Inno della Croce

Inno della Croce

di Giuseppe Zingone

Il tempio e la croce luminosa

L’inno della Croce, che qui presentiamo, prende vita dalla penna di Luigi Monsagrati, mentre la parte musicale del brano è invece opera di Giovanni Ermete Gaeta più noto con lo pseudonimo di E. A. Mario, uno dei più straordinari compositori napoletani. Di lui ricordiamo “Tammurriata nera”, “Santa Lucia luntana” e brani patriottici come, “La leggenda del Piave” e “Surdate ca tuorne” e molti altri.

Chi volle a tutti i costi questo connubio di parole e musica, fu il commendatore ragioniere Amilcare Sciarretta,1era il il 24 Maggio del 1960; Sciarretta era già stato promotore della ricostruzione della chiesa di San Michele al Faito ed ideatore della Croce luminosa da ergersi sul Molare.2

Così scrive Nino Somma nel suo articolo La seconda giovinezza del Faito: “Guglielmo Nestore Mossuto, di origini siciliane, dedicò entrambe le canzoni ai padri del Faito che nell’immediato dopoguerra ne favorirono lo sviluppo: il dott. Amilcare Sciarretta e l’ingegner Ivo Vanzi“.3

Prima della pandemia avevo chiesto ed ottenuto l’immatricolazione alla Biblioteca Apostolica Vaticana e proprio in questa occasione richiesi, uno stupendo album (del 1948) di circa 20 fotografie in bianco e nero. Le foto firmate Giulio Parisio, celebrano la ri-costruzione della chiesa di San Michele al Faito, terminata nel 1948 e diverse foto panoramiche. Questo album fu offerto in dono agli allora Pontefici, Pio XI e Pio XII, il tutto era corredato anche dei relativi telegrammi ufficiali. Purtroppo i costi troppo alti delle scansioni e l’interesse per altri argomenti di ricerca, spostarono la mia attenzione su altri documenti.

Inno della Croce1

Così scrive Amilcare Sciarretta: Ho pensato di affidare a Luigi Monsagrati, del quale mi è nota la sensibilità d’animo, il compito di scrivere l’Inno, promettendo che nella difficile prova, avrebbe avuto accanto il poeta E. A. Mario. per la parte musicale. L’invito è stato accolto volentieri, a patto, però, che gli donassi un opuscolo illustrativo sulla “CROCE” con particolare riferimento al fatto storico-religioso e turistico e ciò per meglio armonizzare i versi con il ritmo musicale.4
Così, l’Inno è nato il 24 maggio 1960, nella quiete serena della montagna di Gambarie d’Aspromonte (Calabria). L’arduo compito è stato assolto, ed il Monsagrati è, ora, felice per aver potuto contribuire alla realizzazione di un’opera ideata da un collega bancario e vedere, poi, il suo nome accanto a quello del poeta E. A. Mario ideatore dell’Inno che ha glorificato la Patria.5 La nuova significativa affermazione dell’Inno del “SACRIFICIO E DELLA GLORIA” si realizza proprio nel momento in cui il vicario di Cristo con animo Filiale, guida la Cristianità all’abbraccio fraterno sotto lo stesso simbolo di “PACE E BENE”.!6AMILCARE SCIARRETTA

Inno della Croce2

Quando Gaetano Fontana, mi ha inviato la scansione del brano “Inno della Croce” ho subito pensato (per i troppi impegni personali) di rigettare l’offerta, e non scrivere l’articolo a corredo che qui si è realizzato. Gli ho subito risposto che purtroppo bisognava trovare chi lo musicasse per renderlo davvero fruibile, nella sua bellezza ai cittadini stabiesi.
Dopo qualche giorno con mia grande sorpresa, in un file audio, ho potuto ascoltare le parole e le note del brano voluto da Amilcare Sciarretta.
Voglio aggiungere che se la triade, Sciarretta, Monsagrati, E. A. Mario rese possibile la realizzazione il 24 Maggio del 1960 dell’Inno; la triade Gaetano Fontana, Rosalba Spagnuolo e Francesco Cesarano, restituisce dall’oblio e dal cassetto dei ricordi, un testo oramai perduto.
Gaetano Fontana non è nuovo al recupero di antichità stabiane, ma credo che il suo grande merito, sia quello di mettere a disposizione di TUTTI, i documenti che acquisisce. Della professoressa Rosalba Spagnuolo, mia docente di educazione artistica alla scuola media Alfredo Panzini, ho ricevuto in dono, la mia passione per le bellezza della città di Castellammare e dell’arte che in essa è conservata. A Francesco Cesarano, vanno i miei ringraziamenti per il tempo dedicato a questo brano, al piacere di risentirlo attraverso il suo arrangiamento-accompagnamento con chitarra classica, in continuità con la migliore tradizione napoletna. Piccoli gesti quotidiani e segno dell’amore gratuito e disinteressato, che tutti noi, nutriamo nei confronti della Città di Castellammare.

