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La fiumana di gente all'Arco del Cognulo in occasione della processione di Gesù Bambino (disegno Edis - 12-08)

Natale al Cognulo sulle tracce del passato

Natale al Cognulo sulle tracce del passato
di Enrico Discolo

Del Natale a Castellammare di Stabia non ci rimane altro, attualmente, che la messa di Mezzanotte nelle chiese cittadine e un presepio vivente che viene rappresentato, da alcuni anni, alla Madonna della Libera, frazione Camerelle costituita da un’antica borgata. Il villaggio si sviluppa sulle terrazze del Monte San Cataldo e fa da cornice al famoso ed omonimo Santuario in cui si venera la Madonna della Libera.
Ma dovete sapere che circa sessanta anni fa, nella notte di Natale, c’era ancora, una tradizione molto bella e suggestiva: la processione del bambino Gesù, al rione Cognulo. Un agglomerato urbano attraversato da una stradina, che dalla falda montana arrivava fino al porto attraverso via Santa Caterina e da questa per mezzo d’‘o pertuso d’‘o Cugnulo, un tunnel piccolo ad altezza d’uomo sotto i fabbricati, sbucava in via Bonito.
In meno di ottocento metri, dalla Pacella al porto, la città di Castellammare di Stabia vantava una zona del suo Centro antico come la più popolosa dei paesi vesuviani.

Dopo la messa di mezzanotte, che si celebrava nelle numerose chiese del centro storico: Santa Caterina, Santa Maria della Pace, Madonna del Soccorso, Spirito Santo, Santa Maria di Portosalvo e della chiesetta del Cuore di Maria in via Benedetto Brin tutti i fedeli tornavano nelle proprie case per il gioco della tombola e la preparazione di capaci vassoi di struffoli (fritti nel pomeriggio) immersi nel miele dorato e arricchiti di diavoletti multicolori (‘e cunfettielle).
I saporiti dolci natalizi venivano poi aromatizzati con l’Anice, il liquore che personalmente definisco come “il sapore e il profumo dell’inverno”.
Nonna Assunta aveva l’incarico di preparare “‘a ciuculata” il cui odore incentivava un certo languorino di stomaco, che veniva poi placato con una generosa porzione di struffoli e una fumante tazza di cioccolata ben calda e fragrante di scorza di limone.

Alle tre e mezzo del mattino si usciva di nuovo per andare a vedere e partecipare alla processione di Gesù Bambino, che si faceva proprio nella strada del Cognulo con l’inizio canonico, fissato e sempre rispettato, alle ore quattro della mattina di Natale.

In quella ora antelucana via Santa Caterina presentava uno spettacolo eccezionale per quei tempi così moderati e parsimoniosi. Una fiumana di gente imbacuccata si recava ad affollare la salita del Cognulo che iniziava proprio sotto l’antico e storico arco che si trovava al centro di Santa Caterina. Le botteghe erano tutte aperte e i fasci di luce che fuoriuscivano da esse sciabolavano, da un lato all’altro della carreggiata stretta, variopinte e luminose proiezioni, animate e ritmate dalle ombre grosse e nette che il passaggio continuo dei passanti creava sulle pareti dei palazzi.

La fiumana di gente all'Arco del Cognulo in occasione della processione di Gesù Bambino (disegno Edis - 12-08)

La fiumana di gente all’Arco del Cognulo in occasione della processione di Gesù Bambino (disegno Edis – 12-08)

L’eccitazione di noi ragazzi cresceva quando udivamo, ancora lontano, il suono della banda musicale che arrivava dal Largo Pace.
Io e la mia famiglia avevamo una posizione strategica per vedere tutta la cerimonia natalizia che da lì a momenti si sarebbe celebrata.
Subito dopo il ponte della Vesuviana possedevamo un giardino di famiglia ben curato da zio Catello Ziino che abitava al primo piano del palazzo che si trovava subito dopo la linea ferroviaria. Continua a leggere