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Francesco Busti, Ritratto di Braccio, Perugia

Capitani di ventura a Castellammare

Capitani di ventura a Castellammare

di Giuseppe Zingone

Francesco Busti, Ritratto di Braccio, Perugia

Francesco Busti, Ritratto di Braccio, Perugia

Quando Braccio e Muzio Attendolo calpestavano le nostre terre con migliaia di uomini, al proprio seguito, mietevano vittime e saccheggiavano le città, erano uno contro l’altro, ma quella era la vita nel Quattrocento. Forse mai avrebbero immaginato di entrare nella storia d’Italia, mai i cittadini stabiesi avrebbero appreso che questi due campioni giunsero nella nostra città insieme ai loro armigeri, capeggiando migliaia di uomini a cavallo.1

Queste le parole di Ercole Ricotti sui nostri protagonisti:”Stranieri furono i primi capi, straniero il nerbo delle prime compagnie di ventura; posciachè quei signori, che avevano spento ne’ Comuni libertà e milizia, verun’altra milizia nazionale non vi avevano surrogato. Solo alcuni individui, non so se più vili od audaci, or qua or là alla spicciolata trovavano modo di frammettersi alla soldatesca d’oltremonti, e sotto straniere insegne lacerare la propria patria.
Durò così l’altrui baldanza e la nostra oppressione per quasi mezzo un secolo. Finalmente un gentiluomo della Romagna ebbe cuore di rizzare una sua propria insegna, e bentosto, se non la fortuna, almeno l’onore dell’Italia da condottieri italiani fu rilevato.
Il generoso proposito d’Alberico da Barbiano, seguitato dal Broglia, da’ Michelotti, dal Brandolino, venne a compimento per opera di Braccio da Montone e di Sforza Attendolo. Le costoro scuole possedettero l’Italia per quasi un secolo; e in quell’intervallo essendo ne’ condottieri cresciute al paro della fama le forze ed i desiderii, videsi per man loro smembrata or questa or quella contrada, usurpata ora questa ora quella città, ed uno di essi cingersi la corona ducale della Lombardia”.2

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  1. Giovan Antonio Summonte, Historia della Città e del Regno di Napoli, Parte Seconda, Libro IV, pag. 593, MDCI. “Braccio Cavalcò con l’esercito per ricouerar Castello à mare di Stabia. e la pose a sacco“.
  2. Ercole Ricotti, Storia delle compagnie di ventura in Italia, Torino 1847, pag. XIV.XV.