Giannino ‘o chiattone ( detto ‘o l’inferno )

Giannino ‘o chiattone
( detto ‘o l’inferno )

'o mellonaro

‘o mellonaro

Cari amici lontani, tra i personaggi da voi citati e ben rappresentati ci starebbe bene anche Giannino ‘o chiattone (‘o mellonaro) che con il suo carretto, d’estate, distribuiva angurie bellissime. Mi ricordo che con lui c’erano anche un altro omone più anziano (padre o fratello) e una donna altrettanto obesa. Erano dei casinisti, anche rudi e apparentemente scortesi tra loro, ma molto premurosi con i clienti.
C’era una storia che girava all’epoca su Giannino, eccola:
Un giorno questi incaricò un bambino di comprargli le sigarette perchè lui era occupato alla sua posta dei meloni.
Il bimbo, felice di aver ricevuto il solenne incarico nientedimeno che da Giannino in persona, corse felice verso il tabaccaio, ma una volta nel negozio, si accorse che nella corsa aveva perduto i soldi che Giannino gli aveva dato per le sigarette.
Disperato e dal momento che per tornare a casa doveva necessariamente passare proprio davanti al carretto di Giannino, il bimbo si sedette sul marciapiedi e cominciò a piangere.
Una signora che passava gli chiese: “Piccerì, perchè piangi?”, il bimbo: “Perchè aggiu perso ‘e sorde d”e sigarette ‘e Giannino, e mmò chillo nun me crede certamente”, la signora: “Nun te piglià collera figliu mio. Vieni appriesso a me. Gli parlo io”.


Così la signora e il bambino raggiunsero il carretto dove era appostato il mellonaio, il quale vi si era poggiato con una mano e con l’altra teneva la sigaretta e con un’aria spavalda canticchiava.
La signora gli si rivolse: “Buongiorno Giannì. Ditemi una cosa, voi aspettate un bambino?”, Giannino: “No, no signò a me è panza naturale…”.

Dino de Luca (SIENA)

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