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La Zingara (collez. Antonio Greco)

La votapesce smarrita

Alla ricerca della votapesce1 smarrita

articolo di Pasquale Cirillo

La Zingara (collez. Antonio Greco)

La Zingara (collez. Antonio Greco)

Quanti personaggi sul nostro Presepe a far corona ai Protagonisti, veramente possiamo dire “‘na foll’’e ggente….”. Ma noi li conosciamo tutti, uno per uno. Per il loro mestiere: ‘a castagnara, ‘o canteniere, ‘o pisciavinnele, ‘a lavannara, ‘o chianchiere, ‘o ncenzatore…qualcuno proprio per nome, come Ciccibacco o il più famoso di tutti che è Benino (non Benito, mi raccomando), il pastorello che dorme nel pagliaio e suo padre, Armenzio, che lo va a svegliare  per andare alla Capanna. Molti, non tanti, conoscono pure il cacciatore che si chiama Cidonio, che è il fratello di Benino, oltre che amico di Ruscellio, il pescatore. E poi c’è la numerosa, folta, colorata, fantasiosa  schiera dei “pastori in cammino” che recano in dono al Bambino ricotte, formaggi, salami, prosciutti, galline, uova, broccoli, cavoli, meloni gialli e verdi e pure qualche anguria fuori stagione, insomma tutta roba da mangiare.  Niente di male, se pure il Poverello di Assisi voleva che a Natale tutti facessero festa con un pasto abbondante, compreso l’asinello del convento al quale ordinava fosse data doppia biada. Fra la folla anonima  del “cammino” spiccano due personaggi: il monaco “cercante” (di offerte) e la zingara. A proposito di quest’ultima si è scritto tanto. Vecchie tradizioni la identificano come la Stefania del miracolo del sasso trasformato in bambino, attribuendole addirittura la maternità di Santo Stefano.

La zingara

La zingara (collez. Pasquale Cirillo)

Altri se la immaginano triste perché, avendo fama le zingare di capacità divinatorie (c’è chi con occhi palepolesi ci vede la Sibilla), si muove a pietà nel prevedere la tragica fine di quel Bambino che ora dorme tranquillo nella mangiatoia; in fondo il suo bambino, per quanto misero, è meno sfortunato. Mi piace molto questa immagine e, qualche anno fa’, realizzando un diorama pasquale raffigurante la Deposizione di Gesù dalla Croce, ho posizionato in secondo piano la stessa  zingara del presepe, triste testimone del compimento della sua previsione. Proprio la stessa zingara ho usato, regolarmente munita di “votapesce”, che in italiano si chiama “schiumarola”, che sarebbe quella paletta bucherellata che si usa per rigirare le fritture nella padella. Ma che ci fa la zingara in cammino sul presepe con una votapesce in mano? Semplicemente la vende ai passanti, assieme ad altri piccoli manufatti in ferro, come mestoli, forchettone, paletta per il braciere… Continua a leggere

Il Diavoletto di San Gregorio Armeno

Il Diavoletto di San Gregorio Armeno

Il Diavoletto di San Gregorio Armeno

articolo di Pasquale Cirillo

Il Diavoletto di San Gregorio Armeno

Il Diavoletto di San Gregorio Armeno

La sera della Vigilia di un Natale di diversi anni fa, sui biglietti di accompagnamento dei regali, i miei preziosi  figli alla madre scrissero: “Alla Colonna della famiglia”, mentre a me: “Al Bambino dai capelli grigi”.

Ricordo che me la presi, ma poi mi passò subito. Un po’ perché credo di non essermi  mai sottratto ai miei doveri di padre e poi perché mi ricordai che quella dedica è il titolo di un racconto apparso sul CORRIERE DEI PICCOLI degli anni sessanta che avevo fatto leggere a mia figlia, la quale da lì aveva preso spunto.

