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Castellammare: tra simboli perduti e un futuro da ricostruire

Editoriale stabiese

Castellammare: tra simboli perduti e un futuro da ricostruire

editoriale di Enzo Cesarano

Le Nuove Terme di Stabia in rudere (foto Maurizio Cuomo)

Le Nuove Terme di Stabia in rudere (foto Maurizio Cuomo)

Al posto delle Terme del Solaro, costruite tra il 1964 e il 1967 per rilanciare il termalismo stabiese e portarlo a livello europeo, sorgerà un nuovo ospedale.
Un ospedale che, come ripetono i politici, sarà all’avanguardia, attrezzatissimo, di ultima generazione: una struttura moderna, pensata per colmare le croniche carenze della sanità di Castellammare e dei comuni vicini.

Fin qui tutto bene. Ma la domanda resta: era questo il luogo giusto?
Perché le Terme non erano solo edifici: erano un simbolo, un tassello identitario della città.

Oggi non ne resta più nulla. Abbandonate dopo il terremoto, vandalizzate e smembrate, delle Terme del Solaro non rimane neppure un rudere. E la vera ferita non è solo la perdita materiale, ma la cancellazione di una memoria collettiva. Il termalismo non è stato soltanto un settore economico: è stato parte del nostro DNA.

Negli ultimi anni, troppe volte Castellammare ha dovuto assistere alla scomparsa o al declino dei suoi simboli.
Il dramma della funivia, con le vittime dello scorso aprile, ha colpito al cuore la comunità stabiese, cancellando un altro emblema cittadino che difficilmente tornerà in funzione.
Cassarmonica versa in stato di abbandono e necessita di recupero e ristrutturazione.
Le Terme vecchie restano chiuse, e nessuno sa se un giorno l’acqua tornerà a scorrere e ad essere donata ai cittadini, e se potremo ancora bere l’“acqua della Madonna”. Continua a leggere

Stabia e le sue Acque tradite

Editoriale stabiese

Stabia e le sue Acque tradite

editoriale di Maurizio Cuomo

Stabia e le sue Acque tradite

Stabia e le sue Acque tradite

Castellammare di Stabia possiede un patrimonio idrogeologico unico al mondo. Eppure, negli ultimi decenni, una gestione politica miope e disattenta ha contribuito a disperdere questo inestimabile tesoro. Le responsabilità sono evidenti. Anche volendo riconoscere i timidi tentativi delle ultime Amministrazioni, è chiaro che gli sforzi compiuti non sono stati né all’altezza né risolutivi. Lo dimostra, senza possibilità di smentita, la drammatica condizione attuale.

Oggi serve onestà intellettuale: la gestione delle acque di Castellammare è stata a dir poco fallimentare.

Le sorgenti delle terme stabiane, un tempo vanto della città, giacciono nell’oblio più assoluto. Stabia, la “Regina delle Acque”, ahinoi, è oggi, uno sbiadito ricordo!

Un vero e proprio, insulto a madre natura, che qui ha riversato con generosità le sue risorse più preziose, e un’offesa alla memoria di chi, nei secoli, ha celebrato e valorizzato questa terra. Un patrimonio inestimabile, che noi, colpevolmente, non abbiamo saputo né valorizzare, né difendere.

Per un vero stabiese, tutto questo fa rabbia. Fa rabbia vedere un patrimonio sprecato, dimenticato, abbandonato. Ma ancora più raccapricciante è l’immobilismo di chi ha il dovere di agire e invece resta in silenzio a guardare. Intanto, siamo costretti a sorbirci ogni giorno la solita retorica: parole vuote, promesse ripetute, nessun progetto utile per un reale e concreto recupero.

Nella piena convinzione che senza consapevolezza non può esserci rinascita, Liberoricercatore, in quanto portale informativo, memoria storica e voce indipendente del territorio, da anni si è impegnato a sensibilizzare la cittadinanza su questa ed altre cause. Lo ha fatto con articoli, testimonianze, approfondimenti storici e appelli alla memoria collettiva. Continua a leggere

