Archivi tag: Nello Lascialfari

Il Murale di Viviani

Il Murale di Viviani

03-10-2021 Corrado Di Martino

In pieno Centro Storico, quasi per caso, su invito di Andrea De Falco, abbiamo scoperto un inedito e incelebrato murales; il murale a Raffaele Viviani. Nel breve video realizzato con Vincenzo Cesarano, Nello Lascialfari, noto chansonnier, ci regala una sua chicca su Viviani.

Su iniziativa di Giovanni Russo, uno degli abitanti del civico 14 di via Viviani, è stato composto un murales dedicato al grande drammaturgo stabiese. L’opera è stata realizzata da Marco De Rosa, un artista che abita a pochi passi dalla casa di Viviani. Tanta passione, tanta maestria, tanto talento, per rappresentare in pochi precisi tratti la maschera e il cuore di Raffaele Viviani. A colpire di più se possibile, è anche la gioia e l’orgoglio mostrato dalla gente dello storico palazzo di Viviani, la gente di Viviani, quelli che pur lontano ha sempre portato nel cuore. Grazie Marco, grazie Giovanni, grazie Andrea, grazie agli amici del 14 di via Viviani.

Nello Lascialfari 02

‘A Caperrina anni ’50

‘A Caperrina anni ’50

di Nello Lascialfari

Introduzione e brevi note sull’autore
In questa pagina ospitiamo, con nostra assoluta soddisfazione, uno scritto di Nello Lascialfari (stabiese verace attualmente in pensione, amante: del jogging mattutino, della cultura locale e della poesia partenopea).
L’appassionato autore stabiese (immergendosi nei ricordi), ripercorre e delinea mentalmente i suoi trascorsi vissuti, proponendo in questo primo monologo una rivisitazione anni ’50 della celebre “Caperrina” (ovvero, un emozionante “tuffo nel passato” alla riscoperta della vera Castellammare di Stabia).

Nello Lascialfari 01

Castellammare di Stabia: l’artista Aniello Lascialfari (foto Antonio Busanca).

Salve mi chiamo Aniello Lascialfari, per qualche tempo ho condotto su RADIO BOOMERANG un programma dal titolo “Se cantarranno ancora”, il tema era: Monologhi e Racconti su Castellammare, ideati e realizzati da me, intervallati da canzoni e poesie di grandi autori. E appunto oggi vi voglio presentare un monologo su come era ‘a Caperrina negli anni ’50 e su come è adesso nel 2005. Io per fare tutto questo vi racconterò di un mio sogno. Ho sognato di essere ritornato nuovamente giovane, i miei capelli brizzolati, come per miracolo erano diventati neri, neri come li avevo a diciott’anni. Ho rivisto molte persone di tanto tempo fa, la mia piazza, dove ho conosciuto l’amore, quello per gioco e quello importante, dove ho riso e pianto, ma soprattutto ho sentito tanta musica, quella musica che mai nessuna orchestra mi potrà più far sentire, perché la partitura è stata strappata dal tempo, che come un vento veloce e improvviso, tutto spazza via, tutto travolge, persone, cose, costumi e abitudini ed ai superstiti di questa tempesta silenziosa, resta soltanto il ricordo e null’altro. Ma ecco che alcune volte, riviviamo nuovamente quegli attimi irripetibili, come in un film. Chissà perché, quando poi mi sveglio e torno alla realtà, mi ritrovo col cuscino bagnato di lacrime.

‘A Caperrina anni ’50

Buon giorno signò, mi sembra di avervi visto pure ieri, state qua a villeggiare?…. Ah, state facenno ‘e cure termali! Cumme va, oggi non ci siete andato allo stabilimento?… Aggio capito, vulite cunoscere ‘nu poco Castellammare. Io tante spiegazioni non ve le so dare, però si ve sfurzate ‘nu poco ‘e capì il mio dialetto vi posso presentare questa piazza. Io abito qua, ‘ncopp’‘a Caperrina”. Sta piazzetta è veramente bella, ce cunuscimmo tutte quante, ccà nun ce manca niente, ‘e negozi ‘e tenimme tutte a purtata ‘e mane, e si ‘nu magazzino non ci soddisfa, putimmo cagnà; tanto stanno tutte uno vicino a ‘n’ato. Vedite sti guagliuncielle? Mo s’hanno fatto ‘e capille, sanno fatto ‘o carusiello, pensate un po’, in questo piccolo centro ci sono tre negozi ‘e barbiere, e faticano tutte e tre, perché qua c’è molto movimento, questo è un quartiere altamente popolato e poi, nelle case private, in estate si fittano le camere ammobbigliate ai forestieri come voi che vengono a Castellammare pe ffa ‘e cure termali o pe ffa ‘e bagne ‘e mare. Sì pecché sotto Puzzano, vuje redite? Aggio capito!… Sulla Statale Sorrentina, ci sono degli stabilimenti balneari, con sorgenti di acqua sulfurea che sorgono direttamente dal mare, dal mare azzurro comme o cielo e l’acqua è accussì limpida ca v’‘a putisseve vevere! Guardate comme so belle chelli carruzzelle! ‘O cucchiere s’ ha fatto niro pecché sta’ sempe a ‘o sole. Stì carruzzelle portano ‘e furastiere o ‘o mare oppure ‘e terme; quanta storia tenene ‘e carruzzelle ‘e Castiellammare… Continua a leggere

