I Fortini Borbonici

Storia e Ricerche

I Fortini Borbonici

a cura di Corrado Di Martino

Le torri del litorale tirrenico

Il litorale tirrenico, come gran parte dei confini del Regno delle Due Sicilie, ospitava da secoli torri e fortezze. Fin dai tempi bizantini, queste strutture difensive proteggevano le coste dalle incursioni dei Saraceni. Anche Svevi, Angioini e Aragonesi edificarono numerose torri, di forma circolare o quadrata, collocate in punti strategici. Attorno ad alcune nacquero veri centri abitati, come Torre del Greco.

Qui il elaborato video dedicato all’argomento:   I Fortini Borbonici

La difesa del Real Arsenale

Nel 1783, con la fondazione del Real Arsenale di Castellammare di Stabia, il Regno delle Due Sicilie organizzò un nuovo sistema di avvistamento e difesa per proteggere la fabbrica navale, vitale per il regno. Si riutilizzarono antiche torri saracene e si costruirono nuove postazioni armate, ciascuna dotata di potenti cannoni ad avancarica capaci di lanciare proiettili pieni, esplosivi o incandescenti.
All’inizio dell’Ottocento, l’Arsenale risultava già circondato da un sistema difensivo efficiente, pronto a contrastare flotte nemiche da ogni direzione.

Ricostruzione grafica di Porto Carello

Ricostruzione grafica di Porto Carello

Il Corpo degli Artiglieri Litoranei

Il 25 marzo 1793 una Reale Ordinanza istituì il Corpo di Artiglieri Litoranei, destinato ai fortini del Golfo di Napoli. Durante il periodo francese, il decreto n. 2031 del 9 febbraio 1809 definì numero e mansioni del personale. Oltre agli artiglieri, operavano armieri, custodi, guardie e fuochisti. Ogni fortino ospitava una piccola guarnigione capace di resistere anche ad attacchi da terra, come avvenne durante la Repubblica Partenopea, quando commando anglo-borbonici tentarono di colpire le postazioni vicine all’Arsenale.

ARTIGLIERIA COSTIERA

ARTIGLIERIA COSTIERA


Porto Carello

Nel 1635, il viceré de Zúniga ordinò la costruzione della torre di Porto Carello per difendere la nuova strada verso Vico Equense, nella zona detta “la Calcina”, dalle incursioni piratesche. Dell’edificio oggi non rimane nulla: negli anni Trenta del Novecento venne demolito per far posto agli impianti industriali della Calce e Cementi. In seguito, anche quegli impianti scomparvero e l’area ospita oggi il complesso turistico Crowne Plaza Stabiae Sorrento Coast.

Porto Carello

Porto Carello


Pozzano e il Forte Casamattato sul Molo

La difesa ravvicinata dell’Arsenale si basava su due strutture principali: una sulla collina di Pozzano, l’altra alla punta del molo. Sopra l’Arsenale, vicino alla Basilica di Pozzano, il generale François René Jean de Pommereul installò sei cannoni da 33 libbre e due mortai, con una guarnigione numerosa a custodia delle munizioni. Accanto al campanile della basilica sorse poi una torre ottico-semaforica del tipo Chappe.
Sul molo, nel 1795, lo stesso generale costruì su ordine di John Acton una batteria casamattata a due livelli con trenta cannoni da 33 libbre. Per la sua architettura innovativa, il forte divenne il primo esempio di struttura casamattata del Mediterraneo. Alcuni dei cannoni originali si trovano ancora oggi sulle banchine del Centro Antico, riutilizzati come bitte.

Telegrafo Chappe

Telegrafo Chappe


Forte Eblè

Alla fine del Settecento, l’ingegnere napoleonico Jean Baptiste Eblè fece costruire il forte che porta il suo nome per difendere la costa dagli attacchi provenienti da ovest. L’artiglieria comprendeva quattro cannoni da 33 libbre. Il forte sorgeva a nord del rivolo San Marco, tra la ferrovia e il mare, come mostrano le mappe dell’epoca.
Con il tempo, la struttura scomparve insieme alla memoria della sua posizione esatta, alimentando ipotesi e leggende. Una planimetria del 1813 mostra un progetto di ampliamento mai realizzato. Nel 1867, dopo la sua dismissione militare, il forte venne demolito in base al Regio Decreto del 30 dicembre 1866.

Piantina di progetto ampliamento mai realizzato

Piantina di progetto ampliamento mai realizzato


Forte Rovigliano

Sul grande scoglio di Rovigliano sorgeva una batteria borbonica orientata verso ovest. In origine, nel 1564, ospitava una torre d’avvistamento contro le incursioni barbaresche. Durante la Repubblica Napoletana, il capitano d’artiglieria Gabriele Manthonè, originario di Pescara, riarmò la struttura e la usò anche come prigione. Con pochi uomini resistette eroicamente all’attacco delle navi inglesi di Horatio Nelson.
Dopo la resa, Nelson gli promise la vita salva, ma non mantenne la parola: il 24 settembre 1799 fece impiccare Manthonè, ponendo fine alla sua difesa.

Rovigliano

Rovigliano


Forte di Capo Uncino

All’estremità settentrionale del sistema difensivo sorgeva il fortino di Capo Uncino, a Torre Annunziata. La struttura derivava da una torre di avvistamento saracena del Cinquecento. La pianta era pentagonale, con due torrette rivolte verso monte e tre verso il mare.
In base alla Reale Ordinanza del 25 marzo 1793, il presidio ospitava ventiquattro uomini del Corpo di Artiglieri Litoranei. Tra tutti i fortini, Capo Uncino risulta oggi il meglio conservato, sebbene la sua vista sia ormai preclusa.

Capo Oncino oggi

Capo Oncino oggi, foto Corrado Di Martino

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