La “Resistenza” e noi stabiesi
a cura di Francesco Ferrigno
Ricerca di famiglia intrapresa in memoria dello stabiese Attilio Uvale
Prefazione
La memoria storica è un dovere, soprattutto quando si intreccia con le radici familiari e l’identità di una comunità. In questo toccante contributo, Francesco Ferrigno ci guida in un percorso di riscoperta personale, attraverso la figura dello stabiese Attilio Uvale, vittima della furia nazifascista. Un lavoro che dà voce alla “Resistenza” vissuta da un nostro concittadino e che ci ricorda quanto sia importante custodire e onorare il sacrificio di chi ha lottato anche per la nostra libertà.
Maurizio Cuomo
In questa lapide affissa nell’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze compare anche il nome di Attilio Uvale, di anni 23.
Attilio Uvale era il fratello di mio nonno, Catello Uvale, consigliere comunale e sindacalista del cantiere navale. Attilio fu portato via da Castellammare di Stabia dai nazisti, ma riuscì a scappare nei pressi di Firenze, arruolandosi nella Resistenza. Fu ucciso il 5 agosto 1944 in quella che ricordiamo come “La strage di Castello”.
Gli ho reso omaggio nei mesi scorsi, indirizzato da mia nonna che negli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale tenne una stretta corrispondenza con le famiglie che accolsero quei ragazzi. Attilio morì giovanissimo, e non posso non pensare che è anche grazie a lui che oggi sono, e siamo, liberi. Al di là delle polemiche e di qualsiasi colore politico, invito tutti a leggere le parole della targa, per un momento di onesta riflessione. Un attestato di fiducia nei nostri confronti, insomma, che ci carica di responsabilità.