Editoriale saluti a don Antonino

A don Antonino D’Esposito

Liberoricercatore saluta e ringrazia Don Antonino D’Esposito

Editoriale saluti a don Antonino

Don Antonino D’Esposito

Caro don Antonino, abbiamo avuto il privilegio di aver vissuto il tuo ministero nella nostra Castellammare. Sei uno di noi da ben ventuno anni (in cattedrale da 9 anni!). In questo tempo ci hai insegnato l’importanza delle relazioni tra le persone: delle relazioni vere e autentiche che arricchiscono e fanno crescere, con parole pacate gesti semplici e atti coraggiosi. Sei stato per la nostra martoriata città Costruttore di Pace; nei momenti difficili e bui che hai vissuto a Castellammare hai sempre richiamato al senso civico i nostri politici. Amorevole è stata la tua dedizione nei confronti degli ultimi di questa comunità: gli anziani, gli ammalati, i poveri che hanno trovato in te un porto sicuro nel naufragio della loro esistenza. Grazie a te numerose opere del patrimonio culturale sono state recuperate: il restauro delle campane, della Cappella di San Catello, della Cappella di San Michele, dell’organo a canne e la realizzazione del Presepe stabile stabiano sono solo alcuni esempi dei doni che resteranno a futura memoria in questa città. Ci hai mostrato la via da seguire insegnandoci che i beni sono della Comunità e che chi li gestisce ha il dovere di renderli fruibili, incentivando iniziative che mirano alla loro valorizzazione. I tuoi insegnamenti hanno, indubbiamente, contribuito a formare le coscienze, a renderci consapevoli delle nostre potenzialità. La tua opera di tutela e valorizzazione del glorioso passato è stata fondamentale per aggregare e far sentire unici e importanti tutti noi fedeli, ma anche per progettare il nostro futuro. È stata questa tua caratteristica di uomo che costruisce il cambiamento tutelando il passato, che ti ha reso unico ai nostri occhi. Il tuo prezioso esempio ha ispirato tutti noi e in modo particolare i nostri giovani, che ti hanno sempre dimostrato il loro affetto. Hai lasciato qualcosa di te in tutti noi stabiesi. Mai dimenticheremo la splendida preghiera da te scritta per l’amata Castellammare di Stabia in occasione della festa dell’Immacolata:

“Maria proteggi dal male la nostra città” Vergine Immacolata ti affidiamo la nostra Città, che da sempre ti onora, e fa’ che non ti porti solo impressa nel civico stemma, memoria di antenati credenti, ma ti porti soprattutto impressa nel cuore!  Aiutaci a costruire una città fondata non sull’egoismo che uccide, ma sull’amore che edifica! Aiutaci Maria ad avere anche noi, un cuore immacolato, una mente attenta, e mani sporche e callose perché sempre all’opera nel cantiere mai chiuso del bene comune. Maria vergine Immacolata, prega per noi!  Don Antonino Parroco.

 Solennità del Corpus Domini                                             Enzo Cesarano

 

 

 

So che ho un PASSATO davanti

Editoriale stabiese

So che ho un PASSATO davanti

( una brutta storia che potrebbe ripetersi )

editoriale di Enzo Cesarano & Maurizio Cuomo

Siamo già colpevoli di disgraziati silenzi che negli anni della speculazione edilizia hanno portato alla distruzione della “piccola città“.

Sembra di essere ritornati anni addietro, quando in nome dell’effimero progresso, con miope lungimiranza, fu “saccheggiato” e sacrificato un patrimonio di risorse uniche inestimabili (i padiglioni moreschi delle Antiche Terme di Stabia, ancora gridano vendetta).

Stare ancora una volta colpevolmente zitti ed assistere all’inutile trivellazione della zona collinare di Varano significa distruggere la nostra Cultura e la nostra antica Storia: prima che si giunga all’irreparabile, il doppio binario della Circumvesuviana deve necessariamente terminare alla nuova stazione (attualmente in costruzione) al Viale Europa… inutile, a dir poco assurda (e molto probabilmente anche illegittima), la pretesa di far avanzare i lavori (per poche centinaia di metri) sacrificando e mortificando lo scrigno archeologico di Varano.

Una nuova cementificazione porterebbe definitivamente alla scomparsa di un’altra peculiarità caratteristica del territorio: la nostra antica Stabiae.

Stavolta basta! Abbiamo un passato davanti non rendiamoci complici di questo nuovo scellerato progetto. #hounpassatodavanti.

Castellammare: da Pozzano una speranza per la città

Editoriale stabiese

Castellammare: da Pozzano una speranza per la città

l’editoriale di Ferdinando Fontanella

Belvedere di Pozzano

Belvedere di Pozzano

A Castellammare di Stabia le cose da diverso tempo vanno indiscutibilmente male. Avvolta in un vortice fallimentare la città sta scivolando inesorabilmente in un baratro da cui sarà difficile risalire la china.

Drammatica la crisi occupazionale e sociale, tantissime le famiglie indigenti a causa della chiusura delle attività produttive da Terme di Stabia ad AVIS, solo per citarne alcune. Avvilente la pochezza e l’incapacità della classe politica, vecchia e nuova, che dei tanti problemi non sembra essere ben conscia.

Sconfortante l’operato della pubblica amministrazione, incapace di portare a termine e quindi far fruttare importanti progetti che avrebbero dovuto rappresentare la svolta ed invece sono diventati un macigno che chiude un sepolcro… fallito il progetto di un museo archeologico alla Reggia di Quisisana, il restauro di piazza Fontana Grande, il rilancio dei tradizionali chioschi dell’Acqua della Madonna, il recupero delle periferie, il restauro della Villa Comunale, il rilancio turistico della città… fallito, fallito, fallito è tutto il resto.

In un contesto così deprimente, a cosa devono aggrapparsi gli stabiesi per non perdere la speranza e credere ancora in quel “Post fata resurgo”, dopo la morte mi rialzo, motto della città? Continua a leggere