Franfelliccaro
a cura di Maurizio Cuomo
(articolo del 26 maggio 2025)
La domenica mattina, mentre le famiglie stabiesi passeggiavano in Villa comunale, il franfelliccaro prendeva posto con la sua bancarella improvvisata. Tra i profumi del mare e le risate dei bambini, il suo arrivo segnava un piccolo rito festoso. Bastava un’occhiata ai barattoli colmi di caramelle e zuccherini perché gli occhi dei più piccoli si illuminassero di meraviglia.
Il franfelliccaro non vendeva solo dolciumi o caramelle. Offriva franfellicchi, piccoli zuccheri colorati, confetti artigianali, liquirizie e bastoncini all’anice, sistemati con cura e pronti a tentare anche i più grandi. Intanto, con un sorriso furbo e una filastrocca in dialetto, conquistava la curiosità dei passanti.
A Castellammare lo si incontrava soprattutto nei giorni festivi e alle feste di piazza. Molti stabiesi ricorderanno “Cicco d’oro“, uno dei franfelliccari più noti della città. Con il suo banchetto in villa comunale, vendeva franfellicchi e mele glassate, cercando onestamente di vivere del suo lavoro ambulante. La sua presenza allegra è rimasta nel cuore di chi, da bambino, ha sognato davanti a quel piccolo mondo di dolcezze.
Col tempo, però, la sua voce si è spenta. I negozi moderni hanno preso il suo posto, ma nei ricordi di molti resta vivo quel piccolo universo fatto di zucchero, sorrisi e attese. Il franfelliccaro non era solo un venditore: era un artigiano della felicità, capace di trasformare una moneta in un sogno da gustare lentamente.
Antichi mestieri stabiesi
Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.
Maurizio Cuomo