La chiesetta diruta di San Raffaele

La chiesetta diruta di San Raffaele

Di piccole dimensioni, costruita verso la fine del 1800; la chiesetta di San Raffaele, è situata sulla omonima collina, nei pressi del monte San Cataldo, dove si erge il Santuario della Madonna della Libera. Quando risplendeva per ricchezza di fedeli, ospitava un altare dedicato a San Raffaele Arcangelo, la cui statua era posta dietro l’altarino…

Azaria, l’Arcangelo Raffaele, guarì la cecità di Tobia con la bile di un pesce, un luccio, pescato nel Tigri (il fiume della Mesopotamia), mentre faceva da tutore e custode a Tobiolo, figlio di Tobia; lungo un viaggio di affari. Azaria, Raffaele, trovò anche moglie a Tobiolo; la giovane Sara, figlia di Raguele, che vittima del demone Asmodeo, simbolo della discordia coniugale, non riusciva a concludere un matrimonio felice.
Ecco quindi in breve, che dalla Bibbia, trae origine l’idolatrico uso di toccare il pesce retto da Tobiolo a mo’ di porte bonheur. Maggiore sarà l’efficacia del gesto, proprio il giorno della festività di San Raffaele (24 ottobre un tempo, 29 settembre oggi). La chiesetta abbandonata negli anni ’70, attualmente, è poco più che un “relitto”. La Statua; per preservarla da ladri e malintenzionati, fu condotta nel Santuario di Santa Maria della Libera e restaurata. La chiesetta è composta: dalla sala centrale dove risiedeva l’altare; da un ambiente piccolo leggermente sopraelevato, raggiungibile con uno stretto passaggio a gradini sulla sinistra entrando, forse la Sagrestia;  da una stanza soprastante la sala principale, alla quale si accedeva mediante una entrata situata al lato monte, luogo di meditazione e riposo per il monaco officiante. Orientata ad Est, secondo norma invariabile per tutte le chiese cristiane, fino a tutti gli anni ’60 del Novecento; elegante e sobria, presenta lesene, paraste e stucchi di molto pregio. Guardare il breve filmato realizzato da Libero Ricercatore, potrà far provare suggestioni e incanto, che un tempo si vivevano in questo posto antico.


Per ulteriori approfondimenti si consiglia:
San Raffaele Arcangelo (articolo di Maurizio Cuomo)

7 pensieri su “La chiesetta diruta di San Raffaele

  1. enzo cesarano

    Mi piace il prendersi cura di liberoricercatore, perché è un atto creativo, è un gesto che modifica l’esistente generando bellezza. È un atto rivoluzionario che modifica lo scorrere grigio delle cose. Saluti a Corradino

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    1. Maurizio Cuomo

      La chiesetta è raggiungibile in due modi: imboccando il sentiero (lungo circa 200 metri) alle spalle di Madonna della Libera il cui accesso è dato da una scalinatella; percorso dedicato, utilizzato dal monaco che a quei tempi officiava la celebrazione eucaristica, oppure direttamente dalla strada dell’Arcangelo Raffaele (quello che a suo tempo veniva percorso dai fedeli), che da via Castello punta direttamente a monte (attenzione questa strada, però, oggi è interrotta da un cancello dell’acquedotto posto all’altezza del primo tornante). Comunque sia, risalendo questa irta strada (all’altezza del secondo tornante) si poteva imboccare un sentiero rupestre dissestato (purtroppo rovinato per la mancata manutenzione), parzialmente coperto dalla vegetazione, dal quale, in poco meno di dieci minuti, si raggiungeva la chiesetta.

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