Archivi tag: 76 immagini del terremoto a Castellammare

23 novembre 1980: il terremoto!

23 novembre 1980: il terremoto!

a cura di Maurizio Cuomo

Il 23 novembre 1980 un terremoto devastante colpì l’Italia meridionale, lasciando ferite profonde nei luoghi e nelle persone. Castellammare di Stabia visse momenti tragici, impressi per sempre nella memoria collettiva. Negli anni, Liberoricercatore ha scelto di onorare il ricordo di quel dramma con un costante contributo commemorativo. Attraverso racconti, immagini d’epoca, video, e-book e testimonianze, abbiamo cercato di mantenere viva la memoria e il rispetto per le vittime e per chi ha vissuto quei giorni con coraggio.

Oggi vogliamo offrire ai lettori un documento prezioso: un video girato dal signor Circiello tra le macerie stabiesi, all’indomani del sisma. Questo filmato, intenso e autentico, restituisce le emozioni e lo sconcerto di quelle ore. Insieme al video, proponiamo un elenco di contenuti selezionati dal nostro archivio, suddivisi per tema. Abbiamo organizzato il materiale in modo da rendere la consultazione più agevole, rapida e mirata.

Attraverso questo spazio web, invitiamo tutti a ricordare, riflettere e comprendere. Il passato, anche nei suoi momenti più dolorosi, ci insegna e ci unisce. La memoria condivisa è un ponte tra generazioni. E noi, con umiltà e costanza, continuiamo a custodirla.


Il terremoto a Castellammare di Stabia (archivio contenuti):

Il Terremoto dell’80 a Castellammare (le immagini raccontano)
a cura di Maurizio Cuomo

Terremoto: quando la memoria diventa costruttiva
di Ferdinando Fontanella

Terremoto del 1980
di Corrado Di Martino

Stabiae-book: 76 immagini del terremoto a Castellammare
a cura di Gaetano Fontana

Fuite ‘o terremoto!
di Ferdinando Fontanella

Il Terremoto del 23 novembre 1980
di Giuseppe Zingone

Happy Birthday Mister Terremoto
di Ferdinando Fontanella

Pillole di cultura: Terremoto
a cura del prof. Luigi Casale


Ritaglio di una foto immortalata dal compianto Mimì Paolercio

Il terremoto del 23 novembre 1980

Il terremoto del 23 novembre 1980

“Per ricordare un anno prima del trentennio le vittime del terremoto dell’80”

di Giuseppe Zingone

Premessa:

La memoria storica da sempre affidata ai ricordi delle persone anziane, nella moderna società civile tende ad essere smarrita e dunque ricordi, parole, detti, racconti terminano con la perdita dei nostri cari che lasciano questa terra. Ne consegue, che smarrendo queste memorie inevitabilmente restiamo privi della nostra stessa storia. È pur vero che oggi, assistiamo sempre più ad iniziative personali a breve e lungo raggio che cercano nel loro piccolo di recuperare frammenti di vita vissuta, di un uomo, di un quartiere, di una intera città, e vorremmo additare ad esempio virtuoso “La Banca della Memoria”(1) nata a Torino per l’amore di quattro giovani ed il cui modello viene oggi esportato nel mondo. Lo stesso liberoricercatore germoglia a Castellammare di Stabia, nel tentativo di restituire alla Città una memoria comune, scavando le radici del nostro passato. Castellammare di Stabia è una Città-memoria! Un agglomerato urbano che porta inciso nella fisicità del proprio territorio le tracce di avvenimenti passati di cui molti sono i segni tangibili. Le distruzioni ad opera dell’uomo e della natura, indussero alcuni suoi cittadini ad attribuirle il motto “Post fata Resurgo”(2) che suona come una ricerca permanente di rinnovamento, una volontà delle sue genti che costantemente vollero che rinascesse dalle propri ceneri, come l’Araba Fenice. Il terremoto dell’Ottanta si pone nella storia della nostra Castellammare come spartiacque, cerniera di epoche assai diverse tra loro quasi senza continuità: da un lato la reputazione di Città turistica e industriale assieme, con i suoi piccoli problemi che iniziavano ad evidenziarsi alla fine degli anni Settanta e di cui ci rimangono oggi solo immagini da cartolina; d’altra parte, il dopo-terremoto che evidenzia una Città in declino, il cui apice, è la guerra di camorra tra i D’Alessandro e Imparato; senza dimenticare le problematiche connesse al mondo del lavoro (e del Sud) che fa degli stabiesi, menti e braccia esportate nel mondo.

