Archivi tag: Navalmeccanica

Il Cantiere e la Città

Il Cantiere e la Città

Rubrica curata da Antonio Cimmino – 12 dicembre 2023

Il Cantiere e la Città

Storie di uomini, navi e naviganti. …Raccolta di notizie minute sparse e immagini, con il semplice scopo di lasciare viva la memoria storica del nostro mondo culturale, quello strettamente legato alle vicende del mare.

Le immagini qui pubblicate, si innestano nel tessuto storico, economico e sociale della nostra comunità. Le vicende di migliaia di uomini, che nell’arco dei secoli si sono avvicendati nella costruzione di navi che fino dall’antichità più remota hanno solcato i sette mari.

Immagini evocative, che attraverso il loro scarno ma efficace linguaggio desteranno emozioni, reminiscenze, tracce.

Via, via la narrazione per immagini comporrà un testo aperto e condivisibile (si abbia cura di citare sempre la fonte condivisa) nel quale ciascuno dei lettori rivedrà parenti, amici e compagni di avventura.

Racconteremo la passione, l’amore, i sacrifici, le sofferenze, di generazioni intere di metalmeccanici navali. Uomini, navi e naviganti rappresenteranno l’affascinante mosaico compositivo della storia vera del nostro territorio.

NAVALMECCANICA – Anziani premiati febbraio 1958. Da destra in alto: Francesco Doriano, Giuseppe Imparato, Agostino Iovine, Ciro Leone, Espedito Longobardi- In basso sa destra: Giovanni Santoro, Ernesto Soccavo, Nunziante Amoruso, Vincenzo Del Vasto, Francesco Martorano

GALLERIA EX-DIPENDENTI NAVALMECCANICA

Storie di Uomini e Navi

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La Navalmeccanica a Castellammare

La Civiltà delle macchine

Stralci di Storia stabiese

Stralci di Storia stabiese

La Civiltà delle macchine

Rivista Bimestrale

La Navalmeccanica a Castellammare

a cura di Gaetano Fontana

La rivista “Civiltà delle Macchine” fu fondata con il sostegno finanziario di Finmeccanica, la società finanziaria dell’IRI. Nel 1953, Giuseppe Luraghi, direttore generale, incaricò l’ingegnere Leonardo Sinisgalli di creare una rivista che unisse in dialogo la cultura umanistica, la conoscenza tecnica e l’arte.

Civiltà delle macchine

Il principale obiettivo editoriale era quello della perfetta integrazione dell’arte con la tecnica, ricercando la possibilità di leggere l’una con la visione dell’altra e viceversa”. Pubblicata da «Edindustria» e stampata preso l’Industria Libraria Tipografica Editrice (ILTE) di Torino, la rivista uscì con cadenza bimestrale. Collaborarono a «Civiltà delle macchine» molti personaggi della cultura italiana, tra cui Giuseppe Ungaretti, Carlo Emilio Gadda, Alberto Moravia, Arturo Tofanelli, Giuseppe Luraghi, Enzo Paci, Giansiro Ferrata. La rivista fu chiusa nel 1979  (Fonte Wikipedia).

Nel 1983 ha iniziato le pubblicazioni la rivista Nuova Civiltà delle macchine, a cura dell’omonima Associazione. La rivista, trimestrale, è stata pubblicata fino al 2012.

Nel 2019 la rivista è rieditata dalla Fondazione Leonardo, che ha rinnovato il progetto editoriale[6]. Il primo numero della nuova rivista è stato presentato il 5 giugno 2019 al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano[7][8]. La rivista esce con cadenza trimestrale e nel 2023 per il 70º anniversario (1953- 2023) ha presentato il 26 ottobre il numero dedicato alle Trasformazioni Digitali al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo.


Rivista Bimestrale

Anno VII n. 5

Settembre – Ottobre 1959

La Civiltà delle macchine

La Civiltà delle macchine

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Antonio Cecchi: storia di un rivoluzionario

Storia e Ricerche

Antonio Cecchi: storia di un rivoluzionario

a cura del dott. Raffaele Scala

(Saggio pubblicato su Cultura e Società, n 2/ 2008, rivista edita in Castellammare di Stabia)

Premessa dell’autore:

Vi invio una biografia su Antonio Cecchi, l’amico di Amedeo Bordiga che rifondò la Camera Confederale del Lavoro di Castellammare di Stabia, dopo quella sfortunata del 1907 fortemente voluta da Catello Langella. Cecchi fu uno dei massimi protagonisti delle vicende del movimento operaio della nostra città dal 1912 al 1922. Quella di Cecchi è una illustre famiglia che ha dato molto a Castellammare a partire dal padre, Basilio, direttore didattico, la sorella Rosa, anch’essa direttrice didattica, il fratello Mario, medico generoso membro del Comitato di Liberazione stabiese nel secondo dopoguerra e soprattutto il fratello Pasquale, leggendario sindaco comunista dal 1946 al 1954 e già vice sindaco nella prima giunta rossa, affondata sotto i colpi dell’assalto fascista a Palazzo Farnese nel gennaio 1921 e noto come la strage di Piazza Spartaco. Mi è doveroso ricordare che il saggio fu pubblicato nel 2008 nel numero 2 della rivista “Cultura e Società”. Lascio, naturalmente, a voi la valutazione se pubblicarlo o meno.

Antonio Cecchi

Antonio Cecchi

Infanzia e adolescenza a Scafati
Originario di Perito, in provincia di Salerno, il maestro elementare, Basilio Mariano Cecchi (1865 – 1932), aveva insegnato ad Oliveto Citra, prima di essere trasferito a Scafati, dove aveva conosciuto e sposato Clotilde Langella (1862 – 1941) anche lei maestra elementare. Continua a leggere

Il cappellano della Navalmeccanica

Storia e Ricerche

Il cappellano della Navalmeccanica

a cura del dott. Tullio Pesola

Il cappellano della Navalmeccanica, Padre Agostino Acierno o.f.m. (Foto dott. Tullio Pesola)

Il cappellano della Navalmeccanica, Padre Agostino Acierno o.f.m., il francescano amato dagli operai stabiesi al Varo della motonave ERICE – 23.06.1957

In questa immagine databile approssimativamente intorno alla fine degli anni ‘50 è ritratto il Francescano, Padre Agostino Acierno o.f.m, “cappellano” dell’allora Navalmeccanica. Infatti, da quando la Parrocchia incominciò, per molteplici cause dovute alle difficilissime congiunture storiche del secondo dopoguerra, a non avere più incidenza sui filiani occupati per la maggior parte del giorno in una qualsiasi azienda, iniziò l’ingresso in fabbrica di sacerdoti qualificati per un nuovo apostolato di recupero.
Sorse così, accanto alla Parrocchia, un organismo eccellente: l’Opera Nazionale Assistenza Religiosa Morale Operai (ONARMO).
Il fine del Cappellano di Fabbrica era mirato alla realizzazione di una triplice fase: cantiere, famiglia, parrocchia, per ricondurre l’operaio alla Parrocchia dove riprendere e continuare il cammino interrotto verso la meta della perfezione cristiana.
Molti ancora oggi ricordano che le caratteristiche particolari di Padre Agostino erano la solidità della sua cultura e l’ampiezza delle sue riflessioni. Il suo sguardo, il suo pensiero, la sua preghiera, il suo amore erano per tutti i suoi operai, occupandosi anche e forse soprattutto di chi non si occupava di Lui.