Archivi autore: Lino e Gelda

Informazioni su Lino e Gelda

Catello (Lino) Di Capua - Profondo conoscitore della bibliografia di Castellammare di Stabia, studioso di storia locale, specializzato nella catalogazione del libro antico, è autore di pregevoli saggi. Geltrude (Gelda) Vollono - Specializzata sulla catalogazione del libro antico collabora con la redazione di Liberoricercatore sul cui sito ha pubblicato numerosi lavori sulla storia di Castellammare di Stabia. È stata docente di matematica.

Joseph Lanner

Joseph Lanner

Joseph Lanner

(appendice a “Souvenir de Castellammare”)

di Lino Di Capua e Gelda Vollono

articolo del 09/08/2018

Joseph Lanner

Joseph Lanner

Joseph Lanner nacque il 12 aprile 1801 a Zeismannsbrunn, sobborgo viennese, e dalla documentazione battesimale della parrocchia di St. Ulrich risulta che fu battezzato il giorno stesso della sua nascita. A causa di un piccolo difetto nella scrittura, la sua data di nascita veniva spesso segnata in modo errata e persino sulla sua lapide nel cimitero di Döblinger era incisa 11 aprile 1800. Solo dopo il ritrovamento di un documento da parte della figlia Katharina, la data fu corretta.
I Lanner erano una tipica famiglia borghese viennese: la madre, Maria Anna Scherhauff, era una governante, mentre suo padre Martin era un cappellaio e un guantaio. Già da bambino fu portato dal padre ad assistere ad eventi musicali, verso i quali egli mostrò un vivo interesse. Il 1° dicembre 1812, entrò all’Accademia di Belle Arti per un apprendistato come incisore, tuttavia, dopo solo due anni, fu espulso. Suo padre, allora, visto che il figlio fin da bambino suonava il violino da autodidatta, gli permise di prendere lezioni di musica. Fu così che, ad appena 12 anni, Lanner entrò a far parte dell’orchestra di Michael Pamer, dove più tardi avrebbe incontrato quello che sarebbe divenuto il suo grande amico e rivale: Johann Strauss padre.
I due fin da subito furono legati da forte affiatamento tanto che, nel 1818, abbandonarono insieme l’orchestra per fondare un quartetto con i fratelli Karl e Johann Drahanek, rispettivamente al violino e alla chitarra. Il quartetto sarebbe diventato poi un quintetto con l’aggiunta di un violoncello ed una viola, suonata dallo stesso Strauss. Il progetto crebbe e Lanner riuscì a costruire una vera e propria orchestra, di cui era il direttore, con la quale era in grado di esibirsi con grande successo nei più importanti locali di intrattenimento della città.
Di contro, Strauss, costretto al semplice ruolo di vicedirettore, sentiva troppo sacrificati lui e le sue opere, che non stavano ottenendo i giusti riconoscimenti e questa sua scontentezza portò alla loro separazione avvenuta, dopo un feroce litigio durante un concerto nella sala da ballo ZumSchwarzenBock, una sera di settembre del 1825.
L’orchestra si scisse e anche se Strauss formò una propria orchestra, i due compositori rimasero molto amici e occasionalmente vivevano nello stesso appartamento a Josefstadt 67 insieme alla domestica Anna Zinagl.
Nella primavera del 1826 Lanner cambiò editore e passò da Haslinger a Mechetti. Ne 1829 divenne direttore musicale di k.u.k.1 poi, sempre nello stesso anno, ricevette l’ambita nomina di direttore musicale dei balli nella Redoutensäle2 del palazzo imperiale di Hofburg e due anni dopo assunse anche la direzione della seconda banda reggimentale di Vienna, che gli diede ancora più fama.
Nel 1833 si confrontò con il mondo del teatro, scrivendo la musica per la pantomima “Genesi del Policinello” del maestro di danza Johann Raab3 al Josefstädter Theater di Vienna.
Dall’inizio del novembre 1834, Lanner e la sua orchestra fecero per la prima volta un tour di concerti fuori da Vienna, recandosi dapprima a Pest, parte della moderna Budapest, e a Bratislava nell’ottobre 1835, dove si esibì due volte a teatro, ottenendo sempre un grande successo.
Nel 1836, per il loro impegno in concerti a sfondo caritatevole, sia lui che Strauss ricevettero la cittadinanza onoraria viennese.
Nel 1838 partì con la sua orchestra per dei concerti nelle città di Linz e Salisburgo e, quando l’imperatore Ferdinando I fu incoronato re di Lombardia, nel settembre dello stesso anno, fu invitato a esibirsi ai festeggiamenti organizzati a Innsbruck, Milano e Venezia.
Lanner fu un grande compositore di musica da ballo, la lista delle sue opere conta diverse centinaia di danze, dal galoppo alla polka passando per il valzer. La sua opera più conosciuta, Die Schönbrunn (l’abitante di Schönbrunn), fu dedicata al proprietario del Caffè Dommayer di Hietzing, nelle immediate vicinanze del castello di Schönbrunn.
A tal proposito si racconta che, anche Donizetti4, quando in qualità di nuovo compositore di corte viennese, durante una cena al “Cafè Dommayer” il 2 giugno 1842 lo incontrò e lo udì suonare, ci fosse ritornato più volte, perché gli piaceva ascoltarne la musica.


