Accadde Oggi a Castellammare di Stabia
a cura di Maurizio Cuomo
Accadde Oggi a Castellammare di Stabia
a cura di Maurizio Cuomo

Il Pontefice Pio IX visita Castellammare di Stabia
a cura di Maurizio Cuomo
Da una trascrizione del dott. Giovanni Celoro Parascandolo, apprendiamo che in data 22 ottobre 1849, il Pontefice Pio IX onorò con una Sua visita Castellammare di Stabia e la Penisola Sorrentina.
A seguire rimettiamo l’avviso[1. nota 55 (A.S.D.C., Busta del Vicario Capitolare Raffone) tratta da “I Vescovi e la Chiesa Stabiana dal 1800 al 1997”, Giovanni Celoro Parascandolo, anno 1997. Pag. 53.] diramato (tre giorni prima) in data 19 ottobre 1849, dall’allora Vicario Capitolare in vista della Santa visita del Pontefice:
“Signori, Essendo stato assicurato che lunedì prossimo 22 del corrente anno sarà onorata questa città di Castellammare nelle ore p.m. dall’Augusta Persona del Comune Padre della Chiesa Sommo Pontefice Pio IX, il quale dopo ricevuta in questa Cattedrale la Benedizione del Santissimo ed ammessi al bacio del suo piede gli Ecclesiastici ed il Corpo Diplomatico, darà sull’atrio della Chiesa a tutto il Popolo che sarà presente la Pontificia Benedizione. Continua a leggere

( Giovanni Celoro Parascandolo )
Fu iniziato da re Carlo II d’angiò nell’anno 1285; in detto anno si ritrova come sopraintendente delle fabbriche lo stabiese Giovanni Vaccaro1. La costruzione si protraeva ancora nell’anno 1309 anno in cui il re Roberto d’Angiò ordinava di pagare grana 10 al giorno al suo familiare Ottone de Crispaco da parte della R. Curia, perchè il detto era preposto alla costruzione del suo reai palazzo2. Continua a leggere

di Gaetano Pagano
Il dottor Giovanni Celoro Parascandolo è stato un medico e uno storico.
Come medico ha svolto la sua professione con attento scrupolo e caloroso zelo. Si apriva alla persona intera che a lui si rivolgeva e non soltanto ai sintomi della malattia, coinvolgeva se stesso fino alla completa guarigione del paziente ed esigeva il rispetto assoluto delle sue prescrizioni.
Sapeva aprirsi alle urgenti richieste dei sofferenti nel corpo e questa disponibilità, questa apertura, questa condivisione del dolore poteva dirsi segno non solo di maturità professionale e di rispetto della deontologia medica, ma anche segno di una fede operosa. Egli, quindi, dava vitalità, arricchimento e calore umano alle regole che governano l’esercizio della scienza medica, ponendosi sulla scia luminosa del professore Giuseppe Moscati, il grande santo di cui era particolarmente devoto.
Come storico ha riordinato documenti, ha portato contributi alla storiografia di Castellammare e delle città che la circondano. Ha elaborato dati, notizie, cronache, saggi e studi sulla Chiesa stabiana (Vescovi della Diocesi. Vicari Capitolari, monasteri e chiese), ha indagato su eventi particolari, portando alla luce cose che ora possono considerarsi (così come le opere del grande e indimenticabile Mons. Prof. Francesco di Capua) pilastri portanti della storiografia locale. E ciò gli ha meritato l’appartenenza alla Società Napoletana di Storia Patria. Continua a leggere

L’antica muraglia difensiva di Castellammare
a cura di Maurizio Cuomo
Passeggiando per le vie del centro storico, difficilmente si immagina che, un tempo, Castellammare di Stabia fosse protetta da una solida muraglia difensiva. Eppure, con ogni probabilità — come mostra la stampa antica riportata in questa pagina — le mura partivano dal castello arroccato sul colle e circondavano la città medievale.
Dalle alture del castello, la muraglia scendeva lungo l’attuale via Bonito. Proseguiva poi per l’odierna via Mazzini e raggiungeva, infine, una torre di epoca angioina costruita nel 1346. Quest’ultima si trovava proprio nel punto in cui oggi sorge il Gran Caffè Napoli. In quel tempo, quel luogo segnava uno degli estremi del nucleo urbano stabiese.
Oggi, molte delle antiche mura risultano inglobate in edifici moderni o nascoste da interventi successivi. Tuttavia, con attenzione, è ancora possibile scorgerne alcuni resti, soprattutto nei pressi dei vecchi assi viari. Questi indizi permettono di ricostruire, almeno idealmente, il percorso dell’antica cinta muraria.

Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, Napoli 1703, pag. 184-185. (coll. Gaetano Fontana)
Dal barone Giovanni Celoro Parascandolo[1. Castellammare di Stabia, Napoli 1956. Pagg. 78 e 79], apprendiamo che “Castellammare di Stabia aveva una cinta muraria difensiva che si estendeva dall’attuale porta di San Catello (precedentemente detta del Quartuccio), alla Fontana Grande. Queste mura, verosimilmente, dovettero essere costruite circa nel 1284 allorquando re Carlo I d’Angiò accordò agli abitanti dei casali delle Fratte e del Castello (ancora “divisi”) di abitare Castellammare onde meglio resistere uniti agli assalti dei nemici”[2. Ughelli: Italia Sacra vescovi di Stabia]. Nell’anno 1313 si ha certezza di queste mura perché “si riparano e si muniscono”[3. Filangieri di Candida: Codice diplomatico amalfitano].
Con un altro documento risalente all’anno 1451[4. Camera: Storia di Amalfi], ci giunge notizia che vi furono spese per le mura di Castellammare. Continua a leggere