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Le probabili origini di “fratielle e surelle”

( articolo di Maurizio Cuomo )

Sempre più affascinato e incuriosito dalla storia e dalle tradizioni della mia terra natìa, ho letto con gusto gli scritti dei carissimi Enzo Cesarano: “‘A ‘Mmaculata arapre ‘e pporte a Natale… Santu Catiello ‘e cchiure“, e di Giuseppe Zingone: “L’Immacolata Concezione, una tradizione da riscoprire, grazie ai quali ho avuto modo di apprezzare più compiutamente il vero significato della “Dodicina” dell’Immacolata Concezione.

Chiesa di San Giacomo (foto V. Cesarano)

Chiesa di San Giacomo (foto Enzo Cesarano)

In particolare approfondendo qualche vecchio spunto di ricerca, ho avuto modo di imbattermi fortunosamente in una modesta intuizione che nel suo piccolo potrebbe fare un po’ di luce e apportare maggiore chiarezza sulle incerte origini del “dare la voce”. Continua a leggere

Voci votive stabiesi (in foto il cantore Aniello Lascialfari)

Fratièlle e surélle (voto alla Madonna)

articolo di Maurizio Cuomo

La tradizione del “dare la voce”, è senza dubbio, una delle pratiche più antiche e caratteristiche, alle quali ancor oggi è possibile assistere. Prettamente stabiese, la voce di “Fratièlle e surélle”, echeggia alle prime ore del mattino, nel periodo della cosiddetta “Dodicina”, cioè, nei dodici giorni che precedono l’otto di dicembre in cui ricorre la festa dell’Immacolata Concezione.

Voci votive stabiesi (in foto il cantore Aniello Lascialfari)

Voci votive stabiesi (in foto il cantore Aniello Lascialfari)

Il periodo di origine di questa tradizione popolana (non ancora precisato), dovrebbe, risalire alla fine del ‘700, o quanto meno alla metà dell’800, quando le coste di una Castellammare di pescatori e marinai, furono palcoscenico di una tragedia marinaresca, della quale si tramanda, fu protagonista un pescatore stabiese, unico superstite di un naufragio. Continua a leggere