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L’assalto ai forni

articolo del dott. Tullio Pesola

L'assalto ai forni

L’assalto ai forni

Richiamare alla mente aspetti di un contesto di vita oggi del tutto inimmaginabile spesso suscita tenerezza, se non vogliamo credere che talora possa ingenerare in noi addirittura nostalgia. E di esempi coloro che vantano un notevole vissuto dietro di sé o, per meglio intenderci, hanno una
ricca e lunga esperienza di vita, ne potrebbero fare a sfascio. Ciò non toglie, però, che tutti avremmo sempre e comunque qualche caso da presentare. Ne potrebbe essere conferma proprio questo ricordo, il ricordo di un rituale che si ripeteva ogni anno. Ammetto che oggi tantissimi farebbero fatica a pensare che tale cerimoniale veniva programmato anzi tempo ed era appunto quello che quasi tutte le famiglie della nostra Città si imponevano coll’approssimarsi della data fissata: valutare quale panificio valesse la pena prendere nella giusta considerazione.

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famiglia petretta

Le signorine Petretta

nei ricordi del dott. Tullio Pesola

famiglia petretta

I coniugi Raffaele e Maria Petretta con le figlie Rina e Clara. La signora a destra è un’amica di famiglia
(per gentile concessione dell’amico Giovan Battista D’Anna)

Per sottrarsi al pericolo di azioni belliche, diverse popolazioni, durante l’ultimo conflitto mondiale, sfollarono dalle proprie città, per trovare asilo in ambienti ritenuti più sicuri e tranquilli, prefiggendosi di far ritorno un giorno – che si auguravano “non lontano” – alle loro terre, alle loro usanze, alla loro quotidianità che spesso si rivelava vitale per la stessa sopravvivenza. Sta di fatto, però, che molti, tornando, ebbero, poi, la sgraditissima sorpresa di trovare le proprie case allo sfacelo, non perché devastate dalle bombe, ma perché altri sventurati avevano fatto razzia di quanto esse miseramente custodivano per la sopravvivenza dei loro legittimi proprietari. Si verificò, così, che tanti nostri concittadini riparassero, ad esempio, a Sant’Antonio Abate o giù di lì, in luoghi, cioè, che ritenevano che non sarebbero stati presi di mira dal nemico. Ironia della sorte, però, si ebbe anche che alcune famiglie dell’avellinese, del beneventano o di altra località sfollassero nella nostra città da essi ovviamente ritenuta meno esposta alle offese nemiche. Punti di vista! Una di queste, proveniente da Volturara Irpina, una località della provincia di Avellino, e composta da marito,
moglie e tre figlie, trovò alloggio nel palazzo di Terrone in via Brin. Continua a leggere…

 

Il Giovedì Santo al… profumo di caffè

( a cura del dott. Tullio Pesola )

Chiesa dello Spirito Santo – Fronte

Diversi anni fa, vale a dire quando la Parrocchia dello Spirito Santo (da molti conosciuta come la Chiesa di San Ciro) era retta dai Frati minori, chi vi accedeva la sera del Giovedì Santo o il giorno dopo, avvertiva un forte, ma gradevole odore di caffè. In quell’oasi di pace e di preghiera tutti i fedeli che si alternavano nell’incontro con Cristo, si scambiavano sguardi interrogativi, ma nessuno riusciva a darsi una spiegazione e chi ci provava, concludeva –sorridendo – col dire che i frati fronteggiassero la stanchezza col sorbire diversi caffè e protrarre, così, la loro veglia di adorazione davanti alla “cappella della Reposizione”.
Già! La “cappella” o anche – per talune chiese – l’ “altare” della Reposizione! Comunque, sia l’una che l’altro costituiscono, giusto per intenderci, quello “spazio” della chiesa allestito al termine della “Missa in Coena Domini” del Giovedì Santo destinato ad accogliere le specie eucaristiche consacrate e a conservarle fino al pomeriggio del Venerdì Santo, quando, al termine della liturgia penitenziale, vengono distribuite ai fedeli per la comunione sacramentale. Continua a leggere

La colonna di via Sarnelli

( a cura del dott. Tullio Pesola )

La colonna di via Sarnelli (foto Tullio Pesola)

La colonna di via Sarnelli (foto Tullio Pesola)

Portandoci da Piazza Municipio su via Sarnelli, quasi al termine di questa strada, sulla destra, notiamo incassata nel muro di pertinenza dell’episcopio (quella che è comunemente conosciuta come la “dimora del vescovo”) – ma ben evidenziata – una colonna o quel che resta di essa. Un profano, quale io sono, si pone diversi interrogativi, ma la domanda ricorrente è quella di conoscere la storia o quanto meno sapere a cosa sia servita un tempo quella struttura. Noi sappiamo che la colonna ha origine assai antica e probabilmente deriva dall’uso primitivo di porre un tronco d’albero a sostegno di architetture lignee. In epoca storica la troviamo impiegata in serie ritmiche in funzione strutturale nell’architettura sacra e profana. Nei diversi periodi, poi, essa si differenzia e assume particolari caratteri e denominazioni in base all’ornamentazione e alla forma dei suoi tre elementi costitutivi: la base, il fusto e il capitello.
Ma… quale è stata la funzione della colonna di Via Sarnelli?…….. Continua a leggere

Chiesa del Cuore di Maria (ingresso)

Chiesa del Cuore di Maria

( a cura del dott. Tullio Pesola )

In Via B. Brin n° 48 (di fronte all’imbottigliamento dell’acqua Acetosella) è ubicata una graziosa chiesetta dedicata al “SACRO CUORE DI MARIA IMMACOLATA”.

Chiesa del Cuore di Maria (ingresso)

Chiesa del Cuore di Maria (ingresso)

Non dispongo di notizie storiche, per cui mi astengo dall’invadere un settore che risulterebbe di pertinenza unicamente di persone competenti. Di sicuro, però, posso ribadire quanto è già di pubblica conoscenza, e cioè che questa chiesa fu voluta da un gruppo di fedeli quanto meno non più tardi del 1852, cioè otto anni prima del 1860, epoca in cui si costituì in Confraternita con l’approvazione del re Francesco II. Credo sia sufficiente a supporto di quanto appena affermato la testimonianza desunta dalla lapide marmorea Continua a leggere