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Pozzano? No, Parsano!

articolo di Maurizio Cuomo

Agli occhi di un lettore superficiale o poco interessato, la presente ricerca potrebbe sembrare irrilevante, paradossalmente a qualche storico locale di parere discordante potrebbe invece risultare iniqua o addirittura offensiva, non avendo intenzione di inimicarmi nessuno chiederò solo la gentilezza di valutare questo mio breve studio, per ciò che vuole essere: la conferma di quanto sia interessante, affascinante ed infinito il mondo della libera ricerca.

Ebbene senza perdermi in inutili chiacchiere vengo subito al dunque ponendo in calce a seguire una stampa risalente al 1832 che da generazioni (nonostante su di essa vi sia espressamente riportato: PERSANO, BAY OF NAPLES.), per consolidata convinzione di studiosi, storici e di tantissimi collezionisti locali è nota come uno scorcio ripreso dalla nostra marina di Pozzano.

Persano (Pozzano) Bay of Naples - Drawn Harding inc. - 1832

Persano (Pozzano) Bay of Naples – Drawn Harding inc. – 1832

Indiscutibile la suggestione ed il fascino che essa evoca (invito tutti ad ingrandirla per godere a pieno schermo dei particolari); la scena raffigurata è intrigante e mozza il fiato, inutile dire che quando il mio carissimo amico Gaetano Fontana, me la mostrò, me ne innamorai a prima vista; non sono un collezionista, ma gli chiesi comunque di interessarsi affinché riuscissi anch’io ad averne una. La richiesta fu accolta prontamente e Gaetano, da esperto collezionista, mi diede subito indicazioni valide su come fare…, pochi giorni e riuscii ad acquistare un originale in ottime condizioni della vecchia stampa in oggetto.

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La storia delle cartoline a Castellammare di Stabia (Prima parte, 1898-1910)

LA STORIA DELLE CARTOLINE A CASTELLAMMARE DI STABIA (Prima Parte, 1898-1910)
collezione del Dott. Carlo Felice Vingiani

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La storia delle cartoline a Castellammare di Stabia

La storia delle cartoline postali ha inizio verso il 18891, ma su di esse compare l’illustrazione solo nove anni più tardi, nel 18982, e prende piede di pari passo col consolidarsi di una borghesia sempre più facoltosa, colta e desiderosa di viaggiare e mostrare ad amici e conoscenti i tanti luoghi visitati. Questo nuovo bisogno viene soddisfatto proprio dalla cartolina illustrata, che diviene fin da principio oggetto da collezione.
Risulta abbastanza semplice riconosce gli esemplari più antichi di cartolina, ossia quelli stampati durante il primo decennio del ‘900, caratterizzati dal cosiddetto “retro indiviso” (vedi foto 1), privo cioè della linea divisoria verticale, destinata a separare l’area riservata all’indirizzo del destinatario da quella del messaggio del mittente. In questa fase pionieristica sul retro della cartolina si poteva apporre esclusivamente il recapito del destinatario, mentre i più o meno brevi messaggi di saluti trovavano posto sul fronte della stessa, andando talvolta a deturpare il soggetto raffigurato.

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  1. Furio Arrasich, “Regionalismo Italiano 1889-1950”, Ediz. Millecartoline, 2003
  2. Furio Arrasich, “L’ABC della cartolina. Tutto sul mondo del collezionismo cartofilo” Ediz. Millecartoline, 2001
Lepidotes minor - Agassiz (foto Fontanella)

I pesci fossili di Castellammare

articolo di Ferdinando Fontanella

Lepidotes minor - Agassiz (foto Fontanella)

Lepidotes minor – Agassiz (foto Fontanella)

Ricordo ancora la meraviglia che ho provato, quando studente al primo anno al Corso di laurea in Scienze della Natura, ho visitato il museo di paleontologia di Napoli e mi sono accorto che una delle più belle esposizioni portava il “nome” della mia città: si trattava dei pesci fossili di Castellammare.

Dalla guida ho appreso che i fossili provengono dalla successione carbonatica di età cretacica che affiora lungo la costa tra le città di Castellammare di Stabia e Vico Equense.

La collezione ammonta a circa un centinaio di esemplari, tutti in ottimo stato di conservazione, raccolti nel corso del 1800 da diversi studiosi. Buona parte degli esemplari è stata raccolta nel 1848 durante i lavori di sbancamento realizzati per la costruzione della strada statale sorrentina. Continua a leggere

Maruzzone

Maruzze e maruzzare…

articolo di Ferdinando Fontanella

Maruzzone

Maruzzone

“So’ doje maruzze: una fete, e ‘n’ata puzza…”.

Erano i primi anni Ottanta e, se la memoria non m’inganna, questo curioso modo di dire, usato dal nonno per evidenziare la monellaggine dei nipoti, è stato il mio primo incontro con le maruzze.

Solo dopo qualche tempo ho effettivamente capito cosa fossero e ho un preciso ricordo di questo evento. Un ricordo concreto di caldo e pioggia.

I temporali di fine estate inducono sensazioni contrastanti, per certi versi sgradevoli … per altri piacevoli, un po’ come gli abiti indossati in queste bizzarre giornate: pantaloncini corti e zoccoli ai piedi, memori del caldo appena svanito, maglione pesante e berretto di lana, infilati in fretta e furia, per il freddo improvviso.

Era settembre e principiava il tramonto, quando l’acquazzone esaurì il suo vigore. Mentre la pioggerellina andava ancora scemando, qualcuno pronunciò una domanda dal sapore retorico: «Andiamo a cercare le maruzze?».

Infervorati dall’allettante proposta noi bambini, abbigliati alla meno peggio, iniziammo furiosamente ad equipaggiarci. Facemmo razzia di barattolini e lattine, bottiglie dal muso largo e panierini, insomma prendemmo tutto ciò che poteva contenere le ambìte prede, che andavamo a scovare tra i fili d’erba e gli anfratti dei muri a secco.

Partimmo dal basso, dalla via Vecchia Pozzano, e procedendo a zig-zag lungo gli immensi scaloni dei terrazzamenti agricoli, arrivammo al culmine dell’immenso “Chiazzone delle Camarelle”. Lungo questo faticoso tragitto tra orti arborati, vigne e uliveti profumati di erba e terra bagnata, praticammo la nostra fruttuosa raccolta.

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La Basilica di Pozzano e la patrona di Castellammare

La Basilica di Pozzano e la patrona di Castellammare

di Giuseppe Zingone

Basilica di Pozzano, foto Giuseppe Zingone

Pozzano è per gli stabiesi, una località amena e ricca di storia, per altri, un luogo suggestivo, traboccante di ricordi legati alla Pasqua, di cui oggi ci resta solo qualche foto sbiadita.

Pozzano in una guida inglese della seconda metà dell’Ottocento: “Il convento di Pozzano, fondato da Gonsalvo di Cordova nel 16 secolo, sorge sul sito di un tempio di Diana. La croce di legno di fronte ad esso si erge su un antico altare, (piedistallo) scoperto nel 1585. La chiesa ha un’immagine della Vergine trovata in un pozzo nell’undicesimo secolo, e tenuta in molta venerazione da parte dei contadini del distretto.1

'O Lunnerì 'e Puzzano (foto Liberoricercatore)

‘O Lunnerì ‘e Puzzano (foto Liberoricercatore)

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  1.  John Murray, A Handbook for Travellers in Southern Italy, London 1865, Fifth edition, pag. 263.