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1928 – Cristoforo Colombo (Nave Scuola)

1928 – Cristoforo Colombo (Nave Scuola)

Tratta da: Il Giornale d’Italia

Anno XXVIII n. 81 mercoledì 4 aprile 1928

Titolo: Domani sarà varata la centesima nave nel R. Cantiere di Castellammare

centesimo varo

Nave Cristoforo Colombo (centesimo varo a Castellammare)

Nota:

Il Cristoforo Colombo fu una nave scuola della Regia Marina usata, unitamente all’Amerigo Vespucci, per l’addestramento degli allievi ufficiali fino alla fine della seconda guerra mondiale.

Il progettista di questa unità fu il tenente colonnello del Genio navale Francesco Rotundi.

Il Cristoforo Colombo in navigazione
Nel 1925 la Regia Marina aveva ordinato, in vista della prossima radiazione delle ormai due vecchie unità della classe Flavio Gioia, la costruzione di due navi scuola per l’addestramento dei suoi equipaggi e l’allora ministro della Regia Marina ammiraglio Giuseppe Sirianni conferì al tenente colonnello del Genio navale Francesco Rotundi l’incarico per la progettazione e realizzazione delle due nuove scuola e Rotundi, direttore del cantiere navale di Castellammare di Stabia, progettò nel 1930 il Cristoforo Colombo, insieme al Vespucci di dimensioni leggermente diverse, riprendendo i progetti del veliero Monarca, l’ammiraglia della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, poi ribattezzato Re Galantuomo quando fu requisito dalla Marina piemontese dopo l’invasione delle Due Sicilie. I progetti ricopiati erano dell’ingegnere navale napoletano Sabatelli ed erano custoditi a Castellammare di Stabia insieme con le tecnologie necessarie alla costruzione di questa tipologia di imbarcazione; le fasce bianche rappresentano le due linee di cannoni dei vascelli ai quali il progettista si era ispirato.

Lo scafo, la struttura, i ponti e i tronchi portanti degli alberi e del bompresso erano in acciaio, così come i pennoni e le sartie. La nave era divisa in tre ponti principali: ponte di coperta, ponte di batteria e corridoio, con castello a prora e cassero a poppa. La copertura del ponte, del castello, del cassero e le rifiniture erano in legno di teak.

La propulsione principale era a vela, costituita da ventisei vele di tela olona, la cui superficie totale misurava 2 824 metri quadrati.

La propulsione secondaria era costituita da due motori Diesel elettrici accoppiati più due dinamo. La nave aveva due eliche controrotanti e coassiali (quindi calettate sullo stesso albero).

La costruzione delle due unità avvenne nel Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia. La prima delle due unità a essere costruita fu il Cristoforo Colombo; il suo scafo venne impostato sugli scali il 15 aprile 1926 con il nome di Patria, subito cambiato con il definitivo Cristoforo Colombo in onore del famosissimo navigatore genovese. La nave, varata il 4 aprile 1928, entrò in servizio il 1º luglio 1928 e a partire dal 1931 venne affiancata nella sua attività addestrativa dalla seconda delle unità che erano state ordinate nel 1925, l’Amerigo Vespucci, molto simile, e ancora oggi in attività.[3]

I due velieri, pur apparendo come gemelli, presentavano alcune differenze sostanziali, fra cui la diversa inclinazione del bompresso e il diverso attacco delle sartie, che nel caso del Vespucci erano a filo di murata, mentre sul Colombo erano invece cadenti all’esterno. Altra notevole differenza era rappresentata dalle imbarcazioni maggiori che sul Colombo erano sistemate a centro nave con il relativo picco per le manovre di messa in mare e di sollevamento delle imbarcazioni. Il Colombo inoltre, aveva, per filare le catene delle ancore, due occhi di cubia per mascone, mentre il Vespucci ne possedeva uno solo.

Altra differenza, anche se non visibile, era che il Colombo aveva due eliche mentre il Vespucci solamente una.

1928 – Cristoforo Colombo (Nave Scuola)

1928 – Cristoforo Colombo (Nave Scuola)

Tratta da: La Domenica del Corriere

Anno XXVIII n.26 27 Giugno 1926

1928 – Cristoforo Colombo (Nave Scuola)

1928 – Cristoforo Colombo (Nave Scuola)

1928 – Cristoforo Colombo (Nave Scuola)

1928 – Cristoforo Colombo (Nave Scuola)

Nota:

Il Cristoforo Colombo fu una nave scuola della Regia Marina usata, unitamente all’Amerigo Vespucci, per l’addestramento degli allievi ufficiali fino alla fine della seconda guerra mondiale.

Il progettista di questa unità fu il tenente colonnello del Genio navale Francesco Rotundi.

