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Paradosso stabiano

( a cura di Maurizio Cuomo )

Dando per scontato che tutti gli affezionati lettori di liberoricercatore.it conoscano la millenaria storia della nostra Castellammare, che più di una volta, superando periodi bui e disastrosi, si è rialzata fino a divenire la Castellammare dei bei tempi che furono, oggi vorrei sottoporre alla vostra attenzione un altro passo tratto dal “Cenno storico descrittivo…” del Parisi, datato 1842, per raffrontare, capire e valutare cosa, come e soprattutto perché sia cambiata tanto la nostra città, fino a divenire così decadente.

Il mercato a Castellammare (Giacinto Gigante - XIX sec.)

Il mercato a Castellammare (Giacinto Gigante – XIX sec.)

“Castellammare prossima alla capitale del regno di Napoli, in deliziosa posizione situata, luogo centrale pel commercio del mediterraneo la diresti nel regno seconda in rinomanza dopo la città di Napoli. Nel suo porto oltre a 1500 bastimenti approdano in ciascun anno ed il numero dei nazionali e degli esteri che a vivere deliziosamente i caldi giorni estivi assiduamente vi si reca i sei mila individui oltrepassa. Le più distinte persone civili e diplomatiche vi sono comprese e quelle di reale famiglia. La fama delle sue acque minerali e dei salutari suoi bagni, la eccellenza dei suoi viveri la rendono sommamente frequentata del paro che le vicine memorie romane la sua posizione il desiderato suo clima. La industria e la coltivazione vi sono nel miglior fiore – svegliati i talenti – amato il dotto sapere – gustate le arti belle – tutto la dice prossima ad essere del bel numero uno, cui degna e pur certo di aspirare. Belle strade deliziose passeggiate – decenti edifizi – buone chiese – alberghi – casini e tutto quanto al bel vivere si addice si trova in esso…”. Continua a leggere