Invito varo Vespucci (fronte)

Il Varo della Vespucci (biglietto d’invito)

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

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Biglietto d’invito (fronte/retro) al varo della R.N. “Amerigo Vespucci”

per gent.ssima concessione del sig. Giuseppe Ghidella da Zagarolo (Roma)

Invito varo Vespucci (fronte)

Invito varo Vespucci (fronte)

Invito varo Vespucci (retro)

Invito varo Vespucci (retro)

“Gentile redazione, pensando di fare cosa gradita, Vi invio il fronte e il retro dell’invito personale al varo dell’Amerigo Vespucci, varo a cui fu invitato mio nonno materno Palumbo Francesco fu Raffaele, all’epoca fabbricante in Castellammare di cordame e di manufatti in canapa, a cui fu affidata la produzione per la prima fornitura di cordame di equipaggiamento della Vespucci stessa. Nella speranza che le foto possano essere pubblicate sul sito e fornendovi in merito la mia più ampia liberatoria, colgo l’occasione per inviarvi cordiali saluti.

Cordiali saluti. Giuseppe Ghidella da Zagarolo (Roma)”.

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