L’Istintismo sul giornale Travasissimo
di Giuseppe Zingone
L’Istintismo di Piero Girace è molto più di una corrente artistica: è una dichiarazione di poetica, un atto di fiducia nella forza primaria del gesto, del colore, dell’emozione che precede il pensiero. Nato a cavallo tra le tensioni del Novecento e i fermenti di una pittura che cercava nuove vie di espressione, l’Istintismo si oppone a ogni forma di accademismo e intellettualismo forzato. Per Girace, dipingere non è spiegare: è sentire.
Girace fa della pittura un’estensione dell’anima. Il suo segno è rapido, vibrante, urgente; i colori si accendono e si dissolvono come stati d’animo. Le sue opere non cercano la perfezione formale, ma l’autenticità del momento. È un’arte che nasce di getto, come una confessione o un urlo trattenuto troppo a lungo.
Nell’Istintismo non c’è spazio per la mediazione razionale: la pittura è immediatezza, è corpo che agisce, è mente che si abbandona alla verità di ciò che prova. In questo, Girace è un pittore profondamente moderno, anticipatore di molte tendenze espressive che vedranno nell’atto creativo un valore in sé.
I suoi paesaggi, i ritratti, le scene di vita sono attraversati da una sensibilità lirica, mai artefatta, sempre radicata nel reale. Eppure quel reale, toccato dalla sua mano, si trasforma in visione, in emozione pura.
L’Istintismo, così come lo concepisce Girace, è un’etica dello sguardo: guardare il mondo non con l’occhio del critico, ma con quello del poeta che non sa spiegare il perché, ma sa riconoscere la bellezza quando la sente vibrare.
Un altro documento sull’Istintismo di Piero Girace, tratto dal supplemento del giornale Travaso: Travasissimo, Roma 14 novembre 1948, pag. 14 e 15. Continua a leggere