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Galletta di Castellammare

La galletta stabiese

a cura di Maurizio Cuomo

Pietanze, bevande e dolciumi quali: pizza napoletana, gnocchi alla sorrentina, torta caprese, vini vesuviani, pomodori San Marzano, pasta e vino di Gragnano; sono solo alcune delle decine di specialità campane conosciute in Italia ed all’estero per l’eccellente qualità. Castellammare di Stabia contribuisce notevolmente ad arricchire questa lista con diversi prodotti locali tra i quali vanno ricordati: l’acqua della Madonna, i carciofi degli orti di Schito, la galletta stabiese ed i tipici biscotti di Castellammare.


La galletta stabiese

Definita “biscotto di mare”, perché apprezzata e consumata già in epoca remota dai marinai, fu senz’altro prodotta con lo scopo di approvvigionare i velieri ed i mercantili per le lunghe traversate marittime. Un documento angioino risalente al 1283 relativo ad una commissione di gallette per l’armata navale, attesta l’antico nobile utilizzo di tale biscotto.

Galletta di Castellammare

Galletta di Castellammare

Durissima a forma tonda e schiacciata, la galletta a vent’otto buchi, ricordata nella tradizione locale come un impasto di pane privo di lievito e sale, cotto per un tempo addirittura doppio rispetto al comune pane (operazione richiesta per eliminare qualsiasi traccia di umidità), poteva essere conservata per lunghi periodi, senza pericolo di ammuffimento. Per il consumo era necessario ammollare la galletta con acqua, spesso e volentieri “Acqua della Madonna”. In periodo a noi non molto lontano, i produttori stabiesi di questo caratteristico sfarinato, venivano identificati come “gallettari”.