Castellammare anni ’40. Ricordi del mio quartiere
di Assunta Carrese
Sono nata in quel quartiere di Castellammare ove la gente perbene, per così dire, ma che io definisco piuttosto con la puzza sotto il naso, non osava entrare perché lo riteneva malfamato.
Ma quando mai! A conferma vi dirò che un giorno mentre mi recavo in chiesa mi si sfilò dal collo una catenina d’oro. Un abitante del posto, il signor Circiello, se ne accorse e me la riportò raggiungendomi immediatamente. Era un popolino vivace con abitudini strane, ma non pericolose. La maggior parte della loro vita, per necessità, si svolgeva per strada. Dalla via San Bartolomeo e dall’angolo dove ancora oggi sono le suore di clausura si arriva a piazza Pace.
Da lì via Viviani, Vico Licerta I e Vico Licerta II, Santa Caterina, Cognulo, Piazza Fontana Grande e così via… In questo mio racconto per dare valore alla natura delle parole sono costretta a scrivere in napoletano. Il dialetto napoletano oltre ad essere difficile da leggere è anche difficile da scrivere. Continua a leggere