E poi sì, non me ne vergogno, forse sono proprio un bambino coi capelli grigi (ora quasi bianchi) ed appartengo ad una tribù a rischio di estinzione come gli indios della Foresta Amazzonica. Noi di questa etnia minacciata ci perdiamo appresso a visioni di presepi, di pastori, ma non solo: alcuni di noi collezionano santini, scatole di latta, vecchi fumetti e tanto altro e, cosa più grave, senza farci un euro.  Il disagio è inevitabile quando incontriamo persone “pratiche”, soprattutto quelle impegnate a fare soldi e carriera. La gioia, invece, è grande quando incontriamo un nostro simile. Come è successo quando ho conosciuto, tanti anni fa, Antonio Greco. Continua a leggere

La Natività (foto Maurizio Cuomo)

Te piace ‘o presebbio?

Natale in casa Cu…omo

di Maurizio Cuomo

“Dedico questa pagina a mio padre Domenico, che in tenerissima età mi ha trasmesso l’amore per il presepe. Passione che mi auguro, si tramandi ai miei figli affinché la tradizione di famiglia si consolidi ulteriormente e possa continuare ancora a lungo ad appassionare le future generazioni”

La Natività (foto Maurizio Cuomo)

La Natività (foto Maurizio Cuomo)

Innanzitutto, mi sia concesso di rispondere alla celeberrima domanda che il grandioso Eduardo (in scena Luca), nel suo “Natale in casa Cupiello“, poneva con insistenza (ma senza esito alcuno) al figlio “Nennillo” e di rimando a tutti noi spettatori:

“Si, Eduà’, ‘o presebbio me piace… e pure assaje!!!”.

A seguire una galleria fotografica (le immagini, purtroppo, non rendono la bellezza reale delle scenografie) di alcuni scorci del presepe che ho impostato.

Va da sé, che per quanto mi sia impegnato nell’utilizzare materiali naturali (sughero, legno, terracotta,1 pietra, muschio, ecc.), ed abbia ricreato ambienti ed oggetti in miniatura del tutto realistici,2 il mio personale contributo alla tradizione presepiale ha un approccio del tutto amatoriale, che seppur sia migliorato con il sano impegno, di certo non può essere paragonato alle creazioni dei maestri presepisti.

Ciononostante, lo scrivo “in punta di piedi”, spero comunque sia gradito e possa ispirare.

Infine, mi sia consentito di volgere un ringraziamento all’amico fraterno Enzo Cesarano ed al carissimo Massimiliano Greco, autentici cultori di “vita presepiale”, per aver rinverdito la mia passione per questa nobile arte.

Un abbraccio di cuore e buon Natale a tutti gli affezionati lettori di liberoricercatore.it!!!


Galleria fotografica: Continua a leggere

  1. I pastori sono tutti in terracotta della proporzione da 10 cm
  2. le assi utilizzate per assemblare la baracca che ospita la mucca, le ho ricavate da una vecchia trave di recupero che una settantina di anni fa, sorreggeva una vera e propria stalla alla via Schito; le monete nella ciotola del mendicante sono state ricavate con le teste di alcuni chiodi in rame da ciabbattino che ho ribattuto ed appiattito su di un’incudine; il finto prato è composto da profumatissimo muschio che ho raccolto ai boschi di Quisisana, ecc.
Madonna col Bambino dormiente di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato

Evocazioni

di Antonio Greco*

Madonna col Bambino dormiente di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato

Madonna col Bambino dormiente di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato

LLa casa grande e vuota gelava il cuore più che la fredda coltre di neve che copriva i monti e la squallida, circostante campagna.
Sebbene limitato alla sola capanna poggiata sul buffet, il Presepio acuiva la nostalgia struggente delle cose passate.
Ero solo e invocavo la mamma.
Risentivo le sue carezze sfiorarmi il viso e scaldarmi l’animo. Continua a leggere

‘O Presebbio ‘nmiez”o Viscuvato

a cura di Gaetano Fontana

Così come nell’antica tradizione presepiale napoletana si usa ambientare il presepe nei luoghi più cari, il dott. Giovanni Tommasino propone a beneficio dei lettori di liberoricercatore.it, il suo personale messaggio di speranza, ambientando la nascita di Nostro Signore in un luogo a noi stabiesi molto familiare.

presepe-dott-giovanni-tommasino-4

‘O Presebbio ‘nmiez”o Viscuvato

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