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I Conti di Castellammare – Capitolo III

Storia e Ricerche

Il Gran Tour dei Conti di Castellammare

CAPITOLO III

1° giugno- 3 giugno Bologna; 3 giugno – 7 giugno Mantova; 7 giugno – 9 giugno Verona

Come si è già detto, finita la festa, in piena notte partirono alla volta di Bologna, fermandosi per fare colazione alla villa di Cafaggiòlo[1](fig. 10).

Fig. 10 Firenze. Villa medicea di Cafaggiòlo (inc. G. Zocchi, 1744)

Fig. 10 Firenze. Villa medicea di Cafaggiòlo (inc. G. Zocchi, 1744)

Giunti a Bologna, pernottarono all’Albergo Imperiale del Sig. Carlo Borsini, detto del Pellegrino[2] (fig. 11), dove li attendeva il conte Zambeccari[3], rappresentante dei loro affari in questa città.

Fig. 11 Bologna. Hotel Pellegrino negli anni ‘20

Fig. 11 Bologna. Hotel Pellegrino negli anni ‘20

Vennero qui ad onorarli le più alte cariche della città, tra cui il Cardinale legato[4], Ignazio Gaetano Boncompagni Ludovisi[5], insieme a sua sorella la duchessa di Termoli[6], il suo vice, il cardinale Giuseppe Morozzo Della Rocca[7]ed il Gonfaloniere[8].

Dopo aver pranzato e riposato un poco, in serata si recarono al nuovo pubblico Teatro[9] riccamente illuminato a giorno, per partecipare ad uno splendido veglione in maschera, organizzato in loro onore e al quale era stata invitata non solo tutta la nobiltà ma anche l’intera cittadinanza.

La mattina seguente il Re si recò nella Piazza Maggiore per presenziare alle esercitazioni militari della Truppa, di lì insieme alla Regina assistette alla S. Messa nella Basilica di S. Petronio[10] e, dopo che fu terminata, si diressero all’Istituto delle Scienze[11], intrattenendosi per lungo tempo con i Senatori, i professori e le altre predette alte cariche della città, che li avevano accompagnati. Nel dopo pranzo furono rallegrati con la sfilata in maschera sul Corso, alla Montagnola[12] e alla Piazza d’Armi[13], che riuscì benissimo per il gran numero dei carri allegorici.Giunta la sera, tutta la zona fu illuminata da lampioni e saliti su un magnifico palco eretto nella Piazza d’Armi, poterono godere dello spettacolo dei fuochi pirotecnici sparati da quella che veniva chiamata la “Macchina delle allegrezze” (fig.12). Continua a leggere

I Conti di Castellammare – Capitolo II

Storia e Ricerche

Il Gran Tour dei Conti di Castellammare

CAPITOLO II

24 maggio – 1° giugno Firenze

Da Pisa il giorno 24 si incamminarono verso Firenze e la strada è meravigliosa, annotò nel suo diario Maria Carolina, ciascuna campagna è ben gestita e messa a fruttare essendo ben distribuita tra un popolo così numeroso, che mostra sia nei vestiti che nell’espressione del viso di essere pulito e ben nutrito.

Tuttavia, una volta arrivati, la regina restò delusa e la città è triste e desolata, il Palazzo Pitti[1](fig. 6), dove presero ad alloggiare, continuò a scrivere nel suo diario, è superbo, magnifico e di immensa grandezza, un vero labirinto, eppure io preferisco la bella Pisa e il Lungarno che sono più ridenti.

Comunque, ciò che apprezzò furono i giardini di Boboli[2] (fig. 11) che circondavano il palazzo e dei quali gradì la comodità, essendo in discesa, di potere passare,attraverso vialetti e terrazze,da un piano all’altro del palazzo stesso.

