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La pastiera di grano

La pastiera di grano nella tradizione stabiese

articolo di Enzo Cesarano

La Pastiera di Grano produzione "Casa del Pane Maresca" (foto Enzo Cesarano)

La Pastiera di Grano produzione “Casa del Pane Maresca” (foto Enzo Cesarano)

Se la Pasqua avesse un odore sarebbe quello dei fiori d’arancio che rappresentano, nella nostra terra, la Primavera. Questa esplosione di vita e gioia è l’ingrediente principale della pastiera di grano, la quale racchiude i simboli della vita e del mondo cristiano: il grano che rappresenta Cristo che muore e risorge a nuova vita; e l’uovo simbolo della fertilità della Terra; ingredienti che caratterizzano questo dolce squisito che viene servito e mangiato proprio nei giorni di Pasqua.

L’invenzione della pastiera sarebbe da attribuire alle mani delle suore del convento di San Gregorio Armeno, molto abili a preparare dolci su commissione dei nobili nel periodo pasquale.

La preparazione della pastiera è lunga e complessa. La tradizione vuole che si prepari di Giovedì santo, anche perché è un dolce che invecchiando migliora e si può conservare fino a dieci giorni. Continua a leggere

'e Pullece 'e monaco (foto Maurizio Cuomo)

Pullece ‘e monaco

articolo di Enzo Cesarano

Caro Maurizio, quello che a breve andrò ad illustrare non è il frutto di una ricerca, di una lettura o di uno studio a tema, bensì l’esperienza applicata nel tempo (da ben tre generazioni) da una famiglia di panificatori e gallettari stabiesi. Il panificio in questione è la “Casa del Pane Maresca” di via Roma, fondata da mio padre Antonio Cesarano, che nel miglior dei modi ha proseguito l’operato intrapreso già da mio nonno Vincenzo Maresca, capostipite di una intera famiglia di panificatori. Per inquadrare bene la storia dei “pullece ‘e monaco”, di cui si è fatta negli ultimi tempi ampia confusione, è necessario un doveroso preambolo chiarificatore: siamo nella Castellammare del 1700 nella quale la galletta, celebre biscotto di mare, riscuote un successo tale da estendersi nell’intero Paese.

'e Pullece 'e monaco (foto Maurizio Cuomo)

‘e Pullece ‘e monaco (foto Maurizio Cuomo)

Il cuore produttivo della rinomata galletta è il centro antico cittadino: Santa Caterina, Largo Pace, Largo Spirito Santo e via Bonito. Nel tempo la richiesta della galletta, è tale che i biscottifici aumentano a dismisura, al punto che nell’Ottocento i gallettari si associarono in una società di mutuo soccorso a carattere sindacale, atta a tutelare e a consolidare questa antica arte produttiva. L’Ottocento stabiese è anche il periodo storico in cui i maestri gallettari, si evolvono ed iniziano a produrre e ad inventare altre tipologie di biscotti, tra cui i famosi biscotti di Castellammare (a forma di sigaro) e il naspero (tarallino dolce dalla tipica glassatura zuccherina bianca in superficie). La premessa appena fatta è d’obbligo perché proprio la glassatura del suddetto naspero, ideata dagli antichi biscottai stabiesi, è anche prerogativa fondamentale per la produzione dei nostri “pullece ‘e monaco”. Continua a leggere

Staff di Casa del Pane Maresca

Covid-19: Il prima e il dopo e… l’ora, adesso!

Covid-19: Il prima e il dopo e… l’ora, adesso!

l’Editoriale di Nando Fontanella

Esiste il prima e il dopo e… l’ora, adesso! Il prima e il dopo, è una certezza, sono stati e saranno momenti lieti, felici. L’adesso no, la situazione è grave, bisogna che tutti noi ci regoliamo di conseguenza.

Nonostante il Covid-19, il nostro amico panettiere Enzo Cesarano, del panificio “Casa del Pane Maresca“, è rimasto aperto perché lui lo sa che finché in città ci sarà il calore dei forni accesi e il profumo del pane caldo la speranza non mancherà.

Staff di Casa del Pane Maresca cin mascherine anti Covid-19

Staff di Casa del Pane Maresca

Ma Enzo, uomo di buon cuore e viva intelligenza, ha semplificato la sua produzione l’ha resa essenziale.

Una panetteria di guerra è ora la sua attività. Con questo cosa ha voluto farci capire, che oggi conta l’essenziale…

il Pane non è più il pane che è stato ieri e che sarà domani, il Pane che sforna Enzo è quello di ora, adesso.

Dobbiamo stringere la cinghia anche noi, ridurre i consumi all’essenziale non dobbiamo andare in giro a comprare cose superflue e superficiali perché vogliono illuderci che l’oggi è come ieri.

Non è così! Restiamo a casa, per il bene del Paese e per rispetto di chi, come il nostro amico Panettiere e tutti i lavoratori delle altre attività essenziali, sta rischiando la vita per mantenere viva la speranza.

Nando Fontanella