Il Mattino 3 febbraio 2024

Che bella mulattiera… distruggiamola!

Pimonte-Castellammare di Stabia, collegamento storico tra Quisisana e Tralia via Monte Coppola. Che bella mulattiera… distruggiamola!

Carissimi, estremamente concordi con l’accorato pensiero dell’amico Gaspare Adinolfi, naturalista, storico e ricercatore sorrentino, quest’oggi vi rendiamo partecipi del suo articolo denuncia, pubblicato all’indomani dell’annuncio fatto a mezzo media, dal sindaco di Pimonte, circa il progetto di realizzare una strada di collegamento da Pimonte a Castellammare, su un camminamento amato dagli escursionisti e di particolare interesse naturalistico, laddove da secoli insiste un’antica mulattiera caratterizzata da un delicatissimo ecosistema.

articolo/denuncia di Gaspare Adinolfi

<<Se ne parla da più di un secolo […] un sogno iniziato nel lontano 1863 e che molte amministrazioni hanno inseguito. Risalgono a quasi 50 anni fa i primi articoli di giornale che parlano della realizzazione di una strada di collegamento tra Pimonte e Castellammare attraverso la zona di Quisisana>>.

Il Mattino 3 febbraio 2024

Il Mattino 3 febbraio 2024

Il giovane sindaco di Pimonte Francesco Somma ha evidentemente preso a cuore il tema della trasformazione delle mulattiere in strade rotabili, e dopo la manifestazione di interesse (veicolata anche a mezzo social network) circa la realizzazione di una “Nuova strada per arrivare al Castello di Pino” (vd. art. a firma di C. Cafiero nel quotidiano “Metropolis” del 31 marzo 2023, p. 8), ora diffonde un altro annuncio, ancora più preoccupante e roboante del primo: “Da Pimonte a Castellammare si farà la strada di Quisisana”.
Come è noto corrono tempi durissimi per la conservazione dei paesaggi di pregio dei Monti Lattari e della Penisola sorrentino-amalfitana, e qualcosa mi dice che a ben poco servirà ricordare agli amministratori futuristi di Castellammare di Stabia e Pimonte che quella <<strada lunga tre chilometri, che esiste ma non è mai stata realmente praticabile se non per esperti boscaioli>> è stata per secoli una delle principali arterie viarie tra il cuore di Castellammare di Stabia e i polmoni dei Monti Lattari; un tracciato ancora oggi frequentato da tanti escursionisti; un percorso che andrebbe studiato, restaurato e tutelato per il suo portato storico e architettonico, espresso in un delicato contesto ambientale (non a caso incluso nella Rete ecologica “Natura 2000” con la ZSC denominata Dorsale dei Monti Lattari*).

Mulattiera da Quisisana a Tralia

Mulattiera da Quisisana a Tralia_trasposizione traccia GPS su Carta topografica IGM25

Sarebbe opportuno che i finanziamenti regionali, come quello di 200mila euro <<che permetterà ai due comuni [Pimonte e C/Mare] di realizzare il progetto esecutivo>> della strada in oggetto, venissero spesi non già nell’alterazione o nell’ampliamento delle reti viarie storiche, ma nella formazione culturale di chi propone e spesso impone modelli di sviluppo non sostenibili, forieri di mille e più problematiche. La maggior parte dei “sogni” dei primi cittadini che, nell’indifferenza di tanti e con la connivenza di alcuni rappresentanti delle istituzioni, si tramuta in realtà è rappresentata, a parer mio, da veri e propri incubi. Cosa c’è da sognare con una nuova strada nel bosco? Da quando in qua rumori, inquinamento, immondizie, servizi e sottoservizi rappresentano un sogno connaturato alla oggettiva bellezza e utilità dei boschi? Perché i sogni di una specie eterotrofa dalle spiccate tendenze autodistruttive devono interferire con la realtà di pacifici organismi autotrofi?
Più nello specifico io mi chiedo: nella malaugurata ipotesi che l’ente Parco dei Monti Lattari non si faccia garante della tutela dell’area interessata dai lavori, quale sarà la posizione delle associazioni culturali e ambientaliste attive sul territorio? Cosa penseranno della nuova strada i vari gruppi di escursionisti che da oltre un secolo frequentano le pendici settentrionali del Monte Faito? Che diranno quei botanici e botanofili che nei boschi di Quisisana hanno rilevato decine di specie di orchidee spontanee? E gli erpetologi che hanno cercato da quelle parti tracce di presenza di anuri o urodeli endemici? E poi c’è da assumere un altro punto di vista, slegato da ogni ottica antropocentrica: che faranno i selvatici (tra di essi almeno due specie di mustelidi) quando sentiranno sfrecciare altre auto e motociclette nei boschi? Che faranno gli uccelli che nel bosco vivono e si riproducono quando le ruspe o i martelli pneumatici entreranno in azione?

Faito - versante stabiese/pimontese

Versante stabiese e pimontese di Monte Faito_luglio 2023

Nell’immediato io mi auguro che almeno le associazioni di escursionisti presenti sul territorio si mobilitino con iniziative mirate e ben coordinate, ad es. ripercorrendo la via tra Quisisana e Monte Coppola per dimostrare innanzitutto che questo storico itinerario non è mai stato una strada praticata solo da <<esperti boscaioli>>, come ha erroneamente e colpevolmente scritto Fiorangela d’Amora ne “Il Mattino” dello scorso 3 febbraio, assecondando un incubo travestito da sogno.

Gaspare Adinolfi

 


Note:

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