Fig. 6 Firenze. I giardini di Boboli in una planimetria del XVIII sec. (Dis. G. Vascellini)

Fig. 6 Firenze. I giardini di Boboli in una planimetria del XVIII sec. (Dis. G. Vascellini)

La sera, poi, si recarono al Teatro della Pergola[3]dove era rappresentata l’opera seria Giulio Sabino, sul libretto di Pietro Giovannini. Gli interpreti principali erano Domenico Bedini[4], Margherita Moriggie il tenore Giuseppe Simoni[5]. Alla fine, fu dato il nuovo balletto eroico il Gran Cid, immaginato e composto da Federigo Terrades. Questa la cronaca che ne fece il giornale “Notizie del mondo”[6]

Fu un punto di vista il più sorprendente il vedere la brillante comparsa di tante persone che dovevano agire, tutte vestite all’ultimo gusto, con decorazioni di carri trionfali, e con uno scenario allusivo al Campo militare, così bene condotto nella sua prospettiva, che sembrava un vero accampamento; il tutto poi fu eseguito con tal ordine, e maestria, che le Auguste Persone si degnarono applaudirne la bella idea, e felice esecuzione. Continua a leggere

I Conti di Castellammare – Presentazione

I Conti di Castellammare

PRESENTAZIONE

il re e la regina di Napoli, Ferdinando e Maria Carolina

il re e la regina di Napoli, Ferdinando e Maria Carolina

I “Conti di Castellammare” era il nome fittizio sotto il quale il re e la regina di Napoli, Ferdinando e Maria Carolina, viaggiavano quando intendevano mantenere il più stretto riserbo. Tale ingenuo stratagemma, ideato probabilmente da Ferdinando, visto che la sua educazione alquanto rozza, si era formata frequentando il popolo più che i nobili di corte, serviva ad evitare di sottostare alla rigida etichetta di corte, a sfuggire alle cerimonie, ai festeggiamenti, alle acclamazioni delle genti, a ritrovare insomma un minimo di normalità e perché no anche di intimità con Maria Carolina. È evidente che, data la loro importanza e fama, l’espediente non riusciva, così come dimostra il viaggio di cui tratteremo nel corso di questo lavoro.
Completamente diversa era stata, invece l’educazione che aveva ricevuto la futura regina di Napoli alla corte della madre Maria Teresa D’Austria, la più illuminata imperatrice d’Europa. Leggeva, scriveva e parlava in italiano, francese, spagnolo e tedesco; leggeva e traduceva anche il latino. Aveva studiato letteratura, storia, filosofia, etica, diritto, pedagogia, botanica, musica, canto e danza. Continua a leggere

Fig. 3 Pisa. Il Gioco del ponte in una incisione del 1649.

I Conti di Castellammare – Capitolo I

Il Gran Tour dei Conti di Castellammare

CAPITOLO I

30 aprile – 8 maggio Napoli, Livorno; 8 maggio – 9 maggio Livorno; 9 maggio – 15 maggio Pisa; 15 maggio- 16 maggio Livorno; 16 maggio – 19 maggio Pisa; 19 maggio – 22 maggio Livorno; 22 maggio Lucca; 22 maggio – 24 maggio Pisa.

Nella primavera del 1785 Ferdinando IV, re delle due Sicilie, e sua moglie Maria Carolina d’Austria, per rafforzare i rapporti diplomatici con gli altri Stati d’Italia, ma anche per organizzare matrimoni politici[1] per i figli, attraverso i quali aumentare l’influenza e il prestigio del Regno di Napoli in Italia e in Europa, intrapresero un tour nell’Italia centrosettentrionale. Infatti, durante questo viaggio, i due sovrani concordarono un’accorta strategia matrimoniale, da attuare negli anni successivi, con i rispettivi fratelli granduchi di Toscana, che di lì a poco avrebbero ereditato la corona austriaca. Decisero così i matrimoni di due ancor giovanissimi figli: la secondogenita Luisa Amalia, all’epoca appena dodicenne, con il secondogenito di Pietro Leopoldo, Ferdinando, e il piccolo Francesco, nato nel 1777, erede al trono per la morte prematura del primogenito Carlo Tito, con l’arciduchessa Maria Clementina.

Il viaggio iniziò il trenta aprile dal porto di Napoli dove essi s’imbarcarono di prima mattina sul vascello san Gioacchino[2] riccamente adornato per l’occasione. A capo del vascello reale, con al seguito altre sedici navi, vi era il Maresciallo di Campo Francesco Bologna, mentre il comandante in seconda era Bartolomeo Forteguerri, Maggiore dell’armata in mare di S. M. e Colonnello degli eserciti reali. Il titolo assunto, per conservare il più assoluto incognito, fu quello di Conti di Castellammare, sotto il quale salparono alla volta di Livorno tra i festeggiamenti della nobiltà e del popolo accorsi sul molo per assistere alla partenza. Continua a leggere