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18 marzo 1944, l’ultima grande eruzione

L’Ultima Grande Eruzione

Nel pomeriggio di sabato 18 marzo 1944 il Vesuvio eruttò per l’ultima volta. Lava, ceneri, e vapori, investirono violentemente comuni, come Nocera, Pagani, Pompei, Terzigno e il nostro, causando terrore e distruzione. I rovesci piroclastici provocarono oltre 12mila sfollati e 47 morti, all’infuori di danni economici a strutture e colture di immenso valore. La città di Napoli venne risparmiata anche grazie al benigno favore dei venti che spiravano verso Sud/Est. ‘O Gigante, così veniva chiamato al tempo il vulcano napoletano, risvegliandosi improvvisamente mise a dura prova l’animo dei campani del Sud/Est già tanto stremato dalle vessazione della Seconda Guerra.

Uno dei golfi più belli al mondo fu oscurato dalla nube piroclastica. Dopo le eruzioni del 1906 grande e drammatica 1 e del 1929, il Vesuvio aveva ripreso la sua attività con fuoriuscita di magma e vapori, tuttavia la maggior violenza eruttiva si ebbe il 18 marzo del ’44, 78 anni fa, le impetuose colate laviche distrussero interamente le cittadine di San Sebastiano e Massa di Somma, dopo quel pomeriggio il Vesuvio si calmò speriamo per sempre. Per la cronaca ricordiamo che l’eruzione distrusse anche la funicolare del Vesuvio, celebrata dalla famosa canzone del 1880 “ Funiculì funculà ” del nostro illustre e indimenticato concittadino Luigi Denza con versi di Giuseppe Turco.

  1. Ricordiamo il cosiddetto miracolo di San Catello a cui in Cattedrale è ispirato un quadro di Francesco Filosa

Alfonso Di Maio, un Professore di Sinistra

La Redazione di Libero Ricercatore si stringe intorno alla famiglia Di Maio in un accorato abbraccio.

Alfonso Di Maio un Professore di Sinistra – YouTube

Con una breve intervista, anticipazione di un lavoro più grosso, ricordiamo un grande uomo di cultura, che seppur nato a Gragnano ha sempre ritenuto l’intero comprensorio ai piedi dei Monti Lattari come un unicum storico-culturale. ADDIO PROFESSORE

I Lions e Telethon

TELETHON 2021

Anche per il 2021 si rinnova l’impegno nel sociale dei Lions Distretto 108 Ya Castellammare-Pompei.

Appuntamento giunto alla XII edizione della raccolta fondi per Telethon. Anche quest’anno la manifestazione si svolgerà nel teatro Supercinema di Castellammare di Stabia, dove il 16 dicembre alle ore 19,30, ad allietare la serata ci sarà il noto showman Francesco Cicchella con il suo dilettevole spettacolo “Diffidate dalle imitazioni”.

Parteciperanno inoltre alla manifestazione il ricercatore Telethon dr. Leopoldo Staiano del TIGEM di Pozzuoli e il II° Vicegovernatore del Distretto Lions 108 Ya dr. Pasquale Bruscino.

La partecipazione all’evento tramite la cifra simbolica di 25 € a persona, è finalizzata alla raccolta fondi a sostegno di Telethon e della ricerca sulle malattie genetiche rare.

Aᴛᴛᴇɴᴢɪᴏɴᴇ: Va comprovata la negatività al Corona Virus con esibizione del Green-Pass o altra attestazione valida secondo i decreti ministeriali.

ʟᴀ Rɪᴄᴇʀᴄᴀ Dᴏɴᴀ… Dᴏɴᴀ ᴘᴇʀ ʟᴀ Rɪᴄᴇʀᴄᴀ!

La vera gemella dell’Amerigo Vespucci

A tutti gli stabiesi, o almeno a quella parte di essi interessata alla storia della città, è nota la data del varo dell’Amerigo Vespucci e buona parte delle sue vicende. Tuttavia è sconosciuto ai più, il fatto che la nave più bella del mondo abbia una gemella, e non parlo del Cristoforo Colombo 1 ma di Eugenia Cerio nata anch’ella a febbraio del 1931, e cugina di Elena madrina del Vespucci, come viene spiegato nel video riportato sotto.

Eugenia Cerio, la vera gemella dell’Amerigo Vespucci – YouTube

Durante l’intervista si conosceranno particolari interessanti della famiglia Cerio, una grande famiglia di militari e ingegneri, impegnati in varie parti del mondo in campo sociale e militare.

Si ringraziano la signora Eugenia Cerio, sua figlia Marilia Rossi per la cordiale ospitalità, e i soci ANMI per l’amichevole contributo a conferma della ultradecennale collaborazione.

 

  1. Nave scuola impostata nei cantieri navali di Castellammare di Stabia il 15 aprile 1926, varata il 4 aprile 1928, entrata in servizio 1º luglio 1928, ceduta all’Unione Sovietica nel 1949 e poi distrutta da un incendio nel 1963 dopo un ignominioso destino