Acquaforte di Quisisana

tratto da “Le Acque e il Maestrale ” di Piero Girace

Volendo dare un ulteriore contributo culturale al nostro portale, quest’oggi propongo la lettura di un brevissimo racconto narrativo, di Piero Girace, che con fare poetico e da vero scrittore, fa rivivere Quisisana, luogo incantato, purtroppo, abbandonato!!!

Buona lettura. Maurizio Cuomo.

Ciro Denza - Nel bosco! (Quisisana)

Ciro Denza – Nel bosco! (Quisisana)

I boschi antichi e folti, sono percorsi da innumerevoli viali, dove sorgono improvvise apparizioni del settecento barocco, vecchie fontane con satiri e tritoni.

La fontana del Re s’innalza maestosa sovra una grande vasca, dal fondo coperto di foglie secche.

La fontana è malata, e perciò, invece di cantare, barbuglia parole sconnesse come una vecchia sdentata, e fa lunghi discorsi, come usano appunto i vecchi, e racconta del tempo del suo rigoglio, in cui il suo forte zampillo saettava gli alti rami dei castagni, e di re Carlo d’Angiò, il quale un po’ stanco, un po’ malato veniva alla fontana, e trascorreva nella fresca ombra lunghe ore di riposo negli assolati pomeriggi estivi.

Il bosco delle fontane, d’estate, ha il tono di un’acquaforte.

Il sole non potendo penetrare nella boscaglia si vendica bruciando le poche casette addossate sul ciglio del bosco, sulle quali l’intonaco rosa, disseccato, pare debba quanto prima crepare e sfarinarsi al suolo.

I re, i personaggi illustri di Quisisana antica e regalissima, vivono ancora in questi boschi. I ricordi sono realtà.

Chi dice che non possa da un momento all’altro – nel bel pomeriggio di estate – sbucar da un viale Giovanni Boccaccio che insegue, inquieto e sensuale, la dolce Fiammetta, fiutando, nella solitudine vegetale, saporose avventure boscherecce? Oppure far capolino (i secoli non contano) di dietro una fontana – e sia proprio quella del Re – una maestà borbonica indolente e burlona? E ridere solo seguendo Maria Cristina che passeggia con due dame in un viale?

E se un’aria musicale corre nel silenzio pomeridiano, essa è di Cimarosa.

E se il vento agita le foglie dei vecchi alberi, esso è il maestrale, che desta dal loro torpido sonno i velieri del porto di Castellammare, e scorrazza per tutte le strade della città marina.

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