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‘E caramell’ ‘e sciuscella

articolo del dott. Tullio Pesola

Con il cambio di stagione e l’inizio dei primi freddi siamo consapevoli che è facile ritrovarsi colpiti da disturbi alle vie respiratorie che, quando non costringono proprio a letto, rendono perlomeno difficoltoso condurre le normali attività quotidiane. E’ il caso, ad esempio, della tosse secca, particolarmente fastidiosa, perché caratterizzata dall’assenza di catarro da espettorare e spesso accompagnata da bruciori o senso di occlusione alla gola. Allora, per alleviarne il fastidio, interrompiamo i nostri comportamenti poco appropriati come fumare, bere alcool o mangiare in modo pesante e proviamo a consultare il nostro medico, perché ci riporti al più presto al nostro quotidiano.
Qualche anno fa, però, per tale problema un solo rimedio si rivelava effettivamente valido: le “caramelle di sciuscella” della Ditta Carrese, rinomata Pasticceria, nonché affermato e premiato Biscottificio della nostra Città.

Caramell''e sciuscelle

Caramelle di sciuscella

E per i dipendenti di tale Ditta era come se fosse un rito osservare minuziosamente i canoni di lavorazione indicati da don Mariano per le sue creazioni e fin’anche per le “caramelle di sciuscella”. Continua a leggere

Don Pascale ‘o cafettiere

articolo del dott. Tullio Pesola

Ad angolo del vicolo Cristallina in via Brin, di fronte all’ingresso dello stabilimento ex Vanacore, c’è una piccola bottega, dove un tempo si svolgeva servizio di bar. Si trattava di un locale gradevole, carino, un accogliente punto di ristoro a conduzione familiare, dove ogni componente aveva il suo compito ben preciso.

'O bar 'e don Pascale

‘O barriciello ‘e don Pascale – Via B. Brin

Alla cassa c’era la signora Anna, la moglie del titolare, che si alternava con la figlia Amalia in tale impiego; i figli Annuccia (la maggiore) e Carmine –quando gli impegni scolastici lo consentivano- erano preposti al servizio ai tavoli (solo due, a dire il vero, dati gli spazi piuttosto limitati!) ed alle consegne esterne; Pinuccia, la figlia più piccola, era seguita incessantemente dallo sguardo attento ed amoroso della mamma, e don Pasquale Sergio, il capofamiglia, addetto alla macchina del caffè ed al servizio di ristoro, passava gran parte della giornata lavorativa dietro al banco. D’inverno la clientela era costituita per lo più da dipendenti della Navalmeccanica, mentre d’estate l’attività diventava movimentata, di giorno per le innumerevoli presenze di ospiti curanti delle Terme Stabiane e di sera, invece, per quella girandola di convegni con la musica, il teatro, la moda, il divertimento ed il folklore che affascinava in tale periodo dell’anno grandi e piccoli nel suggestivo parco ex Vanacore. Continua a leggere

La pietra commemorativa dei Bottai

articolo del dott. Tullio Pesola

Lapide Confraternita dei Bottai

Lapide Confraternita dei Bottai

Ai piedi dell’Altare Maggiore della Parrocchia dello Spirito Santo, il tempio da molti conosciuto come “chiesa di San Ciro”, a suggello dell’ipogeo che custodiva le spoglie dei Bottai, confratelli dell’Arciconfraternita omonima, era situata un tempo una lapide storica. Essa costituiva la chiusura dell’accesso alle strutture sotterranee, frequentemente allagate a causa di infiltrazioni dovute al passaggio nelle immediate adiacenze del consistente flusso di acqua Ferrata, che svariati anni addietro alimentava la mescita al pubblico e lo stabilimento dei “Bagni del Molino”.

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‘O Pazzariello

articolo del dott. Tullio Pesola

Giuseppe Marotta definiva ‘o pazzariello “uno strano miscuglio di banditore e di giullare”. Infatti, questa figura burlesca, molto diffusa e caratteristica di una Napoli compresa tra la fine del Settecento e la prima metà del Novecento, si trasformava in fine banditore che improvvisava scene comiche e pantomime per le vie di Napoli e… non solo di Napoli. Testimonianza ne è l’immagine a seguire, che ci mostra il noto attore Ugo d’Alessio che per un film di Montillo, interpreta un pazzariello nella piazza dell’Orologio di Castellammare di Stabia, nell’atto di attirare i passanti con i suoi strampalati spettacolini.

L'attore Ugo d'Alessio, interpreta 'o Pazzariello in piazza "Orologio" (foto segnalata dal dott. Tullio Pesola).

L’attore Ugo d’Alessio, interpreta ‘o Pazzariello in piazza “Orologio” (foto segnalata dal dott. Tullio Pesola).

Vestito in modo molto vistoso, con balli, danze e filastrocche era solito annunciare l’apertura di nuovi negozi. Un piccolo gruppo di suonatori, composto per lo più da tamburino, putipù, scetavajasse e triccheballacche, sottolineava fragorosamente le frasi elogiative di questo singolare personaggio, mentre si muoveva – come si diceva – a passo di danza per le vie del rione. Continua a leggere

Ciro Birrese (le pitture)

Vecchio Platano (Ciro Birrese)

Vecchio Platano (Ciro Birrese)

Il fare arte dello stabiese Ciro Birrese si impone con singolare creatività nell’attuale momento operativo, riportandolo ad una connotazione in cui si manifesta la lirica ricerca di una sintassi personale e costruttiva, disancorata da influenze stravaganti.
Nella sua produzione, mai inerte nel suo modularsi, c’è il ritmo vigoroso delle cose, della scena del mondo.
Il M° Birrese riesce a darci quel massimo di libertà che è in natura, al punto che le sue tele somigliano ad intime melodie, le cui note vanno ad insinuarsi in un’ordito poetico.
Le sue pennellate, nel rivelare oggetti e luoghi che rappresentano la realtà con immagini evidenti e magiche, traducono pienamente il profondo dettato interiore dell’artista.

Dott. Tullio Pesola


Galleria delle sue opere:

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