La storia delle cartoline a Castellammare di Stabia (Prima parte, 1898-1910)

LA STORIA DELLE CARTOLINE A CASTELLAMMARE DI STABIA (Prima Parte, 1898-1910)
collezione del Dott. Carlo Felice Vingiani

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La storia delle cartoline a Castellammare di Stabia

La storia delle cartoline postali ha inizio verso il 18891, ma su di esse compare l’illustrazione solo nove anni più tardi, nel 18982, e prende piede di pari passo col consolidarsi di una borghesia sempre più facoltosa, colta e desiderosa di viaggiare e mostrare ad amici e conoscenti i tanti luoghi visitati. Questo nuovo bisogno viene soddisfatto proprio dalla cartolina illustrata, che diviene fin da principio oggetto da collezione.
Risulta abbastanza semplice riconosce gli esemplari più antichi di cartolina, ossia quelli stampati durante il primo decennio del ‘900, caratterizzati dal cosiddetto “retro indiviso” (vedi foto 1), privo cioè della linea divisoria verticale, destinata a separare l’area riservata all’indirizzo del destinatario da quella del messaggio del mittente. In questa fase pionieristica sul retro della cartolina si poteva apporre esclusivamente il recapito del destinatario, mentre i più o meno brevi messaggi di saluti trovavano posto sul fronte della stessa, andando talvolta a deturpare il soggetto raffigurato.


Nel 1905 viene disposta l’introduzione della linea divisoria sul retro della cartolina ma, almeno fino al 1910 circoleranno esemplari “vecchia maniera”.

retro di cartolina di fine 1800-inizio 1900, contraddistinta dall'assenza della linea divisoria verticale

retro di cartolina di fine 1800-inizio 1900, contraddistinta dall’assenza della linea divisoria verticale

Anche a Castellammare, da sempre meta del turismo “colto”, la nuova moda fa la sua comparsa nel 1898 (vedi foto 2), inizialmente per opera di editori per lo più napoletani, ma anche di qualcuno milanese, torinese, romano, barese o salernitano e, addirittura, di diversi austriaci e tedeschi.
I primi marchi di tipografie stabiesi impressi su cartoline furono:

  • Tip. Spagnuolo (corso Vittorio Emanuele, 80)
  • Lit. Turcio
  • Cartoleria M. Turcio
  • Editrice Libreria e Cartoleria Canzanella
  • U. & R. De Luca
Cartolina di Castellammare datata 1898 sia nel testo sul fronte, che nei timbri di viaggio apposti sul retro

Cartolina di Castellammare datata 1898 sia nel testo sul fronte, che nei timbri di viaggio apposti sul retro

Tantissimi furono i soggetti -ci sarebbe da ammettere che, probabilmente, ve ne fossero a quel tempo più di quanti potremmo trovarne oggi- che attrassero l’attenzione e stimolarono le fantasie dei nostri avi. Come si sarebbe potuto non immortalare, ad esempio, la facciata delle Terme, o il loro interno, con l’esotico Padiglione Moresco? E rivolgendo lo sguardo dal lato opposto dell’allora Largo Cantiere (l’odierna piazza Amendola), come non ammirare il maestoso ingresso del Regio Cantiere? Procedendo in direzione della parte “nuova” della città, l’attenzione veniva catturata da Piazza Mercato (oggi piazza Cristoforo Colombo, o piazza Orologio), con al centro il modernissimo orologio luminoso, il cui quadrante era leggibile anche di notte da parte dei pescatori in mare. Si giungeva quindi a Piazza Municipio, con l’imponente Cattedrale e Palazzo Farnese, ancora ad un sol piano. Percorrendo l’elegantissima Via Mazzini, coi suoi negozi all’ultima moda, ci si trovava a Piazza Quartuccio (piazza Principe Umberto), ancora sprovvista del monumento ai caduti che, negli anni a venire, avrebbe trovato posto al suo centro, scalzando un utilissimo “Vespasiano“, ma già abbellita dalla meravigliosa Cassa Armonica, nella sua prima versione.
Vi erano poi numerosi altri soggetti che interessarono i fotografi dell’epoca, come il diroccato Castello Angioino, o il misterioso Castello di Rovigliano, ma anche le fonti delle acque minerali, il lungomare Garibaldi ancora in fase di costruzione, l’accesso alla prima Ferrovia d’Italia col suo colonnato, gli incantevoli panorami da Pozzano, Scanzano o dal castello, il palazzo Reale di Quisisana, il porto. Da non dimenticare gli eleganti alberghi, che ospitavano i villeggianti più facoltosi: l’Hotel Weiss, l’Hotel Quisisana – Royal Palace Hotel, l’Hotel Stabia, l’Albergo Margherita. Infine, ma non ultimi, gli eventi mondani che attiravano spettatori da ogni dove, soprattutto in occasione dei vari delle navi, orgoglio e vanto della Regia Marina, o delle processioni di San Catello.
Le cartoline si rivelarono inoltre un ottimo strumento pubblicitario, venendo quindi utilizzate, personalizzate, da parte di rilevanti attività commerciali e industriali.