Ritaglio di una foto immortalata dal compianto Mimì Paolercio

Ritaglio di una foto immortalata dal compianto Mimì Paolercio

La mia personale esperienza: Mio padre la stessa sera del terremoto del 23 Novembre 1980, guardando me e mia sorella più grande, disse: “Racconterete voi a vostra sorella Annalisa (di un anno), ciò che è accaduto oggi!”, ed io qui ora mantengo la mia promessa. Così è nella mia memoria il terremoto, rapido e funesto! Un evento non preannunciato, che fa della natura, la mano efferata che si abbatte sui suoi figli; una natura a dire il vero troppo spesso inascoltata ed offesa. Gli uomini dunque vittime dei loro stessi errori, come ci ricorda tragicamente il più recente terremoto dell’Aquila. Sono trascorsi quasi trent’anni da quel sisma che ebbe il suo epicentro in Irpinia e che con questo nome è passato alla storia, ma che sconvolse anche la nostra terra(3). Era Domenica, ed il terremoto ci colse così… mentre stavamo giocando, i miei nove anni sparirono in un attimo, altri non ebbero più modo di contare i propri, è bastata una scossa ed il boato che squarciava la terra, portò con sé decine di vite che intrapresero insieme un unico cammino. Per molti miei coetanei quella sera ebbe termine la spensieratezza, la gioia e i giorni divennero grigi. Ci scoprimmo improvvisamente adulti, Richter e Mercalli divennero i nostri compagni di gioco; come la consapevolezza dell’assestamento e l’immancabile paura che ci perseguitò per molto tempo, e che spesso riemerge nelle mie notti insonni. Molte parole nuove come: scosse telluriche, sussultorio e ondulatorio, sisma, magnitudo, container, baraccopoli andarono ad arricchire il nostro vocabolario. Lo studio, in attesa delle dovute verifiche si fermò, la Scuola Media Statale Alfredo Panzini, sotto la reggenza del Preside De Simone, unica nel Centro Antico di Castellammare portò “i propri banchi in tasca” spostandosi all’Ex Ufficio Sanitario (via Amato) zona Ferrovia. Alcune partite dei Mondiali dell’Ottantadue le vedemmo a scuola, per i turni pomeridiani, e solo nel 1983 quando frequentavo la seconda media, riacquistammo la nostra nuova sede, nei pressi della Fontana di San Giacomo, dove si trova ancora oggi. Continua a leggere

Via Cassiodoro due: il terremoto del 21 agosto 1962

( nei ricordi del dott. Raffaele Scala )

Premessa d’autore:

Caro Maurizio, ritorno con il racconto breve della seconda parte dei ricordi di via Cassiodoro, mettendo a fuoco la sera del 21 agosto 1962, quando ci fu il terremoto, che però non colpì la nostra città, se non per la scossa avvertita in tutte le abitazioni, provocando molta paura ma nessun danno a persone e a cose.
Il racconto ha una sua importanza perché ricorda alle nuove generazioni, cresciute in case in cui ci sono tanti televisori quante sono le stanze e trecento canali sui quali sbizzarrirsi h24, mentre a quei tempi la televisione, uno scatolone enorme, con rivestimento in legno, la Rai trasmetteva soltanto poche ore al giorno. Erano i tempi della preistoria della tecnologia!

Con immutata simpatia. Raffaele Scala.

Castellammare in Televisione (coll. Bonuccio Gatti)

Castellammare in Televisione (coll. Bonuccio Gatti)

In un articolo precedente ho parlato del tempo in cui portavo ancora i calzoni corti ed abitavo in via Cassiodoro. Appartiene a quel tempo lontano, erano gli anni Sessanta, un ricordo ancora vivo in chi lo ha vissuto: quello del terremoto verificatosi nel tardo pomeriggio del 21 agosto 1962, quando due forti scosse di magnitudo sei colpirono le province di Avellino e Benevento, provocando 17 morti e migliaia di senza tetto. In quel tempo, lasciata la casa di Salita I De Turris, dopo una breve parentesi in via Napoli, la nostra balda famiglia Scala si trasferì in via Aurelio Cassiodoro, una traversa cieca di via Giuseppe Cosenza in un appartamentino al piano terra con un piccolo cortiletto e cancello che dava sulla strada. Continua a leggere