammare

Figurina edizione B.E.A. anni 50

Breve prefazione d’autore:

Un tempo il Varo di una nave rappresentava un giorno di festa per tutta la città. Tutti gli stabiesi erano orgogliosi di quella Nave frutto del lavoro di coloro che (e non erano pochi) con grande maestria, dedizione e sacrificio lavoravano nel Cantiere Navale. Ogni cittadino quel giorno era ancora più orgoglioso di essere Stabiese. Questa rubrica ha un duplice scopo. Il primo è quello di ringraziare coloro che hanno lavorato e ancora oggi lavorano nel nostro Cantiere. Il secondo é quello di ravvivare l’orgoglio Stabiese che negli anni è andato ad affievolirsi. Per questo nasce e rimarrà una rubrica “aperta”. Siete tutti invitati a contribuire. Il materiale esistente è vastissimo (si pensi a quante navi sono state costruite nel Cantiere della nostra Città) e chi ne è in possesso può inviarlo in redazione per ampliare la rubrica.



ULTIMI INSERIMENTI:

1928 Cristoforo Colombo (Nave Scuola)

varo Nave Cristoforo Colombo

Tratta da: La Domenica del Corriere

27 giugno 1926 anno XXVIII n.26

Vedi Articolo

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1928 Cristoforo Colombo (Nave Scuola)

varo Nave Cristoforo Colombo

Tratta da: La Domenica del Corriere

22 aprile 1928 anno XXX n.17

Solo Foto

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EMEROTECA COMPLETA:

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La corazzata Caracciolo (anno 1920)

La corazzata Caracciolo (anno 1920)

Preparativi per il varo della R. N. Caracciolo a Castellammare

Tratto da:

Illustrazione Italiana anno XLVII n. 20 del 16 maggio 1920

Illustrazione Italiana anno XLVII n. 21 del 23 maggio 1920

La corazzata Caracciolo (anno 1920)

Nave Caracciolo

Il 12 maggio 1920, nel cantiere navale di Castellammare di Stabia, venne varata la nave da battaglia Caracciolo, una delle unità più rilevanti della classe Conte di Cavour. Questo evento segnò un momento cruciale per la Marina Militare Italiana e per l’industria navale del paese, rappresentando una tappa fondamentale nella modernizzazione della flotta.

La Caracciolo, costruita nel Regio Cantiere di Castellammare di Stabia, faceva parte di una serie di navi progettate per rafforzare la difesa navale dell’Italia. In quel periodo, il settore militare era caratterizzato da rapidi sviluppi tecnologici e forte concorrenza internazionale. La classe Conte di Cavour, di cui la Caracciolo era parte, era destinata a diventare una delle principali forze di combattimento della Marina. La nave si distingueva per la corazzatura avanzata e l’armamento potente.

Il varo della Caracciolo avvenne in un contesto di stabilizzazione politica ed economica, subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. L’Italia, infatti, cercava di rafforzare la sua posizione internazionale. Durante la cerimonia del varo, che vide la partecipazione delle autorità civili e militari, Castellammare di Stabia e l’intero paese celebrarono con orgoglio questo importante traguardo.

Due giorni dopo il varo, la corazzata fu rimorchiata dalla Caio Duilio e trasferita all’Arsenale di La Spezia. Nel frattempo, il cantiere Ansaldo, seguendo un progetto del generale del Genio Navale Giuseppe Rota, propose di riconvertire lo scafo in una portaerei, sul modello dell’inglese Argus. Tuttavia, la Regia Marina ignorò la proposta e non diede alcun seguito all’iniziativa.

Pochi giorni dopo, il 25 ottobre 1920, la Regia Marina vendette la nave alla Società di Navigazione Generale Italiana. L’obiettivo era trasformarla in un transatlantico veloce, in una nave per il trasporto di emigranti oppure in una nave da carico. Il generale del G.N. Ferrati redasse i disegni relativi al nuovo impiego.

Anche in questo caso, però, il progetto non si concretizzò. Infine, il 2 gennaio 1921, la Regia Marina radiò ufficialmente la Caracciolo dai propri registri.

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