Chiesetta del SS. Crocifisso del Rivo

Strade antiche

Strade antiche
di Nello Lascialfari

Quante volte la mia voglia di camminare mi porta per sentieri solitari, per strade ora poco frequentate, ma che un tempo erano strade importanti.
Come via Sanità, via Sant’Andrea, via Fratte, via Cognulo alle Fratte, e tante altre strade, ognuna con una propria storia. Transitare per queste strade era un’abitudine. Esse fungevano anche da scorciatoie, che dalla parte alta di Castellammare ti portavano in poco tempo al centro della Città, che poi era l’attuale Piazza Cristoforo Colombo (Piazza “Orologio”) “Fore ‘a funtana”, via Gesù, mmieze ‘o Viscuvate o Piazza Quartuccio. Ed appunto per questo, delle volte, quanto sento la nostalgia di antico (raccontatomi o letto su Castellammare), mi incammino per una di queste strade e mi inoltro nel passato. Pochi giorni fa, approfittando del cancello aperto che da vico Rivo immette direttamente al Rivo Santo Pietro che scende da Privati, all’altezza della piccola chiesa del Crocifisso, ho preso il sentiero che sta sulla destra, che ha per nome Villa Caia.

Chiesetta del SS. Crocifisso del Rivo

Chiesetta del SS. Crocifisso del Rivo (foto Maurizio Cuomo)

Il primo tratto di questo camminamento non è per niente agevole, infatti, per aprire un passaggio ci vuole un machete (come nella giungla), e tanta spregiudicatezza per le insidie che si possono trovare ad ogni passo: serpenti, vipere e ratti, in questo ambiente sicure e indisturbate. Ci sono ortiche alte più di due metri che per forza si devono recidere per potervi passare… per non parlare dell’innocua erba appiccicosa i cui residui restano sui vestiti. Grazie alla mia volontà di camminare ad ogni costo, apro un varco e riesco a superare i primi venti, trenta metri che costituiscono una barriera quasi insormontabile; finalmente arrivo nel tratto che più o meno ricorda un vecchio camminamento comunale, dove si nota ancora qua e là un fondo stradale che sa di antico piperno. Così doveva essere, e certamente lo è, già dall’inizio della strada che prende piede a lato della chiesa. Continua a leggere

L'album dei ricordi

L’Album dei ricordi

L’Album dei ricordi
di Nello Lascialfari

Introduzione e brevi note sull’autore
In questa pagina ospitiamo un secondo scritto di Nello Lascialfari (stabiese verace attualmente in pensione, amante: del jogging mattutino, della cultura locale e della poesia partenopea). L’appassionato autore stabiese (immergendosi nei ricordi), ripercorre e delinea mentalmente i suoi trascorsi vissuti, proponendo in questo secondo monologo l’Album dei suoi ricordi (ovvero, un ulteriore emozionante “tuffo nel passato” alla riscoperta della vera Castellammare di Stabia).

L’Album dei ricordi

L'album dei ricordi

L’album dei ricordi, immagine tratta dal web

È facile parlare dei nostri ricordi, in realtà non si fa altro che la cronaca della propria vita, molte volte questo raccontare è stimolato da qualcuno che ti ascolta con interesse, e magari vuol sapere di un passato a lui sconosciuto, o ancora, da qualche altro che è stato testimone di ciò che racconti, però cerca delle conferme ai suoi ricordi un po’ sbiaditi dal tempo e, spesso finisce con l’arricchire il tuo racconto, con episodi e personaggi che davanti ai tuoi occhi erano passati inosservati. Tutto questo ti porta a scavare nei meandri della tua memoria per ricordare sempre di più, si mette in moto uno strano meccanismo ed il passato diventa un film in cui i personaggi si susseguono velocemente e talvolta si sovrappongono l’uno all’altro stravolgendo l’ordine di apparizione, e a mano a mano che ti tuffi nei tuoi ricordi, hai l’impressione di rivivere quei momenti, di rivedere quei personaggi, di sentire quei profumi e quelle voci di una volta, le voci dei venditori ambulanti, ‘e tantu tiempo fa, chelli vvoce ca trasevene dint’‘e ccase, pure cu ‘e feneste ‘nchiuse! Comme erano belle!… Ve la ricordate a:

Masinella, cu’ chella piezz’‘e caurara… accumminciava primma cu ‘e fave, po’ quanno veneva ‘a staggione venneve ‘e spighe, e a settembre già era pronta cu ‘e primme castagne.
‘A Rossa ‘e copp’‘a Caperrina c’‘a riffa : “Ue chi me vo’, chi ‘a vo’ ‘na bella diecimila lire, jammo, poc’‘ati nummere!”.
Meniello ‘e miez’‘a Pace: “‘O ciardino, ‘a fava fresca, ‘e ffave freeesche!”.
‘Ndulino ‘o pezzaro: “M’accatto ‘e lume viecchie, ‘a ramma vecchia!”. Andrea Caccaviello, ‘o giurnalaio ‘e vicino ‘a Funtana ‘e San Giacumo, c’aspettava cu’ ‘nu fascio ‘e giurnale ‘mbraccio, ‘mmiez’‘a Caperrina, ll’operaie ca jeveno ‘a faticà’: “‘O Roma, ‘o Matino!”.
‘O Vuttariello cu’‘o megafeno ca deva ‘a voce d’‘a frutta: “È chella d’‘a massaria ‘e Puzzano, ih che perzeche signò’!”. Continua a leggere