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La Castellamare del 1862

La descrizione di Castellammare di Stabia, trascritta a seguire è tratta da “Terapia delle Acque minerali di Castellamare di Stabia” di Scialpi, rarissimo libro risalente al 1862, stampato nella “Tipografia Stabiana”.  Fresco e godibile, nonostante sia d’epoca, questo scritto illustra in maniera impeccabile e minuziosa l’allora città di Castellamare di Stabia.

trascrizione a cura di Maurizio Cuomo

GEOGRAFIA FISICA
La novella Stabia è a tale posizione topografica, che in discorrendo il suo orizzonte l’occhio dell’osservatore stupisce di nante le meraviglie con che natura rapisce i sensi. Guarda a dritta l’ubertoso agro Campanio chiuso dagli Appennini, sparso di città e villaggi, là dove il Sarno fluisce, e dove Pompei si giace, graziosa in sua tristezza, rivelando alle generazioni qual era al tempo de’ Cesari. Le si presenta più in là il bicipite Vesuvio, che isolato s’innalza presso al mare, l’unico vulcano ardente nel continente Europeo…

Castel a Mare - anno 1823 (coll. Gaetano Fontana)

Castel a Mare – anno 1823 (coll. Gaetano Fontana)

Le succedono a sinistra, tra i sempre verdi ulivi, villaggi pittoreschi, ed in mezzo agli odorosi cedri la gentile Sorrento, e la sassosa isola Capri – Mira la placida onda tirrena, che circoscritta come in una ellissi le bagna la riva. Chi le si accosti vedrà che la sovrastano alti monti, gli antichi Lattari. Questi monti fanno parte di quella catena, che dalle ultime pendici de’ Subappennini Campani estendendosi sino al Capo Ateneo, divide il golfo di Salerno da quello di Napoli. Hanno per loro più alto culmine Monte S. Angelo, che si eleva dal pelo del mare 4416 piedi fr. Si dirigono dall’est all’owest-sud-owest… Continua a leggere