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Vincenzo Somma

articolo del dott. Raffaele Scala

Caro Maurizio, consegno a liberoricercatore.it la biografia di Vincenzo Somma, altra bella figura di operaio, militante e dirigente autorevole del Pci e della Cgil, di quando ancora esisteva la vecchia e ormai scarrubata Stalingrado del Sud. La biografia di quest’uomo va oltre il contesto della sua vita pubblica perché vi si affrontano temi delicati dell’essere comunista e delle sue ricadute sulla vita privata. Un tema affrontato da molti scrittori e saggisti, tra cui Ermanno Rea, ma qui potrei citare anche una scrittrice cilena, Marcela Serrano che ha affrontato in un suo bellissimo libro, il tema dell’essere stato comunista, dal punto di visto femminile.

Come sempre con amicizia, Raffaele Scala.


Vincenzo Somma: storia vera di un comunista d’altri tempi

Sono il compagno Vincenzo Somma, di Castellammare di Stabia, nato il 4 settembre 1919. Mi sono iscritto al PCI alla fine dell’anno 1943. Fui spinto ad aderire al PCI più da ragioni umanitarie che per convinzioni politiche, anzi al momento che m’iscrissi capivo poco o niente della politica del PCI. I miei familiari sono contadini, io ho sempre lavorato in fabbrica. All’età di dodici anni compii la 5° elementare e incominciai a lavorare in un pastificio.

Pci 1945

Pci 1945

Comincia così il memoriale scritto da Vincenzo Somma il 30 novembre 1959 e indirizzato alla Commissione di Controllo della Federazione provinciale comunista, come atto difensivo nella diatriba che lo contrappose a Liberato De Filippo, come vedremo più avanti.
Figlio di Carmine e Teresa Malafronte, era il primogenito di sei figli.Ancora ragazzo andò a lavorare all’Avis per sei mesi, il tempo di costruire alcune baracche per la guerra d’Africa, fu poi assunto definitivamente nel 1936, dopo aver frequentato un corso per saldatore elettrico e idroelettrico. Da un anno l’AVIS era stata acquisita dal gruppo Caproni, specializzata nella costruzione di parti d’aereo e il numero dei dipendenti crebbe fino a superare le mille unità, anche per rispondere alle esigenze belliche. In fabbrica prese contatti con elementi del Partito Comunista, tra cui Giovanni Esposito, detto “’o russo”, per il suo attaccamento all’organizzazione rossa. Continua a leggere