Libero D’Orsi
a cura di Gaetano Fontana
Quello pubblicato a seguire è uno dei tanti poemi scritti dall’indimenticato archeologo e scrittore stabiese Libero D’Orsi, la nostra attenzione e la conseguente scelta è caduta su “Donna Fulgida”. Nel poema è narrata la triste storia della contessa longobarda, il cui fantasma come leggenda vuole, si aggira ancora oggi sull’isolotto in attesa del ritorno dei suoi cari.

La poesia di Libero D’Orsi ripresa da un giornale locale di 73 anni fa… (si ringrazia il dott. Raffaele Scala per la preziosa segnalazione)
Donna Fulgida
Dal castello di Rovigliano
briciola d’isola nel mare di Stabia
viene un grido di dolore
ogni notte.
Sulle mura della torre
diroccata,
senza posa, viene e va
una fantàsima.
Due parole quella larva
grida e piange:
” Figlio… sposo… “.
Grida e piange.
Narra il volgo:
Donna Fùlgida
la contessa longobarda
chiama e aspetta
il consorte che strozzato
fu dal duce barbaresco,
il figliuolo che il corsale
le rapì.
Sempre aspetta donna Fùlgida,
ma lo sposo non ritorna
il figliuolo non ritrova
vie né porte.
E le grida di dolore
non ristanno. Alla fantàsima
eco fa la procellària
col suo pianto…
Libero d’Orsi nacque a Castellammare di Stabia il 30 marzo del 1888 da Antonino e Concetta Vitale. Si laureò in Lettere presso l’Università di Napoli e in Filosofia presso l’Università di Padova. Nel 1946 divenne preside della scuola media Stabiae dove rimase fino al 1958. Nel 1949 fu nominato ispettore onorario alle Antichità e Belle Arti e poi Conservatore Onorario del Museo Statale di Castellammare di Stabia. Fu Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e fu insignito della Medaglia d’Oro al Merito della Repubblica per la Scuola, la Cultura e l’Arte.
Libero d’Orsi si spense a Castellammare di Stabia il 18 gennaio 1977 a quasi novant’anni.

