La corazzata Caracciolo (anno 1920)

La corazzata Caracciolo (anno 1920)

Preparativi per il varo della R. N. Caracciolo a Castellammare

Tratto da:

Illustrazione Italiana anno XLVII n. 20 del 16 maggio 1920

Illustrazione Italiana anno XLVII n. 21 del 23 maggio 1920

La corazzata Caracciolo (anno 1920)

Nave Caracciolo

Il 12 maggio 1920, nel cantiere navale di Castellammare di Stabia, venne varata la nave da battaglia Caracciolo, una delle unità più rilevanti della classe Conte di Cavour. Questo evento segnò un momento cruciale per la Marina Militare Italiana e per l’industria navale del paese, rappresentando una tappa fondamentale nella modernizzazione della flotta.

La Caracciolo, costruita nel Regio Cantiere di Castellammare di Stabia, faceva parte di una serie di navi progettate per rafforzare la difesa navale dell’Italia. In quel periodo, il settore militare era caratterizzato da rapidi sviluppi tecnologici e forte concorrenza internazionale. La classe Conte di Cavour, di cui la Caracciolo era parte, era destinata a diventare una delle principali forze di combattimento della Marina. La nave si distingueva per la corazzatura avanzata e l’armamento potente.

Il varo della Caracciolo avvenne in un contesto di stabilizzazione politica ed economica, subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. L’Italia, infatti, cercava di rafforzare la sua posizione internazionale. Durante la cerimonia del varo, che vide la partecipazione delle autorità civili e militari, Castellammare di Stabia e l’intero paese celebrarono con orgoglio questo importante traguardo.

Due giorni dopo il varo, la corazzata fu rimorchiata dalla Caio Duilio e trasferita all’Arsenale di La Spezia. Nel frattempo, il cantiere Ansaldo, seguendo un progetto del generale del Genio Navale Giuseppe Rota, propose di riconvertire lo scafo in una portaerei, sul modello dell’inglese Argus. Tuttavia, la Regia Marina ignorò la proposta e non diede alcun seguito all’iniziativa.

Pochi giorni dopo, il 25 ottobre 1920, la Regia Marina vendette la nave alla Società di Navigazione Generale Italiana. L’obiettivo era trasformarla in un transatlantico veloce, in una nave per il trasporto di emigranti oppure in una nave da carico. Il generale del G.N. Ferrati redasse i disegni relativi al nuovo impiego.

Anche in questo caso, però, il progetto non si concretizzò. Infine, il 2 gennaio 1921, la Regia Marina radiò ufficialmente la Caracciolo dai propri registri.

foto1foto2foto3foto4foto5foto6foto7foto8foto9foto10foto11foto12art1 art2 art3 art4 art5 art6

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *