Archivi tag: Libera Coppola

La tammorra e le erbe aromatiche

La tammorra e le erbe aromatiche

di Libera Coppola

Quisisana con monte Coppola, cartolina collezione Giuseppe Zingone

Quisisana con monte Coppola, cartolina collezione Giuseppe Zingone

Introduzione e brevi note sull’autrice
Mi chiamo Libera Coppola sono nata a Castellammare nel 1955 nel vico delle Mammane in via I de Turris (proprio a fianco al grande vico S. Catello), dopo aver vissuto lì l’infanzia e anche parte dell’adolescenza, mi sono trasferita con la famiglia in viale Europa precisamente zona (Summuzzariello), poi ventenne, sono andata a vivere a Sorrento dove attualmente vivo. Non ho mai dimenticato di essere stabiese e grazie a Dio ho buoni motivi per venirci spesso e viverne con piacere i miglioramenti.
Oggi, nel tempo libero scrivo di Castellammare e questo mi diverte molto, a volte scrivo e rido ripensando al passato e a certi personaggi, venditori di cose che non esistono più, come “il pane con la zuffritta di zia Carulina” con cui a volte facevamo colazione la mattina, “Carulina” che era anche una cognata di mia nonna, posizionava il suo carrettino davanti alla porta della sua bottega proprio tra il vico S. Catello e il vico delle Mammane, in 15 mq aveva un supermercato con la differenza che cambiava spesso merce a seconda degli affari che trovava quando si recava a Napoli e ovviamente a seconda delle stagioni. Ritornando al racconto che vi ho spedito è la vera storia di una mia prozia: Teresa Esposito di Gennaro, nata intorno al 1903 da giovane aveva “‘o puosto” di frutta e verdura al mercatino di S. Vincenzo poi lo cedette per darsi alla riffa, lavoro certamente più redditizio e movimentato. La storia è scritta di mio pugno è fa parte di una raccolta di altri scritti sulla vita che si svolgeva a Castellammare negli anni cinquanta / sessanta (alcuni dei quali sono ancora da terminare).
Questo è un regalo che voglio lasciare alle mie figlie che nonostante siano nate sorrentine, frequentano Castellammare assiduamente e “per forza di cosa”, sono anche figlie del progresso.

La tammorra e le erbe aromatiche

Pacchiane con tammorra (foto di Corrado Di Martino)

La salita che portava al bosco di Quisisana, per noi bambini che eravamo quasi sempre scalzi, era particolarmente lunga e ripida. Camminare in montagna con gli zoccoli era faticoso perciò li portavamo infilati alle mani come guanti. Seguivamo affannati il passo svelto di mia zia, anzi della mia prozia: la giunonica Teresa che amava, in queste scorrazzate montane, camminare cantando e suonando appassionatamente la tammorra. Erano due le occasioni in cui, grazie a lei, ci riunivamo con tutti i cugini: il lunedì di Pasqua e fine agosto prima che i grandi temporali “spezzassero” i tempi e l’estate volgesse al termine, per la raccolta delle erbe aromatiche. Continua a leggere

