Martoriello, intervista finale…

In questa ultima parte dell’intervista, Franco Martoriello, inizia con un monito: – o ci si sveglia, o non si arriverà da nessuna parte… – Questa breve frase, stimola un’analisi storico-sociologica degli ultimi 70 anni della nostra città. Anni, vissuti fra guerra, lavoro, partecipazione politica, impegno sociale e degrado. Ancora una volta, fra le parole del professor Martoriello, traspare uno nota amara, è l’amarezza di chi ama in modo viscerale le proprie origini, il proprio paese, la propria terra…

Prof. Martoriello

Prof. Martoriello

https://www.youtube.com/watch?v=TYGHyLKW9Mo&feature=youtu.be

Libero Ricercatore, raccomanda di seguire con attenzione questa intervista, attraverso di essa si comprendono le patologie che affliggono ancora oggi la cittadina stabiese. Attraverso di essa si può tentare di porre in atto una cura. Buona visone e, come sempre commentate il servizio.

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Informazioni su Corrado di Martino

Collaboratore di Redazione Autore di teatro e autore radiofonico; filmaker, narratore. E' laureato in Scienze della Comunicazione, indirizzo Sociologia delle Comunicazioni. E' laureato in Comunicazione d'Impresa e Comunicazione Pubblica; con specializzazione in Comunicazione Politica. E' responsabile della sezione Video di LR.

Un pensiero su “Martoriello, intervista finale…

  1. Delfina

    Che dire? Non avevo mai pensato a una Castellammare industriale piuttosto che turistica e zio Franco, come al solito, mi ha fatto riflettere. D’altronde è bastato l’elenco che ha snocciolato all’inizio per farmi ricredere.
    E dire che avremmo potuto essere una città sia industriale che turistica, sfruttando al meglio ciò che la natura ci ha regalato!
    Negli anni ’60 io ero una bambina, ma credo di ricordare una città fiorente; i genitori di gran parte delle mie amichette avevano un lavoro fisso, ai Cantieri, alla Corderia, all’Avis, alla Cirio; ricordo le carrozzelle in Piazza Ferrovia che accoglievano i turisti che venivano qui per il clima e le cure termali.
    Dopo un decennio eravamo già in declino.
    Da dove è cominciato tutto questo? Perché non siamo stati in grado di mettere un freno al perverso meccanismo che si era innescato?
    Chi ci ha governato ha macigni sulla coscienza, ma noi perché non abbiamo reagito? Per strafottenza? Per ignoranza? Per necessità? E perché, alla luce di quanto è accaduto, siamo ancora schiavi di favoritismi politici?
    Castellammare è gravemente malata e, per quanto mi riguarda, si affievoliscono sempre di più le speranze di una cura efficace per la sua guarigione.
    Ci fossero stati più uomini come zio Franco, indipendentemente dalle diverse militanze politiche, probabilmente non saremmo al punto in cui siamo.

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