Monte Pendolo e le sue Croci
articolo a cura di Maurizio Cuomo
Tra le cime che circondano Castellammare di Stabia, il monte Pendolo si distingue per la sua posizione strategica e per il forte valore simbolico.
Sentinella naturale della pianura stabiese, il monte domina il paesaggio con i suoi 618 metri di altezza, immerso in una vegetazione rigogliosa e suggestiva.
Non è solo la natura a conferirgli importanza: il Pendolo è anche luogo di fede, memoria e identità per intere generazioni.
Questo articolo curato da Maurizio Cuomo, ci guida alla scoperta di una storia affascinante e poco conosciuta.
Il testo ripropone fedelmente le parole del Sovrintendente Michele Palumbo, tratte dalla sua antologia storica Stabiae e Castellammare di Stabia, pubblicata nel 1972.
Con tono appassionato e preciso, Palumbo descrive il monte, i suoi paesaggi e le vicende legate alle sue due Croci.
La prima, issata nel 1900, fu simbolo di devozione popolare; la seconda, realizzata oltre sessant’anni dopo, ne raccolse l’eredità spirituale.
Queste pagine raccontano molto più di un monte: parlano di uomini, fede e tradizione, radicati in un territorio che non smette di stupire.
Per i lettori di liberoricercatore.it, questo è un invito a riscoprire un angolo di storia stabiese che merita di essere conosciuto e custodito.
Dalla catena dei Monti Lattari, al cui cui centro si erge il Faito con le sue cime del Canino e del Molare, si distacca, come sentinella avanzata a protezione della pianura stabiese, il monte Pendolo, alto 618 metri e ricco di lussureggiante vegetazione, con viti speciali che producono un vino poderoso. Superato il territorio del comune di Pimonte, che forse prese tal nome proprio per essere al piè del monte, e a cui oggi si accede comodamente a mezzo di strada asfaltata, comincia l’erta vera e propria, che va affrontata per vie mulattiere per giungere sulla spianata dove sorge la Croce. Continua a leggere