L’inno della Croce è il significativo testamento lasciato da Amilcare Sciarretta, alla città di Castellammare, quasi a compendio di quella mancata croce  sul Molare. Quella (forse) folle idea, per la cui realizzazione lavorò, per oltre un decennio (dal 1950) alla data di pubblicazione del presente brano musicale  nel 1961, per E. A. Mario – Edizioni musicali.

Buon Ascolto!

 

Ad integrazione di quanto scritto vogliamo anche aggiungere un altro testo, recuperato da: Michele Palumbo, Stabiae e Castellammare di Stabia, Aldo Fiory, 1972, pag. 647, contributo di Pasquale Golia, Croce al Faito:

Croce al Faito

Braccia immense spiegate
nello spasimo benedicenti,
corpo straziato unente terra e Cielo,
questo sei, Croce;
braccia lenenti in fulgidissima luce
per i miseri,
braccia forgoranti in giustizieri moti
per i démoni,
lume fra terra e Cielo,
questo sei, Croce;
segno di Dio propizio a chi t’abbraccia,
e il Divin Figlio seegue nell’amabascia
del mondo espiativo;
segno di Dio sdegnato a chi blsfemo
lo disconosce,
e in vita e in <hora mortis>
questo sei, Croce!

Ecco tangibile segno,
giganteggiante,
tu sorgi, ora,
del Faito monte in sul Molare;
stagliato sul cielo il tuo capo,
piantato nella roccia il piede tuo,
dilungate nell’amplesso le tue braccia
fasciato di amoreggiante beatifica Luce
cui tutti anelano;
ecco tangibile segno d’Amore divino,
eretto per opra insonne
d’un tuo devotissimo figlio,
protetto da l’arcangelo Michele;
ecco, tu Croce, avvolta
nella luce,
in mezzo a noi;
qui, sulla stessa vetta,
ove al sesto secolo appariva
l’Arcangelo Michele
che indicava
tracciare sui sassi
te segno, col suo nome!

Da questa Croce,
appena l’astro diurno
di luce priverà, col suo tramonto,
il divino biancore pioverà;
da questa vetta
sotto l’egida tua
vegliera l’Arcangelo
sulla dolorosa terra,
insidiata dal maligno;
da questa vetta scenderà
la Voce del Golgota
ammonitrice;
da questa immensa Croce
scenderanno
gli Angeli Custodi;
i nostri angeli
veglianti, più del dì
ne l’aspra notte!7

Articolo terminato il 17 ottobre 2022


 

  1. Leggi anche: Amilcare Sciarretta e la Croce luminosa.
  2. Amilcare Sciarretta, Relazione religiosa storico turistica del ricostruito tempio sul monte Faito, Napoli 1950, pagg. 18.
  3. Leggi l’articolo d’epoca: Nasce un villaggio sul Monte Faito.
  4. Il riferimento dello Sciarretta è all’opuscolo rinvenuto da Gaetano FontanaRelazione Religiosa – Storica – Turistica, citata nella nota 1.
  5. Il riferimento è qui alla Leggenda (o Canzone) del Piave, composto nel 1918.
  6. Angelo Giuseppe Roncalli, più noto come Giovanni XXIII, il papa Buono, nasce a Sotto il Monte, Bergamo, il 25 Novembre 1881 e muore in Roma il 3 Giugno 1963 fu eletto papa il 28 ott. 1958, succedendo a Pio XII.
  7. Scritta per la Croce da impiantare sul Faito.

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