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Microstoria stabiese

Microstoria stabiese

articolo di Maurizio Cuomo

Oggi, pubblichiamo una micro-storia stabiese, posta alla nostra attenzione dal carissimo Catello Esposito Sansone, che ci renderà partecipi di un suo ricordo.

Ebbene, a casa di Catello, ad una parete del corridoio è affisso in bella mostra un piccolo quadro, che suo padre Filippo ebbe in regalo dal pittore Vincenzo D’Angelo, suo amico.

ll disegno fu realizzato in occasione di uno dei tanti incontri che Filippo, Vincenzo ed altri inseparabili amici, erano soliti fare al “bar Spagnuolo” (punto di ritrovo del gruppo).

Visto il potenziale valore del disegno (raffigurante l’autoritratto dell’autore), Filippo, alla morte dell’amico Vincenzo, per il quale nutriva profonda stima, decise di aggiungere una cornice per preservare l’integrità dell’opera. Continua a leggere

Vincenzo D’Angelo e il Duce

di Corrado Di Martino

L'artista D'Angelo negli anni '70

L’artista D’Angelo negli anni ’70

Vincenzo D’Angelo (Pozzuoli, 9 marzo 1906 – Castellammare di Stabia, 10 gennaio 1984) artista poliedrico, fu pittore, poeta e scrittore di fama nazionale. Mosse i primi passi alla scuola di Leon Giuseppe Buono, di Giovanni Brancaccio e successivamente, del leccese Vincenzo Ciardo. Nel 1930 si trasferì a Castellammare di Stabia, dove nel 1936 costituì, in ricordo di Errico Gaeta, la Scuola dei Pittori di Quisisana e, successivamente, quella di Via Coppola. Era molto conosciuto e apprezzato a Bruxelles, a Helsinki, a Praga, a Bucarest, a Varsavia, a Cracovia, a Sofia, e naturalmente, in Italia. Alcune sue opere si ritrovano in collezioni private, come: la Pirelli a Milano, la Martinez a Parigi, la Sormani ancora a Milano, come anche la Villani; e in collezioni pubbliche come quella del Museo civico di Pescara, del Banco di Napoli, del Palazzo Strozzi di Firenze, del Museo Civico di Milano, e del Comune di adozione Castellammare di Stabia. partecipò al Premio Bergamo, al Premio Michetti, al Premio Suzzara, Premio Posillipo, alla Quadriennale di Roma (1937, 1951) ed alla Biennale di Venezia (1950) solo per citare la partecipazioni ai maggiori eventi.

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Polidoro

Dal tratteggio inconfondibile del M° Vincenzo D’Angelo, quest’oggi riemerge il ricordo di un personaggio molto noto agli stabiesi. A proporre questa nuova chicca, manco a dirlo, è il dott. Giuseppe Plaitano, che ritrova tra i tanti documenti della sua collezione di “cose stabiane”, nientedimeno che il ritratto di Polidoro.

Polidoro

Polidoro

Polidoro era un personaggio caratteristico, noto nel rione per la sua originalità caratteriale da eterno bambinone, con qualche “rotellina” fuori posto. Orfano di entrambi i genitori, viveva, insieme ad altri suoi fratelli e ad una sorella, con delle zie, le quali, alla morte dei genitori, avevano adottato gli sfortunati nipoti. Abitava in un appartamento al terzo piano del mio stesso stabile alla via S. Caterina, 109. L’aneddotica su Polidoro è ricchissima di episodi divertenti.

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