Buona visione…

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Note:

  1. Furio Arrasich, “Regionalismo Italiano 1889-1950”, Ediz. Millecartoline, 2003
  2. Furio Arrasich, “L’ABC della cartolina. Tutto sul mondo del collezionismo cartofilo” Ediz. Millecartoline, 2001

6 pensieri su “La storia delle cartoline a Castellammare di Stabia (Prima parte, 1898-1910)

  1. Giovanni

    Complimenti al Libero Ricercatore e naturalmente al dr. Vingiani, in poche righe a condensato storia, curiosità e tradizione.
    Giovanni

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  2. Giuseppe Zingone

    Gentile dottor Vingiani finalmente posso dire un altro grande collezionista ospitato dal liberoricercatore. Le immagini sono rare e bellissime. Vorrei condividere con Lei una curiosità da attento osservatore quale è Lei. Il varo della Napoli “Bideri”, ritrae una strana prospettiva della nostra Città che io non riscontro nella realtà, avendola vista anche da mare quella collina e la posizione dello scalo non tornano. In effetti sembra essere La Spezia o altro cantiere…..
    In ogni caso grazie del dono di queste immagini a tutti, saluti Giuseppe Zingone

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    1. Carlo Felice Vingiani Autore articolo

      Gentilissimo Signor Zingone, La ringrazio per le sue parole.
      Venendo alle Sue osservazioni riguardo la cartolina del varo della Napoli, prima ancora di provare a cercare immagini che ritraessero la collina dal mare, ho preso in considerazione l’eventualità che l’immagine potesse essere stata stampata in maniera speculare, così come da me riscontrato in una cartolina (Editore A.D.V.) ritraente piazza Ferrovia. Ma non si tratta di un caso analogo.
      L’ipotesi La Spezia la escluderei per la semplice ragione che la Casa Editrice Bideri era napoletana e tanto legata a Napoli da pubblicare, come casa discografica, canzoni immortali del calibro di ‘O sole mio, ‘O surdato ‘nnammurato e ‘I te vurria vasà. Credo non avessero neppure l’occasione di sbagliare lastre e pubblicare un’immagine di La Spezia.
      Infine mi sono dato alla ricerca di cartoline con una prospettiva almeno simile a quella ritratta in quel varo, ma non ne ho trovate. Volendo accettare piccole variazioni morfologiche subite dalla collina a causa di terremoti o piccole frane, ma su base puramente indiziaria, sarei propenso a prendere per buona la didascalia che indica Castellammare come luogo raffigurato.

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  3. ANTONIO NOVIELLO

    Gentile dottor Vingiani, colleziono anche io cartoline del mio paese, ne possiedo due, edite sempre Danesi & C., Napoli come la sua pubblicitaria Raffaele Dattilo & Figli – Via Mazzini, 18, lei per caso ha maggiore notizie di questo editore?
    grazie

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