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La Resistenza nasce a Castellammare di Stabia

La Resistenza nasce a Castellammare di Stabia

 ad opera dei marinai

articolo di Antonio Cimmino

Veduta sul Regio Cantiere di Castellammare di Stabia

Veduta sul Regio Cantiere di Castellammare di Stabia

Era l’inizio del mese di settembre del 1943, nel cantiere navale di Castellammare di Stabia – ex regio cantiere costruito nel lontano 1783 – alcune navi militari erano in allestimento. Altre sugli scali pronte per essere varate (corvette Vespa e Lucciola), piccole unità già in avanzato stato di armamento, erano affiancate ai moli (Vedette antisommergibile V.A.S. e M.A.S.), altre sette corvette (Calabrone, Cavalletta, Cicala, Coccinella, Grillo, Maggiolino, Libellula), un piroscafo, tre motozattere ed un sommergibile in costruzione avanzata, rappresentavano un notevole quantitativo di naviglio bellico. La massima autorità militare presente in cantiere era il Capitano di Corvetta Domenico Baffigo (1), di Cornigliano Ligure, di 31 anni, che sovrintendeva all’allestimento dell’incrociatore Giulio Germanico. L’ufficiale superiore era un pluridecorato con due Medaglie d’Argento, due di Bronzo ed una Croce di Guerra, per valorose azioni compiute in qualità di Osservatore Aereo Continua a leggere

Domenico Baffigo, l’eroico marinaio

a cura di: Corrado Di Martino – 01 ottobre 2019

L’otto settembre del 1943, un paese in ginocchio, accoglieva la notizia della firma dell’Armistizio, con gioia e speranza per il futuro. La reazione tedesca fu crudele e, a tratti inumana, con l’aiuto del dottor Antonio Cimmino cultore della storia della Marina Militare Italiana, in un brevissimo video, raccontiamo ciò che accadde a Castellammare di Stabia, da quel fatidico mercoledì, fino al 28 settembre.

La storia di un eroico marinaio venuto da lontano, a morire, per salvaguardare i cantieri navali e la nave di cui era il Comandante 1. La città non mai ha dimenticato il sacrificio del Comandante Domenico Baffigo, a cura dell’ANMI, Presidente l’avvocato Mariconda e, del Consiglio di fabbrica del Cantiere Navale, nel 1979, fu sistemata una prima lapide sul muro perimetrale della Caserma Marina (Cristallina). Nell’81 un’altra fu apposta nei pressi del monumento al Marinaio in villa comunale

  1. Incrociatore leggero Giulio Germanico, varato a Castellammare di Stabia il 26 luglio del 1941.   Semi-affondato dai tedeschi nel settembre del 1943, Il Giulio Germanico fu rimesso a galla dopo la fine della seconda guerra mondiale e, operò nella Marina Militare Italiana distintivo ottico D 563, ribattezzato San Marco, sino alla radiazione, avvenuta nel 1971.

Il “Giu’ Germania”

Il “Giu’ Germania”
di Frank Avallone

L’italo americano Frank Avallone, stabiese in Florida, racconta la storia della sua vita.

Nel dopoguerra, da ogni parte di Castellammare, guardando verso i cantieri navali, si vedeva una nave da guerra, ancora ormeggiata alla banchina della punta del molo, con la poppa sott’acqua, e la prua fiera e orgogliosa fuori dall’acqua; gli stabiesi chiamavano questa nave “ ‘O Giu’ Germania ”. La ragione di questo nome viene dal fatto che i tedeschi la minarono, per affondarla, ma non vi riuscirono completamente. La nave era ormeggiata con grosse catene di ferro al molo. Da questa storia vennero fuori diversi modi di dire, uno in particolare curioso e divertente era il seguente: quando, qualche donna stabiese preparava le braciole legandole con molto spago, il marito raccontava: “Muglierema ha fatto ‘e braciole attaccate che catene r’‘o Giu’ Germania”.
Nel ricordo di questo periodo, la curiosità mi ha spinto ad indagare, circa il vero nome di questa nave e la storia che c’era dietro. Così la settimana scorsa, incominciai a ricercare su internet, notizie su questa nave. Con sorpresa ho scoperto una storia bella e tragica, che voglio condividere con voi.

L'incrociatore Giulio Germanico (Il "Giu' Germania")

L’incrociatore Giulio Germanico (Il “Giu’ Germania”)

Il vero nome di questa nave era “GIULIO GERMANICO”, nome di un generale romano; un incrociatore leggero di 3743 tonnellate; fu impostata il 3 aprile 1939 per essere varata nel luglio 1941 e completata nel 1943. Capitano DOMENICO BAFFIGO, ne aveva avuto il comando. Il Giulio Germanico aveva un equipaggio di 418 marinai. La nave era pronta a prendere il mare; quando l’otto settembre, l’Italia capitolò per firmare una pace separata con gli alleati. Il comando tedesco, sapendo di questa nave pronta e di 8 corvette della classe “Gabbiano”, completate o quasi, diede ordine alle truppe tedesche di prenderne possesso. Capitano BAFFIGO, invece di partire col Giulio Germanico, decise di rimanere e di difendere il porto, i cantieri e tutte le navi in rada nelle acque di Castellammare di Stabia. Con i suoi 418 marinai e con l’aiuto dei carabinieri, accorsi per sostegno, organizzò le difese.
Dopo 3 giorni di furiosi combattimenti, i tedeschi, non riuscendo a sfondare le difese, sventolando bandiera bianca, invitarono il capitano DOMENICO BAFFIGO ad una trattativa; per cui sotto la protezione del colore della bandiera, simbolo di momentanea tregua, il capitano uscì per incontrare i tedeschi; ma venne preso con l’inganno, venne tradito dal vigliacco tranello e catturato per essere fucilato. Il suo corpo non fu mai ritrovato. Così il cantiere e le navi finirono in mano ai tedeschi che per l’arrivo degli Alleati americani nella vicina Salerno, di lì a poco dovettero abbandonare Castellammare per ritirarsi al di là del fiume Garigliano. Prima di partire, affondarono le corvette e tentarono di affondare anche il Giulio Germanico; la nave però decise di non collaborare e rimase per metà a galla; per cui divenne “ ‘O Giu’ Germania ”; nome estremamente appropriato “Pecche’ ‘e tedesche nu’ furono capace r’affunnà“.
Nel 1950 la nave fu recuperata, ricostruita e ribattezzata col nome “SAN MARCO“, entrando in servizio nel 1956.
DOMENICO BAFFIGO fu insignito della Medaglia d’Oro al Valore e a futura memoria dell’accaduto oggi una lapide è affissa sul muro perimetrale dei cantieri navali. Per una strana coincidenza della vita ho poi visto che quasi contemporaneamente, in questi giorni, avete rimesso in pubblicazione su “Libero Ricercatore” lo scritto: “ La Resistenza nasce a Castellammare…” a cura del prof. Antonio Cimmino, che ringrazio e dal quale ho appreso ulteriori importanti informazioni.