P.S.: Le notizie che sono state riportate nella biografia sono state estrapolate da riviste, libri e siti internet, spesso in lingua tedesca e austriaca. Pertanto, ci scusiamo con i lettori se, in qualche passaggio, la traduzione non risulta essere completamente corretta.


Note:

  1.  La futura “Opera di Stato di Vienna”.
  2.  Salone delle feste
  3.  Raab, Johann (1807-1888), ballerino, mimo e maestro di danza, era molto popolare come” Policinello” a causa della sua destrezza fisica.
  4. Domenico Gaetano Maria Donizetti (Bergamo, 29 novembre 1797 – Bergamo, 8 aprile 1848) è stato un compositore italiano, tra i più celebri operisti dell’Ottocento e da molti ritenuto l’autore della musica della celebre canzone napoletana “Te voglio bene assaje”.
paluorcio

Il paluorcio

Il paluorcio

articolo di Lino Di Capua Gelda Vollono

articolo del 07/03/2013


paluorcio

paluorcio

Caro Maurizio, ho riletto con interesse ed anche con una certa emozione l’appello accorato del dott. Vincenzo Esposito di giovedì 12 agosto 2010(1), in favore della conservazione del paluorcio, struttura di appoggio alla teleferica usata per il trasporto della neve, del legname e di altri prodotti fino alla prima metà dell’800. Esso mi ha fatto venire alla mente quella che mio padre, allora operaio del cantiere, aveva costruito in scala molto più ridotta all’inizio degli anni ’50. Consisteva essa in una serie di pulegge e di funi a cui era appeso il classico ‘panariello’ di vimini e che collegava il balcone posto al quarto piano della nostra casa con quello di fronte situato al primo piano della casa dove abitava la famiglia di mia madre. Attraverso questa teleferica casalinga era possibile trasferire da sopra a sotto e viceversa senza sforzo e in pochissimo tempo ogni genere di cose. Chissà perché ho sempre pensato che mio padre si fosse ispirato alla funivia del Faito ma, solamente dopo aver letto l’articolo e aver riflettuto sul fatto che lo usavamo già prima che la funivia andasse in funzione, ho capito che era ai paluorci che aveva pensato. Infatti egli, come tutti quelli che lavoravano ai cantieri navali, doveva sicuramente conoscerne la storia ed essendo poi un grande amante della montagna in qualche sua escursione doveva essere per forza imbattutosi in ciò che ne restava di essi. Mi sono poi ricordata che fino a qualche anno fa non era insolito, passeggiando per le strade del centro antico della nostra città, vedere calare dai balconi i ‘panari’ con i quali le signore solevano comprare la mercanzia da venditori ambulanti o da negozianti sotto casa e non mi è stato difficile pensare che forse anche quello è stato un riadattamento del più antico paluorcio. Continua a leggere

Monologhi stabiesi - Ex diversis unum

Monologhi stabiesi

di Lino Di Capua e Gelda Vollono

Monologhi stabiesi - Ex diversis unum

Monologhi stabiesi – Ex diversis unum

 

articoli disponibili:

Io son farfalla e volo

articolo del 28/05/2022


Dal Torrione al Palazzo Spagnuolo

articolo del 24/04/2022


Beppo: il piccolo giornalaio della Stazione di piazza Ferrovia

articolo del 05/03/2022


Le Cinque lettere del dott. Giovambattista Quadri

articolo del 12/12/2021


I “Conti di Castellamare”

articolo del 12/08/2021


La Portella del Quartuccio: una scoperta sorprendente

articolo del 28/07/2021


La via del Gesù

articolo del 19/07/2021


Alcune note sullo Stallone

articolo del 13/06/2021


Souvenir de Castellammare

articolo del 11/08/2019


Le sedi delle principali officine di posta a Castellammare di Stabia nell’Ottocento

articolo del 26/03/2019


Villa Moliterno

articolo del 24/02/2019


Perche’ “Palazzo Cardone”?

