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Il glorioso Cantiere navale di Castellammare

Storia e Ricerche

Il glorioso Cantiere navale di Castellammare

( a cura di Antonio Cimmino )

Brevi cenni dalle origini ai giorni nostri
I parte (dalle origini al 1860)

Il glorioso Cantiere navale: Varo del vascello Partenope (autore Filippo Hackert)

Il glorioso Cantiere navale di Castellammare di Stabia (coll. Gaetano Fontana)

Già dalla fine del 1500 nella zona di Castellammare di Stabia erano presenti numerosi cantieri navali artigianali, tutti in grado di realizzare imbarcazioni più complesse rispetto alle semplici barche da pescatore.

Nel 1780 il primo ministro del re di Napoli, Giovanni Eduardo Acton, a conclusione dell’indagine per individuare il sito dove far nascere il grande e moderno cantiere in grado di dotare la Regia Flotta di nuove navi, identificò in Castellammare la località ideale per i seguenti requisiti: estrema vicinanza ai boschi di proprietà demaniale di Quisisana che dalle pendici del Monte Faito, garantivano legname da costruzione, le numerose ed abbondanti fonti di acque minerali in loco, che permettevano un trattamento del legno altrove impossibile, i favorevoli collegamenti con Napoli (che avvenivano su una strada larga e comoda) e non ultima la consolidata competenza dei maestri d’ascia stabiesi (che si tramandavano il mestiere di padre in figlio) che assicurava disponibilità di manodopera qualificata e duratura.

La fondazione ad opera del re Ferdinando IV di Borbone

La realizzazione del Real Cantiere di Castellammare, fu quindi approvata da Ferdinando IV di Borbone, e completata il 20 giugno 1783 previa l’abolizione del convento dei Carmelitani che sorgeva sul luogo. Continua a leggere

Il glorioso Cantiere navale di Castellammare

Storia e Ricerche

Il glorioso Cantiere navale di Castellammare

( a cura di Antonio Cimmino )

Brevi cenni dalle origini ai giorni nostri

II parte (dal 1860 agli inizi del XX secolo)

Dopo il 1860, il Governo italiano ampliò ulteriormente il cantiere navale per la costruzione delle navi in ferro. L’importanza del cantiere di Castellammare e la professionalità delle sue maestranze, dopo la sconfitta della flotta italiana a Lissa nel 1866, fece dire all’ing. Colombo (fondatore del Politecnico di Milano) che: “…l’unico cantiere in Italia in grado di ricostruire la flotta è quello di Castellammare…”.

Il glorioso Cantiere navale: Anno 1876 - Varo della Duilio (coll. Gaetano Fontana)

Il glorioso Cantiere navale: Anno 1876 – Varo della Duilio (coll. Gaetano Fontana)

Nel 1870, però, si paventò un ridimensionamento del cantiere ed il suo passaggio ai privati. Il sindaco dell’epoca, cav. Francesco De Angelis, il 10 dicembre 1871 inviò una petizione ai senatori e ai deputati del Regno d’Italia nella quale si legge: “Castellammare di Stabia, città di circa 30 mila abitanti, da lunghissimi anni ha nel suo seno un Cantiere ed Arsenale Militare, unico nel suo genere per queste Province Meridionali d’Italia, e dal quale sono usciti buona parte de’ navigli da guerra della regia flotta… Continua a leggere

1901 – Brin (Corazzata)

1901 – Brin  nave Corazzata

Tratta da: Illustrazione Popolare

vol. XXXVIII n. 46 del 17 novembre 1901

 

1901 - Brin  nave Corazzata

1901 – Brin  nave Corazzata

Il Benedetto Brin era una nave da battaglia della Regia Marina, appartenente alla classe Regina Margherita. La progettarono l’ispettore del genio navale Benedetto Brin e il generale Ruggero Alfredo Micheli. I lavori iniziarono nel 1899 nei cantieri navali di Castellammare di Stabia. La nave fu varata nel 1901 e consegnata alla Marina nel 1905. Il 1º aprile 1906 ricevette la bandiera di combattimento ed entrò in servizio attivo.

Durante la guerra italo-turca del 1911-1912, il Benedetto Brin svolse un ruolo importante. Partecipò allo sbarco a Tripoli nel 1911. L’anno dopo operò nel Mar Egeo, impegnata in pattugliamenti e missioni di supporto. All’epoca era una delle navi più moderne della flotta italiana.

Il 27 settembre 1915, alle 8:10 del mattino, esplose nel porto di Brindisi. L’esplosione della santabarbara causò l’affondamento immediato. Le ipotesi furono diverse: un guasto alle munizioni, un sabotaggio austriaco, oppure un’azione di italiani attirati da ricompense nemiche.

Nel 2015, a cento anni dall’evento, la Marina Militare chiarì le cause. Si trattò di un incidente legato a nuovi esplosivi, introdotti troppo di recente per essere del tutto stabili. Fu una tragedia simile ad altre accadute in quegli anni ad altre marine militari.

Nell’affondamento morirono 21 ufficiali e 433 tra sottufficiali e marinai. Tra loro anche l’ammiraglio Ernesto Rubin de Cervin e il comandante della nave, Fara Forni. Si salvarono solo 9 ufficiali e 473 tra sottufficiali e marina.

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