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Accadde Oggi (13 aprile)

Accadde Oggi a Castellammare di Stabia

a cura di Maurizio Cuomo

Accadde oggi a Castellammare di Stabia

Accadde Oggi


Accadde il 13 aprile

Allegoria di Stabia

Allegoria di Stabia

Nel 2003 viene inaugurata “Allegoria di Stabia”

Questo monumento in bronzo fuso, opera dello scultore molisano Alessandro Caetani, fu inaugurato il 13 aprile 2003. La statua raffigura una donna che tenta di sfuggire alle ire del Vesuvio (gioia e dolori della storia cittadina stabiese).

La donna che (idealmente impersona Stabia), stringe al seno un bimbo (simbolo del futuro e della speranza di vita futura), dà la netta impressione di voler fuggire dal suo passato, rappresentato da una Testa di Medusa alata alle sue spalle (scena che molto probabilmente è ispirata al dipinto “La Medusa” rinvenuto nel complesso archeologico di Villa San Marco).


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Allegoria di Stabia

Allegoria di Stabia

a cura di Maurizio Cuomo

Allegoria di Stabia

Allegoria di Stabia

Questo monumento in bronzo fuso, opera dello scultore molisano Alessandro Caetani, fu inaugurato il 13 aprile 2003. La statua raffigura una donna che tenta di sfuggire alle ire del Vesuvio (gioia e dolori della storia cittadina stabiese).

La donna che (idealmente impersona Stabia), stringe al seno un bimbo (simbolo del futuro e della speranza di vita futura), dà la netta impressione di voler fuggire dal suo passato, rappresentato da una Testa di Medusa alata alle sue spalle (scena che molto probabilmente è ispirata al dipinto “La Medusa” rinvenuto nel complesso archeologico di Villa San Marco).

La statua bronzea, sembra fosse stata concepita come elemento centrale di una fontana a zampillo da cui dovevano partire 28 cannelle a gettito d’acqua, ma di tale progetto poi non se ne fece nulla e venne messa in posa nel punto dove alloggia ancora oggi.


Allegoria di Stabia: l’affascinante interpretazione del prof. Luigi Casale

“Caro Maurizio, esiste una esplicitazione univoca (quella dell’artista oppure quella del committente) dei simboli della statua ritratta in foto, collocata alla fine del lungomare?
Il soggetto è evidente: una madre fugge e protegge il bambino da un mostro minaccioso. E’ fango o fuoco quello che le avvolge i piedi?

Certo, tra gli elementi simbolizzati c’è la vita (la maternità); se vuoi: la storia. E in entrambi i casi, quale che sia il rimando simbolico, di conseguenza anche l’affanno. Ma anche l’amore, la speranza, il progredire (che è pure progresso) verso un punto di salvezza. Naturalmente. Tutto questo nell’atteggiamento ansioso della mamma e nel fiducioso abbandono del figlio.

La donna potrebbe rappresentare le mamme di Castellammare, o la Mamma, in generale. Esse proteggono i figli, e per essi si prodigano nel tentativo di offrirgli una prospettiva di vita più sicura e più serena. O è la stessa città, Castellammare, come compagine civile e sociale, storicamente definita (per esempio: quella romana, quella medievale, quella attuale e presente) che, già toccata dal male che l’afferra, proietta il figlio verso una riconquistata sicurezza.

E quel mostro personificato chi rappresenta? Dall’indicazione della donna (mano, sguardo) si direbbe il Vesuvio. O il mare. E se quel diavolo dalla testa alata invece di essere una forza della natura, fosse un’entità morale, o sociale? Un mostro che vive in noi, individui e collettività, e proprio per questo ci insidia da vicino? Qualcosa che la società stessa produce. Non dirmi che sono acqua e vento quelli che avvolgono la donna. Per cortesia, procurami ragguagli e notizie della sua collocazione: storiche, estetiche, sociologiche, e politiche.

Un saluto affettuoso. Luigi Casale”.