Bagnanti sul lungomare di Castellammare

Teresa ‘e Felicella

Teresa ‘e Felicella

di Libera Coppola

Introduzione e brevi note sull’autrice
Mi chiamo Libera Coppola sono nata a Castellammare nel 1955 nel vico delle Mammane in via I de Turris (proprio a fianco al grande vico S. Catello), dopo aver vissuto lì l’infanzia e anche parte dell’adolescenza, mi sono trasferita con la famiglia in viale Europa precisamente zona (Summuzzariello), poi ventenne, sono andata a vivere a Sorrento dove attualmente vivo. Non ho mai dimenticato di essere stabiese e grazie a Dio ho buoni motivi per venirci spesso e viverne con piacere i miglioramenti.
Oggi, nel tempo libero scrivo di Castellammare e questo mi diverte molto, a volte scrivo e rido ripensando al passato e a certi personaggi, venditori di cose che non esistono più, come “il pane con la zuffritta di zia Carulina” con cui a volte facevamo colazione la mattina, “Carulina” che era anche una cognata di mia nonna, posizionava il suo carrettino davanti alla porta della sua bottega proprio tra il vico S. Catello e il vico delle Mammane, in 15 mq aveva un supermercato con la differenza che cambiava spesso merce a seconda degli affari che trovava quando si recava a Napoli e ovviamente a seconda delle stagioni. Ritornando al racconto che vi ho spedito è la vera storia di una mia prozia: Teresa Esposito di Gennaro, nata intorno al 1903 da giovane aveva “‘o puosto” di frutta e verdura al mercatino di S. Vincenzo poi lo cedette per darsi alla riffa, lavoro certamente più redditizio e movimentato. La storia è scritta di mio pugno e fa parte di una raccolta di altri scritti sulla vita che si svolgeva a Castellammare negli anni cinquanta / sessanta (alcuni dei quali sono ancora da terminare).
Questo è un regalo che voglio lasciare alle mie figlie che nonostante siano nate sorrentine, frequentano Castellammare assiduamente e “per forza di cosa”, sono anche figlie del progresso.

Bagnanti sul lungomare di Castellammare

Bagnanti a Castellammare

Teresa ‘e Felicella

lo scritto è tratto dalla versione integrale di “Teresa ‘e Felicella”

 Teresa ‘e Felicella (diminutivo di Felicia) era la sorella della mia nonna materna, di corporatura piuttosto robusta, viveva da sola al Vico San Catello sulla Caperrina (Caporivo). Era vedova di tre mariti, però la sua più grande sfortuna, era stata quella di non aver avuto figli. Comunque, la mia prozia Teresa, che tutti chiamavamo zia, era tutt’altro che depressa, molto energica e brillante, viveva di riffe e bona parola (consigli per risolvere controversie familiari e non). Ogni giorno puntuale al suo impegno di lavoro, come se avesse avuto un posto di lavoro fisso, si alzava di buon’ora, si lavava, si pettinava i lunghi capelli grigi resi un po’ appiccicosi dalla brillantina o, in mancanza, dall’olio di oliva, li raccoglieva in un grande tuppo (treccia di capelli attorcigliata dietro la nuca fermata da forcine) che posizionava dietro la testa mediante due forcine di tartaruga, metteva due bellissimi orecchini d’oro e brillanti, indossava le due o tre sottane di vario tessuto, prima quella più sottile di batista, poi la media di lino e infine la doppia di tela, rigorosamente di colore bianco, panna o beige chiarissimo e infine indossava un camicione nero con qualche fiorellino grigio che appena si notava; manica a tre quarti per essere libera nei movimenti, completava poi il tutto con un grembiulone di tela doppia più o meno dello stesso colore del vestito. Io le porgevo il paniere, contenente cartelle e tombola, che lei portava in testa, adagiato su uno strofinaccio che chiamava turciaturo attorcigliato a mo’ di tarallo; con le spalle dritte, la testa alta, fiera come una regina che indossa una corona, si apprestava ad uscire, tutti la stavano aspettando. Qualche volta mi è capitato, come del resto alle mie sorelle, di stare un po’ con lei, le piaceva tanto la nostra compagnia; così a turno, ci trasferivamo a casa sua. Continua a leggere

Come una volta…

Come una volta…

di Libera Coppola

Salita I Marchese de Turris (foto V. Cesarano)

Introduzione e brevi note sull’autrice
Mi chiamo Libera Coppola sono nata a Castellammare nel 1955 nel vico delle Mammane in via I de Turris (proprio a fianco al grande vico S. Catello), dopo aver vissuto lì l’infanzia e anche parte dell’adolescenza, mi sono trasferita con la famiglia in viale Europa precisamente zona (Summuzzariello), poi ventenne, sono andata a vivere a Sorrento dove attualmente vivo. Non ho mai dimenticato di essere stabiese e grazie a Dio ho buoni motivi per venirci spesso e viverne con piacere i miglioramenti. Continua a leggere