V° Premio fotografico Domenico Paolercio

a cura della Redazione (22-05-2019)

I Lions di Castellammare di Stabia, Lions Host e Lions Terme, sono sempre in prima linea quando c’è da promuovere la cultura e l’arte. Il 21 maggio scorso, nell’ambito delle attività di proposta culturale del Club, si è svolta la premiazione del V° Concorso fotografico,  intitolato a Domenico Paolercio (don Mimì), che seppe fare di un’arte come la fotografia, moderna e antica al tempo stesso, soggetto per stimoli formativi ed educativi. Il cerimoniere della serata era il dr. Vittorio Verone, erano presenti i Presidenti della due sezioni la dr. Nellina Basile Ricciardi, e il dr. Nizza. Fra gli organizzatori, instancabile è stato il lavoro del dr. Alfonso Coppola, coadiuvato dal dr. Orazio Milano, insieme hanno gestito il grande flusso di pubblico, dando con cordiale garbo, ospitalità a tutti . Presodente della giuria l’Architetto Umberto Verdoliva Street Photographer.

Libero Ricercatore, sempre presente in manifestazioni di alto livello, per il tramite del dr. Corrado Di Martino e il dr. Antonio Cimmino, ha conferito un premio, offerto da Gaetano Fontana (Collezionista), rappresentato da un’albumina originale del 1880, a firma di Giorgio Sommer, grandissimo artista tedesco, adottato dalla città di Napoli. Una veduta dalla collinetta di Pozzano, antica di 140 anni, un modo speciale di conoscere la vita di un tempo e riviverne i ritmi nella cittadina in crescita.

Il concorso è dedicato a Domenico Paolercio poiché numerosi sono stati i suoi allievi, numerosi i suoi scatti, oltre 7000 scatti d’arte, numerosi sono stati i temi trattati. Il dr. Bussi, giornalista, scrittore e poeta, ha dato un’importante testimonianza del lavoro svolto dall’artista stabiese d’adozione.

La città, la gente, la strada il mondo vissuto. Don Mimì, così lo chiamavano tutti, esprimeva in un lampo, in un fotogramma, in un frame come si direbbe oggi, la bellezza rapita in un istante di vita. La macchina fotografica, la pellicola, in sintonia con l’anima, creavano in studio o in strada, racconti nuovi, mai vissuti, tuttavia da riviversi attraverso la fotografia. Paolercio non ritraeva persone, catturava i loro pensieri, la loro anima.

Gli americani celebravano Arthur Fellig (Weegee), e con lui i grandi reporter dell’Associated Press, in specie nelle immagini di Trang Bang. Noi nel nostro privato possiamo celebrare Domenico Paolercio per gli scatti in pieno neorealismo che riprendevano scene di vita quotidiana, o tragedia dolorose come il crollo della funivia del 1960 o le scene del teatro post terremoto dell’80.

Celebrare un maestro crea emulazione, voglia di apprendere, voglia di imparare. Al V° concorso fotografico Domenico Paolercio, numerosi giovani, hanno partecipato col desiderio profondo di esprimersi e raccontare esperienze, visioni, nonché la vita della città.

Qui di seguito riportiamo alcune immagini tratte dalla serata di premiazione:

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