articolo del 12/02/2019


Joseph Lanner

articolo del 09/08/2018


Il paluorcio

articolo del 07/03/2013


Lo Stabias Hall

articolo del 13/10/2012


Le miracolose acque minerali di Castellammare

articolo del 09/03/2011


15 agosto 1807: Castellammare in festa

articolo del 13/01/2011


Un episodio di delinquenza “organizzata” risalente al 1888

articolo del 16/05/2010


Il cav. De Gaetano e la nascita della Piedigrotta Stabiese

articolo del 06/06/2009


La “Cirio” di Castellammare…

articolo del 06/06/2009

.


Cenni biografici degli autori:

Vollono Geltrude: nata a Castellammare di Stabia (NA) il 16 ottobre 1949, dopo aver conseguito nel 1968 la Maturità presso il locale Liceo Classico Plinio Seniore, si laurea in Matematica presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli il 22 marzo 1973. Insegnante di ruolo di scienze matematiche presso la scuola media Di Capua di Castellammare, fino al 1997, non ha mai tralasciato di trasmettere ai suoi alunni l’amore per la propria città e il rispetto per le proprie radici storiche e culturali. Dal 2000 è impegnata nel coordinare i lavori di riordino e di informatizzazione del patrimonio librario della Biblioteca del Clero della locale chiesa del Gesù.
Di Capua Catello: nato a Castellammare di Stabia (NA) il 30 luglio 1969, infermiere professionale presso il Presidio Ospedaliero “Loreto Mare”. Da circa 25 anni bibliofilo di storia stabiese. Dal 2000 collabora come volontario ai lavori di riordino e di informatizzazione del patrimonio librario della Biblioteca del Clero della locale chiesa del Gesù. Avviato alla ricerca storica dal compianto dott. Giovanni Celoro Parascandolo, maestro di vita e di storia.
Articolo del 1888

Un episodio di delinquenza “organizzata” risalente al 1888

Un episodio di delinquenza “organizzata” risalente al 1888

a cura di Ex Diversis Unum

articolo del 16/05/2010


Premessa:

La prof.ssa Gelda Vollono e Lino Di Capua dell’Associazione Onlus “Ex Diversis Unum”, che notoriamente si occupano di bibliografia e ricerche storiche locali, hanno rintracciato uno scritto risalente al 1888, in cui l’articolista descrive uno squarcio di vita stabiese d’epoca. L’articolo è tratto dal giornale svizzero “Journal de Geneve” datato 16 dicembre 1888, del quale si è fatta la traduzione (a fronte).

articolo in originale:

Articolo del 1888

Articolo del 1888

articolo tradotto:

I villaggi di Scanzano, Mezzapietra e Privati, nei pressi di Napoli, sono pieni di famiglie che hanno ciascuna uno o più conti da regolare con la giustizia. Esse hanno formato tra di loro una associazione di malviventi, che da diverso tempo affligge la città, senza che l’autorità li possa cogliere sul fatto. Un sergente dei carabinieri, da poco in attività nei paraggi, decide di debuttare con un colpo da maestro. Recentemente a Castellammare si erano perpetrati ai danni di due commercianti di salumi e formaggi due colpi importanti. Durante le ricerche per scoprire gli autori, il sergente trovò presso una sorella di un importante malvivente a nome de Senesio, dei formaggi e del lardo, riconosciuti come provenienti dalle rapine di Castellammare e, dopo questa scoperta, furono eseguiti cinque arresti. Nel frattempo, un fortunato avvenimento venne a facilitare la scoperta degli altri delinquenti… Si era saputo che Raffaele Iaccarino, pluripregiudicato, era sul punto di sposarsi con una ragazza del paese. La sera del matrimonio, il fior fior della malavita di Castellammare, arrivò per partecipare al festino dato da Iaccarino per festeggiare le sue nozze. Si mangiò allegramente e con grande appetito, e per dessert furono serviti formaggi e altre leccornie provenienti dai furti. Al momento del saluto agli sposi, la porta si aprì improvvisamente ed irruppero i carabinieri, che arrestarono tutta la banda, compreso lo sposo.
La sposa dal dispiacere fu presa da una crisi di nervi e per lei la luna di miele si trasformò in luna di … fiele.