Il Cristoforo Colombo in navigazione
Nel 1925 la Regia Marina aveva ordinato, in vista della prossima radiazione delle ormai due vecchie unità della classe Flavio Gioia, la costruzione di due navi scuola per l’addestramento dei suoi equipaggi e l’allora ministro della Regia Marina ammiraglio Giuseppe Sirianni conferì al tenente colonnello del Genio navale Francesco Rotundi l’incarico per la progettazione e realizzazione delle due nuove scuola e Rotundi, direttore del cantiere navale di Castellammare di Stabia, progettò nel 1930 il Cristoforo Colombo, insieme al Vespucci di dimensioni leggermente diverse, riprendendo i progetti del veliero Monarca, l’ammiraglia della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, poi ribattezzato Re Galantuomo quando fu requisito dalla Marina piemontese dopo l’invasione delle Due Sicilie. I progetti ricopiati erano dell’ingegnere navale napoletano Sabatelli ed erano custoditi a Castellammare di Stabia insieme con le tecnologie necessarie alla costruzione di questa tipologia di imbarcazione; le fasce bianche rappresentano le due linee di cannoni dei vascelli ai quali il progettista si era ispirato.

Lo scafo, la struttura, i ponti e i tronchi portanti degli alberi e del bompresso erano in acciaio, così come i pennoni e le sartie. La nave era divisa in tre ponti principali: ponte di coperta, ponte di batteria e corridoio, con castello a prora e cassero a poppa. La copertura del ponte, del castello, del cassero e le rifiniture erano in legno di teak.

La propulsione principale era a vela, costituita da ventisei vele di tela olona, la cui superficie totale misurava 2 824 metri quadrati.

La propulsione secondaria era costituita da due motori Diesel elettrici accoppiati più due dinamo. La nave aveva due eliche controrotanti e coassiali (quindi calettate sullo stesso albero).

La costruzione delle due unità avvenne nel Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia. La prima delle due unità a essere costruita fu il Cristoforo Colombo; il suo scafo venne impostato sugli scali il 15 aprile 1926 con il nome di Patria, subito cambiato con il definitivo Cristoforo Colombo in onore del famosissimo navigatore genovese. La nave, varata il 4 aprile 1928, entrò in servizio il 1º luglio 1928 e a partire dal 1931 venne affiancata nella sua attività addestrativa dalla seconda delle unità che erano state ordinate nel 1925, l’Amerigo Vespucci, molto simile, e ancora oggi in attività.[3]

I due velieri, pur apparendo come gemelli, presentavano alcune differenze sostanziali, fra cui la diversa inclinazione del bompresso e il diverso attacco delle sartie, che nel caso del Vespucci erano a filo di murata, mentre sul Colombo erano invece cadenti all’esterno. Altra notevole differenza era rappresentata dalle imbarcazioni maggiori che sul Colombo erano sistemate a centro nave con il relativo picco per le manovre di messa in mare e di sollevamento delle imbarcazioni. Il Colombo inoltre, aveva, per filare le catene delle ancore, due occhi di cubia per mascone, mentre il Vespucci ne possedeva uno solo.

Altra differenza, anche se non visibile, era che il Colombo aveva due eliche mentre il Vespucci solamente una.

Cristoforo Colombo (Nave Scuola)

Cristoforo Colombo (Nave Scuola)

Tratta da:  Roma

Anno LXVIII n. 82 – Giovedì 5 Aprile 1928

Col varo della Cristoforo Colombo

Col varo della Cristoforo Colombo

foto4

Varo della Colombo, gruppo di invitati

foto5


Il 4 aprile 1928 segna un momento significativo nella storia marittima italiana con il varo della nave scuola “Cristoforo Colombo”. Questa imponente nave, gemella della celebre “Amerigo Vespucci”, porta il nome del famoso esploratore che aprì la strada alla scoperta del Nuovo Mondo.

Il varo della “Colombo” non è solo un evento di ingegneria navale, ma un tributo alla grande tradizione di navigazione italiana. La nave, simbolo di scoperta e avventura, è destinata a svolgere un ruolo cruciale nell’addestramento delle nuove generazioni di marinai italiani.

Con la sua maestosità e la capacità di navigare in mari lontani, la “Cristoforo Colombo” incarna l’orgoglio nazionale e l’eredità di eccellenza della marina italiana. Il varo di questa nave rappresenta un passo avanti nella storia della navigazione, celebrando non solo l’abilità tecnica degli ingegneri e dei costruttori navali italiani, ma anche l’importanza della formazione marittima per il futuro del paese.

L’evento del 4 aprile 1928 rimane un punto di riferimento per la marina italiana e per tutti coloro che apprezzano il fascino e la grandezza delle navi a vela, testimoniando il continuo impegno dell’Italia nel mantenere viva la tradizione marittima e l’innovazione tecnologica nel settore navale.