Archivi tag: Enzo Cesarano

Giovanni Acanfora

Personaggi stabiesi

Giovanni Acanfora

(Castellammare di Stabia, 7 aprile 1884 – Roma, 8 marzo 1976)

articolo redatto da Enzo Cesarano

base della ricerca storica a cura di Gaetano Fontana

Giovanni Acanfora e la Banca D'Italia

Giovanni Acanfora (foto immaginaria riprodotta con AI)

Giovanni Acanfora nacque a Castellammare di Stabia, città di mare e di cantieri, da una famiglia della piccola borghesia stabiese. Dopo gli studi nella sua città natale, proseguì la formazione a Napoli, dove si laureò in giurisprudenza all’Università Federico II nel 1907. L’ambiente vivace del Golfo — tra scuole, attività portuali e una crescente cultura tecnica e amministrativa — contribuì a formare la sua visione concreta del servizio pubblico.

Entrò nel Ministero delle Finanze all’inizio del Novecento e, grazie a una carriera rigorosa e riservata, nel 1938 raggiunse il grado di Ispettore Generale. Due anni dopo, il 22 maggio 1940, fu nominato Direttore Generale della Banca d’Italia, subentrando a Pasquale Troise. In seguito alla caduta del fascismo, il 26 luglio 1943, divenne Ministro degli Scambi e Valute nel primo governo di Pietro Badoglio, incarico che mantenne fino al febbraio 1944. Continua a leggere

Castellammare la città dei Consolati

Conosci Stabia

Castellammare la città dei Consolati

a cura di Enzo Cesarano

Sapevate che nell’Ottocento Castellammare di Stabia ospitò ben 19 Consolati stranieri?

Un numero sorprendente per una città non capitale, segno del prestigio e del respiro internazionale che seppe conquistare in quegli anni.

Durante l’epoca borbonica Castellammare visse una delle stagioni più splendide della sua storia: città del Grand Tour, sede del Palazzo Reale e capitale estiva del Regno.

Castellammare la città dei Consolati vista dalla croce di Pozzano

Castellammare la città dei Consolati:

Austria-Ungheria – via Benedetto Brin, 15

Francia e Gran Bretagna – Corso Vittorio Emanuele

Grecia – via Mazzini, 3

Spagna – via Marchese de Turris

Olanda – salita Santa Croce

Paraguay – via San Matteo

Turchia (Sublime Porta Ottomana) – via Alvino, 8

Stati Uniti – dal Corso Vittorio Emanuele a Piazza Ferrovia

Impero Russo – via Coppola

e ancora Baviera, Danimarca, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Sardegna, Svezia, Lubecca ed Egitto.

Una Castellammare vivace, Palazzo Reale, capace di dialogare con il mondo. Una città che seppe cogliere le opportunità del suo tempo, diventando un punto di riferimento per cultura, economia e relazioni internazionali.

Da questa storia può nascere l’ispirazione per una nuova stagione per la nostra città. Giuseppe D’Angelo.

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Il Carosello Storico a Castellammare

Storia e Ricerche

Il “Carosello Storico”: quando Castellammare riviveva l’Ottocento

a cura di Enzo Cesarano

Carosello storico a Castellammare di Stabia

Carosello storico a Castellammare di Stabia

Il Carosello Storico: eleganza e memoria della Castellammare del dopoguerra

Tra le iniziative più eleganti e rappresentative della Castellammare del dopoguerra, il Carosello Storico occupa un posto speciale nella memoria cittadina.
Nato nei primi anni Cinquanta, aveva l’obiettivo di rievocare le atmosfere raffinate dell’Ottocento.
Durante l’estate, i nobili napoletani si spostavano dalle Terme al mare e fino alle colline di Quisisana, godendo del clima salubre e dei panorami stabiesi. Continua a leggere

Castellammare: tra simboli perduti e un futuro da ricostruire

Editoriale stabiese

Castellammare: tra simboli perduti e un futuro da ricostruire

editoriale di Enzo Cesarano

Le Nuove Terme di Stabia in rudere (foto Maurizio Cuomo)

Le Nuove Terme di Stabia in rudere (foto Maurizio Cuomo)

Al posto delle Terme del Solaro, costruite tra il 1964 e il 1967 per rilanciare il termalismo stabiese e portarlo a livello europeo, sorgerà un nuovo ospedale.
Un ospedale che, come ripetono i politici, sarà all’avanguardia, attrezzatissimo, di ultima generazione: una struttura moderna, pensata per colmare le croniche carenze della sanità di Castellammare e dei comuni vicini.

Fin qui tutto bene. Ma la domanda resta: era questo il luogo giusto?
Perché le Terme non erano solo edifici: erano un simbolo, un tassello identitario della città.

Oggi non ne resta più nulla. Abbandonate dopo il terremoto, vandalizzate e smembrate, delle Terme del Solaro non rimane neppure un rudere. E la vera ferita non è solo la perdita materiale, ma la cancellazione di una memoria collettiva. Il termalismo non è stato soltanto un settore economico: è stato parte del nostro DNA.

Negli ultimi anni, troppe volte Castellammare ha dovuto assistere alla scomparsa o al declino dei suoi simboli.
Il dramma della funivia, con le vittime dello scorso aprile, ha colpito al cuore la comunità stabiese, cancellando un altro emblema cittadino che difficilmente tornerà in funzione.
Cassarmonica versa in stato di abbandono e necessita di recupero e ristrutturazione.
Le Terme vecchie restano chiuse, e nessuno sa se un giorno l’acqua tornerà a scorrere e ad essere donata ai cittadini, e se potremo ancora bere l’“acqua della Madonna”. Continua a leggere

Via Mazzini, la nostra “piccola Toledo”

Conosci Stabia

Via Mazzini, la nostra “piccola Toledo”

a cura di Enzo Cesarano

Al civico 18, un tempo, c’era il negozio “Raffaele Dattilo & Figlio”, rivendita di corsetteria, biancheria e calzoleria. Sulla facciata spiccavano i due draghi progettati dall’architetto Cosenza, lo stesso che ci ha regalato la splendida Cassarmonica.

Via Mazzini, la nostra “piccola Toledo”: il negozio di Raffaele Dattilo & Figlio (coll. Carlo Vingiani)

Via Mazzini, la nostra “piccola Toledo”: il negozio di Raffaele Dattilo & Figlio (coll. Carlo Vingiani)

Ma non era solo un negozio: attraversandolo si accedeva al primo Cinema Italia, sala liberty dove scorrevano i film muti dei primi del ’900.

Con la Grande Guerra il cinema chiuse, lasciando spazio negli anni ’20 al Caffè L’Aquila d’Oro e poi, negli anni ’30, alla celebre Pasticceria Mosca.

Oggi al suo posto c’è il Bar Di Nocera, ma l’anima di via Mazzini resta la stessa. Giuseppe Marotta nel 1947 definì così:

Bei negozi di eleganze e di squisitezze…

e la folla densa e ridente che pare si rechi sempre a una festa”.

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