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Per i sentieri di antichi briganti

La rassegna stampa del libero ricercatore

La Repubblica - Tiziana Cozzi (6 aprile 2008)

La Repubblica – Tiziana Cozzi (6 aprile 2008)

“Per i sentieri di antichi briganti”,

articolo di Tiziana Cozzi, tratto da “La Repubblica” del 6 aprile 2008.

La Vena dei Briganti

Escursionisti stabiesi

( Immagini itineranti )

Il foro di accesso al secondo ambiente (foto Nando Fontanella)

Il foro di accesso al secondo ambiente (foto Nando Fontanella)

Le immagini in galleria sono tutte coperte da diritto d’autore (© www.liberoricercatore.it), per un’eventuale utilizzo, di qualsiasi ambito sia, è richiesta la citazione della fonte (foto: Escursionisti stabiesi, tratte dal portale www.liberoricercatore.it), previo liberatoria da richiedere in ogni caso a liberoricercatore@email.it.


La Vena dei Briganti

( Scheda tecnica del percorso )

Itinerario:
Antico borgo Pozzano (piazzale della Basilica Pontificia) – Vallone Scurorillo – Vena dei Briganti.

Durata:
4 ore (andata e ritorno).

Lunghezza:
5,5 km circa (Andata e Ritorno).

Difficoltà:
E (Escursionistica – media difficoltà).

Dislivello:
350 mt.

Tipo di percorso:
Il percorso è caratterizzato da un piano di calpestio misto. Ecco a seguire la relativa specifica:
dalla storica Basilica di Pozzano percorriamo a monte il prospiciente Vico Pozzano (questo primo breve tratto in salita a carattere urbano), lasciamo questa strada carrabile in prossimità di un’antica calcara che segna l’accesso al Vallone Scurorillo, pochi metri oltre la calcara incontriamo un bivio che imbocchiamo sulla destra, questo sentiero in sterrato, curva in salita fino ad arrivare nel luogo detto “Le mandrie”, dal quale si prosegue in direzione ovest per uno sentiero stretto e panoramico (la veduta mare è sul lato destro), dopo alcune centinaia di metri il sentiero, purtroppo, è interrotto bruscamente dalla rovinosa frana di Pozzano. Superato questo tratto, si riprende il sentiero in sterrato e si procede fino ad arrivare al costone a picco sull’ex “Calce e Cementi”, denominato “Vena dei Briganti”. Questo costone ospita alcune caratteristiche cavità naturali in alcuni punti murate a secco, che in tempi andati diedero ricovero e nascondiglio a chi per un motivo o per un altro voleva sfuggire agli occhi indiscreti. Giunti a destinazione si procede a ritroso sulla strada del ritorno.

Punti d’acqua:
Non presenti.

Segnaletica:
Il sentiero è privo di segnaletica escursionistica (fatta eccezione per sparuti e vetusti segnali in vernice di vario colore, comunque poco visibili e inutilizzabili).

Tipo di vegetazione:
Il percorso attraversa prevalentemente cedui a bosco misto e cedui a castagno; con tipiche essenze del sottobosco come il Ciclamino primaverile, l’Erba di San Lorenzo, l’Elloboro puzzolente, la Salsapariglia, il Pungitopo. Non mancano zone di macchia mediterranea con Cisto rosso e Cisto femmina, Ginestra, Erica arborea, Euforbia Cespugliosa, Euforbia arborescente, Mirto, Erba viperina. Da rilevare infine, nei pressi della sella di Currione, alcuni coltivi ormai abbandonati.

Punti d’interesse:
Borgo di Pozzano (antichi edifici di bella fattura) – Basilica Pontificia di S. Maria di Pozzano – Antica Calcara al Vallone Scurorillo – Ripari sottoroccia con incrostazioni calcaree caratteristiche delle pareti ricche d’acqua – Vena dei briganti e annessa casa nella roccia Splendido il panorama sull’intero golfo di Napoli – Straordinari gli spunti naturalistici che il percorso offre, di particolare bellezza è la lucertola che indisturbata si crogiola al sole o anche il fortuito incontro con un particolarissimo Rhinocoris iracundus Poda, affascinante insetto la cui puntura può risultare molto dolorosa.

Osservazioni:
La splendida suggestione del panorama sul golfo di Napoli e le bellezze naturali che l’itinerario offre si sommano alla straordinaria ricchezza storica dei luoghi. L’escursionista che affronta questo itinerario ripercorre le orme di pericolosi briganti e valorosi partigiani. Il toponimo “Vena dei Briganti” nasce in epoca di brigantaggio quando i fuorilegge dei Monti Lattari erano soliti nascondersi nei pressi di una parete verticale di roccia calcarea (in dialetto Vena) ben celata dalla fitta vegetazione e ricca di antri e piccole cavità. Proprio alcune delle cavità della vena, munite di muri a secco, fungevano da vere e proprie case per i fuggiaschi. In epoca più recente la “Vena dei Briganti” ha dato rifugio ai valorosi partigiani che combattevano le milizie fasciste e naziste, successivamente ha fornito ricovero ai pastori della zona. Questi antichi rifugi, posti alle spalle della cava in disuso della “Calce e Cementi”, oggi sono in decadenza. Gli antichi muri a secco delle case, ormai ridotti a ruderi rimaneggiati, andrebbero restaurati e valorizzati.

Breve descrizione della “Casa nella roccia”:
La “Casa nella roccia” è costituita da due ambienti. Al primo vi si accede percorrendo uno stretto sentiero che passa alla base della “Vena dei briganti” e porta ad una ripida “scalinata” formata da gradoni di roccia calcarea alla cui sommità sono ben visibili i resti della parete e dell’apertura d’ingresso che immette in un ampio spazio di forma pressappoco rettangolare. Il piano di calpestio, in roccia calcarea, della stanza è leggermente inclinato. Il soffitto è rappresentato dalla volta dell’antro mentre due delle quattro pareti perimetrali sono costruite con muratura a secco. La parete meglio conservata, situata a sinistra dell’ingresso, porta una finestra centrale e due piccole aperture poste ai lati della finestra che presumibilmente fungevano da feritoie dalle quali potevano essere esplosi i colpi di fucile restando al contempo ben riparati dietro alla parete; da notare inoltre che la parete in muratura non raggiunge la sommità della volta rocciosa accorgimento questo, adoperato presumibilmente per arieggiare meglio l’ambiente quando veniva acceso il fuoco, che sopperiva alla mancanza di focolari in muratura. Le restanti mura sono costituite dalla circostante roccia calcarea; Nella parete rocciosa posta di fronte all’ingresso è presente un’apertura circolare (diametro circa 70 cm ) lunga pressappoco un metro che immette nel secondo ambiente di poco sopraelevato. Per attraversare l’angusta apertura è necessario camminare carponi, l’uso frequente di questo passaggio ha levigato la roccia rendendola liscia e lucente. Il secondo ambiente è rappresentato da uno spazio leggermente sopraelevato al primo e molto più piccolo del primo (circa 2 X 2,5 metri), composto da tre pareti di solida roccia calcarea, da una quarta parete in muratura (quasi del tutto diroccata) che affaccia all’esterno e da un soffitto molto basso.

Galleria Fotografica

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